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Baretta: 'Nessuna riapertura sanatoria, con delega convivano diversi interessi'

13 aprile 2015 - 13:33

Firenze - Non ci sarà nessuna riapertura dei termini per la regolarizzazione dei Ctd con le nuove entrate provenienti dai giochi previste dal governo che devieranno esclusivamente dall'emersione e, quindi, dall'inasprimento di sanzioni e controlli sul territori. Tani (Università di Firenze): Alcuni giochi caratterizzano maggiormente i comportamenti patologici

Scritto da Alessio Crisantemi
Baretta: 'Nessuna riapertura sanatoria, con delega convivano diversi interessi'

Parola di Pier Baolo Baretta, sottosegretario all'Economia, intervistato da Gioconews.it a margine del convegno di oggi di Firenze dal titolo 'Il rischio e la regola: i giochi pubblici come patologia, impresa e politiche delle istituzioni'.

"Le entrate previste dal governo nel Def - spiega - deriveranno dall'azione di contrasto all'illegalità avviata dall'esecutivo con la aleggi di stabilità e la regolarizzazione dei Ctd e proseguirà con i decreto applicativi che prevedranno inasprimento delle sanzioni e ulteriori controlli sul territorio".

 

"L'obiettivo primario - ricorda Baretta - è da sempre quello di combattere l'illegalità specialmente perché se si va verso la riduzione dell'offerta di gioco come faremo, dovremo intervenire sul contrasto con forte decisione, altrimenti saremo dei folli. Anche per dare un segnale agli operatori".

Il sottosegretario esclude quindi tassativamente l'ipotesi di una riapertura dei termini della sanatoria sui Ctd: "Se ipotizzassimo una riapertura daremo un segnale sbagliato nei confronti di chi ha aderito. E poi non ne vediamo la necessità visto che il prossimo anno ci saranno anche le gare pubbliche per diventare concessionari".

Riguardo alle slot la linea rimane la stessa. E i tempi, pure: "Il termine che abbiamo previsto per la sostituzione del parco macchine è di due anni per dare il via alle nuove slot, che partiranno quindi teoricamente a metà 2017 se i tempi di attuazione della delega rimangono quelli ipotizzati".

LA CHIAVE DI VOLTA – Nel suo intervento in sala, il sottosegretario evidenzia ancora: “La scelta del legislatore di intervenire sul gioco è emersa chiaramente per via della rilevanza di questo settore e degli aspetti ad esso connesso, visto che il gioco è materia assai complessa e delicata. In particolare la strategia intrapresa nel tempo dallo Stato è stata quella di coprire il territorio con un'offerta di gioco legale. Ma diverse anomalie hanno portato alla situazione attuale che sappiamo essere di una distorsione dell'offerta che è stata compromessa da una serie di deviazioni che oggi hanno fatto diffondere un sentimento di forte contrasto nei confronti dei giochi anche in ambiente politico. Il governo – spiega - ha deciso di intervenire per riportare il settore in un'ottica di sostenibilità facendo anche un atto di coraggio e personalmente ho scelto una metodologia particolare che è quella del confronto aperto con tutte le parti interessate per poi arrivare a un momento di sintesi che si dovrebbe chiudere entro l'estate.

 

GLI OBIETTIVI DELLA DELEGA - Gli obiettivi su cui ci siamo mossi sono tre: in primis la tutela della salute, che è un tema centrale, e secondo la lotta all'illegalità, due temi che vengono spesso affrontati in maniera errata perché parliamo sempre di gioco e dipendenza ma solo di gioco legale e dimentichiamo di considerare che esiste un'offerta di gioco illegale che aspetta proprio un passo falso del legislatore per sostituirsi all'offerta lecita. Il terzo obiettivo perseguito dal governo è quello della raccolta erariale che deve essere mantenuta a livelli accettabili per lo Stato. Molti si chiedono come poter far convivere questi obiettivi, visto che parliamo di ridurre l'offerta di gioco mantenendo però le entrate per lo stato. E la risposta sta nel recupero del sommerso. Questi tre punti devono necessariamente convivere e il punto centrale della discussione diventa proprio questo: far convivere questi tre interessi. Da qui la risposta politica non può che essere un testo unico sui giochi. Ed è proprio quello che fa la legge delega, che si propone come un testo unico".

 

I PUNTI CHIAVE – Baretta sottolinea: “I punti chiave della delega sono cinque: riduzione dell'offerta diffusa sul territorio, cosa che facciamo in maniera seria e profonda, trovando dei criteri che racchiudono questo risultato. Tra questo abbiamo pensato alle metrature minime per ogni slot e alla definizione di ambenti dedicati. Non visibilità dall'esterno delle slot e totale divieto di accesso ai minori con coinvolgimento dell'esercente nel controllo di questo divieto. Applicare questi criteri porterà a una riduzione di 80/100 mila slot sul territorio. La seconda parte di intervento è quella di sostituire le slot machine sul territorio con macchine più evolute e più facilmente controllabili. E soprattutto non manipolabili. Per questo chiediamo al mercato di creare un nuovo prodotto che abbia questo criteri e posso aggiungere che io considero questa una sfida per i costruttori italiani e una opportunità. Tra le idee in discussione ci sarebbe anche quella della tessera di riconoscimento del giocatore, non ancora esplorato. Altro punto di intervento è quello delle regole di accesso al gioco e sulla pubblicità, ma abbiamo messo da parte la limitazione degli orari perché è un tema delicato e soggetto a varie sfumature e considerazioni. So che in altri paesi funziona così ma questo tipo di limitazione potrebbe dare luogo a contenziosi in Europa.

Oltre alla riduzione dell'offerta però l'intervento che faremo è quello di razionalizzare la dislocazione degli ambienti di gioco sul territorio. Il tema delle distanze di luoghi di gioco da luoghi sensibili è proprio dei movimenti 'no-slot' e avrebbe effetti negativi tra cui l'aggregazione di sale da giochi nelle periferie.

Altro tema di interesse è quello della gestione dei casinò: ne abbiamo quattro e in crisi. Il rischio è quello di vederli fallire o privatizzare. Teniamo anche presente che c'è una forte richiesta da parte della città di Taormina per aprire un casinò e questo significa che bisogna affrontare anche questo problema.

Ultimo punto di intervento è quella della revisione fiscale in cui lo Stato si assume un rischio spostando la tassazione dalla raccolta al cassetto, correndolo ma puntando a rendere competitivo il mercato. Ovviamente questo tipo di intervento richiede un altro ritocco alle percentuali di vincita per evitare effetti collaterali e dare più margine di movimento agli operatori”.

 

AMUSEMENT E IPPICA - Baretta punta infine l’accento sul fatto che “dobbiamo provare a rilanciare e valorizzare il gioco senza vincita in denaro e tutto quello che ha bassa compulsività. Criterio che coinvolge anche il settore dell'ippica: gli ippodromi sono un luogo fisico e devono e possono essere pensati come luoghi di intrattenimento. Questa operazione è sicuramente difficile e in fase di costruzione ma nelle prossime settimane si potrà discutere insieme al resto".

Nei prossimi giorni, anticipa in conclusione Baretta, “la bozza del pacchetto di norme verrà presentata alla Commissione antimafia chiedendo un parere sulla riforma che si vuole attuare e che nelle prossime settimane verrà presentata in parlamento".

 

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