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Baretta: "Tra pochi giorni il testo del decreto sul gioco a Camera e Senato"

12 marzo 2015 - 12:32

Tra pochi giorni il Governo presenterà al Parlamento, alle Commissioni riunite di Camera e Senato, il testo del decreto applicativo dell'articolo 14 della delega fiscale; avremo, di conseguenza, due mesi di tempo per una discussione approfondita.

Scritto da Sm
Baretta: "Tra pochi giorni il testo del decreto sul gioco a Camera e Senato"

Ad affermarlo - o, meglio, a ribadirlo, poiché già anticipato ieri al Forum capitolino - è il sottosegratario all'economia con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta in aula della Camera. "Inoltre, in queste settimane c’è stata la presentazione dei filoni guida alla Bicamerale, abbiamo incontrato l'intergruppo parlamentare e lo rincontreremo tra alcuni giorni. Questo per dire che la discussione di questa mattina, che considero molto utile anche per il Governo, si inserisce in questo percorso e risente di questo percorso", aggiunge Baretta in occasione della discussione delle mozioni sul contrasto al gioco patologico, tutte approvate.

 

Pasquale Maietta (Fdi) sottolinea: "La ludopatia è una dipendenza senza sostanza e, per questo motivo, il ludopate non può fare a meno del gioco, poiché quest'ultimo è l'elemento che gli procura sollievo momentaneo dagli stati emotivi angosciosi o depressivi. L'incapacità di resistere all'impulso di giocare d'azzardo o fare scommesse determina gravi conseguenze, lesive della stabilità economica, lavorativa, affettiva e relazionale. Per continuare a dedicarsi al gioco d'azzardo e alle scommesse, infatti, la persona con problemi di ludopatia trascura le attività principali della vita, quali lo studio o il lavoro, e può arrivare a commettere furti o frodi, al fine di reperire del denaro. Molte persone, affette da questa patologia, sono state travolte da rovinose crisi economiche, fino ad arrivare a veri e propri tracolli finanziari. Al contempo, l'aspetto ludico, caratteristico del gioco, diventa secondario rispetto al bisogno di rischiare, di riprovare, di continuare a tentare la fortuna, anche a fronte di perdite clamorose e devastanti. Questo atteggiamento si configura come gambling, un comportamento compulsivo, la cui dinamica può essere assimilabile, pur in assenza di uso di sostanze, ad altre forme di dipendenza patologica, quali la tossicodipendenza e l'alcolismo. Tutto questo ci mostra l'estrema pericolosità degli eccessi nel gioco che, ad oggi, per dimensione del fenomeno sono arrivati a costituire un importante problema di salute pubblica, seppure la dimensione del fenomeno in Italia sia difficilmente stimabile, in quanto non esistono ancora studi accreditati ed esaustivi sui numeri della questione. Le stime ci parlano di oltre il 50 per cento di italiani che sarebbero giocatori d'azzardo, mentre la percentuale di giocatori problematici arriverebbe fino al 4 per cento e quella dei giocatori patologici ad oltre il 2 per cento. È un dato di fatto che l'offerta del gioco si sia notevolmente diversificata negli ultimi anni, a causa del fatto che si è reso possibile giocare pressoché in ogni dove, dal supermercato al web, coinvolgendo una platea sempre più vasta anche di soggetti deboli, ed è riuscita ad estendersi nell'arco dell'intera giornata.

