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In crescita donne malate di Gap, Battaglia (Prov. Udine): "Aumentare informazione e prevenzione"

27 febbraio 2015 - 09:48

Le donne fanno più fatica degli uomini a chiedere aiuto e per questo devono essere applicate misure ancora più efficaci sul fronte sia della sensibilizzazione sia della prevenzione”.

Scritto da Redazione GiocoNews
In crescita donne malate di Gap, Battaglia (Prov. Udine): "Aumentare informazione e prevenzione"

 

Con queste parole, l'assessore alle Pari opportunità della Provincia di Udine, Elisa Battagli, è intervenuta  all'incontro sul tema 'Donne e gioco patologico' organizzato dalla Provincia di Udine e dal Centro italiano Femminile regionale del Fvg (sezione provinciale di Udine) in collaborazione con la Soc Alcologia e Dipendenze patologiche dell’ Aas 2 della Bassa Friulana-Isontina.

 


LIMITARE IL GIOCO - “Il gioco d’azzardo è un fenomeno in crescente e preoccupante espansione anche tra i giovani: per questo – ha aggiunto Battaglia - si dovrebbero prevedere misure ancora più limitative nella presenza delle macchine da gioco negli esercizi pubblici”, ricorda l'assessore, che pochi mesi or sono era entrata in alcune sale da gioco cittadine e si era finta giocatrice, ribadendo la disponibilità dell'ente a "diventare partner di progetti anti-Gap, con l'obiettivo di ridurre i messaggi pubblicitari, e di rafforzare le campagne di informazione per consentire ai giocatori dipendenti il diritto di usufruire di cure e benefici". 

 

DONNE SI CURANO MENO - L'iniziativa è stata l'occasione per presentare una fotografia della della diffusione del Gap fra le donne in Friuli Venezia Giulia. Secondo i dati forniti dall'associazione And, Azzardo e Nuove Dipendenze, "le donne rappresentano almeno il 40% dei giocatori d’azzardo e la maggior parte delle giocatrici accanite hanno un’età compresa tra i 50 e i 60 anni. In Fvg l’andamento del fenomeno rispecchia i dati nazionali e mette in evidenza che le donne in carico ai servizi sono in numero minore rispetto agli uomini. Si ipotizza in base a questo presupposto che la dipendenza dal gioco d’azzardo delle donne sia sottostimata e di difficile riconoscimento. Le donne fanno più fatica ad arrivare ai servizi, spesso per l’impossibilità di poterne parlare in famiglia. Come per il fumo e l’alcol le donne ci arrivano dopo ma poi ne diventano consumatrici incallite".


MARKETING AGGRESSIVO - Ad aggravare l’esposizione al gioco compulsivo, secondo gli studiosi, "anche il marketing con messaggi studiati proprio per il mondo femminile. Diventa di fondamentale importanza, dunque, giungere alle donne attraverso azioni di prevenzione e cura che tengano conto di queste peculiari caratteristiche". I dettagli dell’indagine svolta dal Cif e dalla Soc alcologia e dipendenze di Palmanova sono stati illustrati da Sandra Nobile (presidente regionale Cif) e dal dottor Sergio Paulon, direttore della Soc Alcologia e Dipendenze patologiche dell’Ass 2 Bassa Friulana – Isontina. Duilia Zanon (assistente sanitario Ass 4) è intervenuta sull’argomento 'Epidemiologia e legge regionale', mentre la psicologa Valentina Vidal dell’Aas 2 ha fornito un inquadramento diagnostico del gioco d’azzardo patologico e insieme alla collega Martina Francescotto ha illustrato l’esperienza e dati raccolti nella ricerca sul campo.

 

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