L'aumento dei casi di ludopatia nel nostro Paese non è l'unico aspetto a suscitare preoccupazione; l'altro è rappresentato dalla sempre più giovane età dei soggetti che lo praticano con una certa regolarità. Sono infatti in aumento soprattutto i ragazzi che cadono nella trappola del gioco, attratti da macchinari e giochi sempre nuovi, e l'aspetto della tutela dei minori rispetto al gioco deve rappresentare uno degli sforzi principali di questo Parlamento e di tutta la società. II panorama dei giochi, in Italia, ha subito profonde modificazioni nel corso degli ultimi anni: la nascita di giochi dal grande appeal per il pubblico ha fatto sì che l'industria del gioco arrivasse a conquistare l'80 per cento della popolazione adulta italiana, registrando un incremento del giro d'affari del 500 per cento, passando da 22 miliardi di euro nel 2004 a circa 95 miliardi nel 2012, ovvero il 5 per cento del prodotto interno lordo nazionale, e nonostante la crisi, il gioco legale nel 2013 ha fruttato 84,7 miliardi di euro. Purtroppo, tra i settori in maggiore crescita vi sono i giochi on line: scommesse sportive, ippiche, poker e gratta e vinci hanno fatto registrare una crescita esponenziale, pari al 16,3 per cento, da quando nel luglio 2011 è diventato possibile giocare a poker dal computer di casa. E questa versione informatica ha modalità tali da non assicurare un controllo rigoroso sulla vera età dei giocatori ed è talvolta causa della migrazione di parecchi denari italiani verso altri Paesi, senza che questi possano essere intercettati dalle casse erariali. Onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, in occasione della discussione di queste mozioni, vogliamo rivolgere un appello al Governo, affinché siano finalmente trasmessi al Parlamento i documenti mancanti per continuare nell'iter di approvazione delle numerose proposte di legge, già da tempo incardinate presso la Commissione affari sociali, sul contrasto al gioco d'azzardo patologico. Un insieme di proposte di legge presentate dai più diversi partiti, tutti uniti nell'attenzione ad un tema che rischia di diventare una nuova emergenza sociale se non affrontato per tempo e in maniera compiuta, con norme e strumenti operativi adeguati. È assolutamente indispensabile creare una cornice normativa all'interno della quale si possa perseguire una efficace politica di contrasto alla ludopatia, di sostegno ai soggetti che ne sono affetti e ai loro familiari. Sostegno che deve essere prima di tutto di tipo psicologico e sanitario, ma anche economico, perché, come abbiamo detto, spesso queste persone trascinano nella rovina se stessi e intere famiglie. Questi interventi sono importanti e sono urgenti; lo Stato deve essere preparato ad affrontare questo fenomeno. Bisogna contrastare il diffondersi della patologia da gioco attraverso azioni di prevenzione; vanno realizzate campagne informative ed educative sul gioco d'azzardo patologico, che abbiano un'attenzione particolare ai più giovani; bisogna andare nelle scuole a spiegare ai ragazzi quali sono i rischi connessi al gioco; bisogna occuparsi della cura e del reinserimento sociale delle persone affette da ludopatia; bisogna monitorare attentamente il fenomeno; occorre individuare strumenti atti a limitare la possibilità di accesso ai giochi per i più giovani e per i soggetti a rischio; ed infine bisogna fornire il necessario supporto finanziario a tutte queste iniziative. Tutto questo noi abbiamo chiesto nella nostra mozione; richieste di comune buon senso, condivise, credo da gran parte delle persone sedute in quest'Aula. Auspichiamo davvero che il Governo possa prendere a cura la problematica della ludopatia ed agire concretamente in merito”.

 

Pierpaolo Vargiu (Scpi) afferma: “La mozione che il nostro gruppo presenta prende lo spunto dall'attività che la Commissione affari sociali della Camera ha svolto, sia nella precedente legislatura, che in questa legislatura, nel senso che nella precedente legislatura la Commissione affari sociali ha svolto un'attività di indagine conoscitiva sul gioco d'azzardo patologico. In questa legislatura, anche sfruttando i risultati che si erano raccolti nell'esame della materia svolto nella scorsa legislatura, di iniziativa della parlamentare Binetti, ma anche di altri parlamentari che hanno presentato in materia proposte di legge, la nostra Commissione ha provveduto a licenziare un testo che sta andando avanti, seppur con lentezza, nell'attività di questo Parlamento. Ovviamente, è un testo estremamente difficile che, dal nostro punto di vista, ha focalizzato l'attenzione sulla parte patologica del gioco d'azzardo e, quindi, sulla risposta sociale e sanitaria nei confronti dell'emergenza rappresentata dal gioco d'azzardo. I numeri sono stati raccontati in maniera ampia dai colleghi che sono già intervenuti e sono presenti all'interno della mozione e, quindi, non credo che sia particolarmente utile, né importante, sottolinearli.

È importante, però, fermarsi un attimo sulla solita contraddizione apparente dell'attività del nostro ordinamento, nel senso che noi, da un lato, abbiamo legalizzato il gioco d'azzardo e, quindi, forniamo copertura, tutela e garanzia a coloro i quali esercitano in maniera legale quelle attività all'interno del nostro Paese, e, dall'altro lato, siamo costretti a rilevare che il gioco d'azzardo produce patologia e addirittura una patologia che oggi è ricompresa all'interno dei Lea e, quindi, abbiamo da trattare potenzialmente circa 800 mila italiani che in modo diverso sarebbero affetti dalla patologia derivante dal gioco d'azzardo patologico. Una contraddizione apparentemente insanabile, cioè, da un lato, lo Stato spaccia il gioco d'azzardo, così come spaccia sigarette e tabacco, e, dall'altro lato, interviene per curare i soggetti che, giocando, contraggono la patologia del gioco d'azzardo patologico e che, fumando il tabacco, contraggono la patologia del tumore che poi li costringe in ospedale.
Insomma, una riflessione, però, su questa apparente contraddizione   da liberali noi la dobbiamo fare, nel senso che, in effetti, la legalizzazione che lo Stato ha ritenuto di dover fare nei confronti del gioco d'azzardo ha consentito l'emersione di quel gioco d'azzardo patologico, di quel gioco d'azzardo che è rimasto sommerso per tanti anni nel nostro Paese, affidato esclusivamente alla gestione dei racket malavitosi. Noi non abbiamo la più pallida idea di quali danni questo tipo di gioco d'azzardo sommerso, grigio, che ancora oggi persiste in alcune aree del Paese, abbia fatto; non abbiamo la più pallida idea di quante famiglie abbia rovinato; non abbiamo la più pallida idea di quanti suicidi o quante morti di mafia e di camorra ci siano stati legati a questo gioco d'azzardo; non abbiamo idea di quale fosse il danno che questo gioco d'azzardo facesse, anche se conosciamo – ed è stato già citato – il volume d'affari di questo gioco d'azzardo.
Pertanto, l'attività dello Stato di emersione nei confronti di   questa forma di gioco d'azzardo illegale, non solo è stata meritoria, ma sicuramente ha consentito di sradicare una fonte importante di sovvenzionamento della malavita organizzata nel nostro Paese. Per cui, quando noi andiamo oggi a regolamentare il gioco d'azzardo, e siamo tentati da regolamentazioni nei confronti delle forme legali di questo gioco che siano le più coercitive possibili, non dobbiamo dimenticarci che l'eccesso di regolamentazione, l'eccesso di censura, l'eccesso di pressione negativa nei confronti di chi oggi esercita in maniera legale il gioco d'azzardo, normalmente comporta lo «shiftamento» dell'attività verso la parte illegale che, non a caso, resiste proprio radicata nelle parti di questo Paese dove la legalità più difficilmente riesce ad entrare.
Quindi, tutti coloro i quali, in modo qualche volta scomposto ed   esagerato, chiedono nuove sanzioni, nuove compressioni, nuove forme di rigido incanalamento, che diventa eccesso di attenzione burocratica, eccesso procedurale, eccesso di pressione nei confronti della parte legale del gioco d'azzardo, si ricordino che, normalmente, quando è compressa la legalità, se c’è un bisogno, il bisogno viene soddisfatto dall'illegalità e già oggi noi in Italia sappiamo quanto l'illegalità nel gioco d'azzardo abbia fatto danno al nostro Paese.
Ciò detto, c’è un aspetto che invece mi preme sottolineare ed è quello del recupero di coloro i quali nell'attività di gioco d'azzardo contraggono la patologia, il gioco d'azzardo patologico, quella mania di tipo ossessivo-compulsivo che rientra a pieno titolo all'interno dei libri della psichiatria ed è, pertanto, curata e rientra, quindi, all'interno dei livelli essenziali di assistenza.
Credo che lo Stato debba tenere conto di questo tipo di patologia esattamente come tiene conto dei malati di tumore al polmone che, per effetto del tabagismo, riempiono le oncologie dei nostri ospedali e debba garantire una cura appropriata a questi pazienti i quali qualche volta hanno anche difficoltà a dichiararsi e, nel non dichiararsi, spesso sono la rovina di se stessi e la rovina del bilancio economico delle proprie famiglie.
Non è pensabile che l'attività di intercettamento e di terapia nei   confronti di queste patologie possa avvenire con la magica parolina che normalmente questo Parlamento spende nei suoi provvedimenti quando vuole lavarsene le mani in maniera pilatesca, cioè ad isorisorse. È evidente che per trattare una patologia, gioco d'azzardo patologico, che potenzialmente coinvolge ottocentomila italiani non si possa pensare di farlo a isorisorse. Ed è per questo che nella proposta di legge che la nostra Commissione ha sostanzialmente licenziato è previsto che vi sia un fondo specifico che venga destinato esplicitamente alla cura di questi malati.
Quindi, la raccomandazione più importante che noi ci sentiamo di fare al Governo, e che sembra sia stata accolta sostanzialmente dallo stesso nei pareri espressi sul dispositivo della mozione, è quella di mantenere risorse sufficienti e aggiuntive per il trattamento della patologia derivante dal gioco d'azzardo. Non sarebbe tollerabile che lo Stato, dopo aver venduto nelle rivendite di tabacchi le sigarette e il tabacco, decidesse che chi contrae una patologia tumorale al polmone non venga curato o venga curato a isorisorse, cosa impossibile. Lo stesso vale per il gioco d'azzardo patologico. Fa bene lo Stato a fare emergere le situazioni di illegalità e, quindi, a far rientrare, all'interno della legalità, il gioco d'azzardo ma ha il dovere di curare le persone che contraggono una patologia per effetto del loro contatto con il gioco d'azzardo. Ci fa piacere che il Governo abbia manifestato sensibilità in questa direzione e crediamo che lo stanziamento di risorse specifiche sia l'aspetto più importante che la nostra mozione sta richiedendo”.

 

 

 

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