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A ciascuno il suo: Ribaudo (Pd) 'Su gioco un impegno contro la patologia'

23 maggio 2015 - 08:45

“In sede di approvazione della Delega fiscale sono state stabilite alcune priorità riguardanti il gioco pubblico, a partire da una sua razionalizzazione e dal conferire potere ai sindaci per regolamentare la materia e autorizzare gli esercizi nei comuni, tenendo conto anche di una pianificazione specifica”.

Scritto da Sara Michelucci
A ciascuno il suo: Ribaudo (Pd) 'Su gioco un impegno contro la patologia'

Il deputato Pd Franco Ribaudo, componente della commissione Finanze e di quella parlamentare per le questioni regionali, mette l’accento sulla necessità da parte della politica di intervenire sul tema del gioco pubblico, anche alla luce della ‘questione sociale’ che porta con sé. “L’intervento dei territori sul settore deve essere orientato a dover decidere dove posizionare i luoghi di gioco in base alla tutela del territorio e dei cittadini. Abbiamo capito che la materia è molto complessa sia per il volume di somme di denaro che lo stato si trova a gestire, sia per il fatto che questo denaro può portare con sé problemi di riciclaggio e di attrazione della criminalità. E dall’altra parte non possiamo non considerare i problemi sociali legati al gioco patologico. Questo ha ricadute sia sulla società che sullo stato stesso. Ci siamo posti, quindi, la questione se lo stato debba ancora gestire una materia che ha anche ricadute sociali così importanti. Si è costituito anche un intergruppo parlamentare sul gioco per arrivare a una proposta definitiva e possiamo asserirei che la filosofia di base è di voler ridurre il gioco sul territorio”.

 

Lei è stato relatore in commissione del decreto sulle lotterie nazionali. A suo avviso come si possono rilanciare?

“Le lotterie nazionali sono altra cosa rispetto al gioco che prevede una vincita immediata e che ora va per la maggiore. Da dodici, agli inizi del Duemila, le lotterie nazionali si sono ridotte alla sola Lotteria Italia e ora, con il nuovo decreto, se ne faranno due, tra cui una abbinata alla manifestazione ‘Premio Louis Braille’, organizzata dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli  Ipovedenti. Come già avvenuto negli anni scorsi, la Lotteria Italia è collegata a trasmissioni radiofoniche e televisive di notevole richiamo che possono assicurare un impatto mediatico positivo: tale collegamento, nonché la circostanza che non sono state previste altre lotterie, induce a ritenere possibile un andamento positivo di tale gioco. Ma per rilanciare le lotterie nazionali bisogna puntare anche sulla solidarietà. Le ragioni del costante andamento negativo delle lotterie a estrazione differita sono connesse, da un lato, all’incremento esponenziale delle offerte di gioco, soprattutto quelle con prospettiva di vincita immediata, dall’altro lato, al fatto che si è perso il senso dell’abbinamento a manifestazioni e a eventi tradizionali, da cui discende il sostanziale disinteresse degli organizzatori di tali manifestazioni, i quali, a differenza di quanto avveniva in passato, non nutrono più aspettative circa il fatto che l’abbinamento a una lotteria nazionale possa apportare loro un significativo ritorno economico. Vogliamo tentare di dare un obiettivo solidaristico alla lotteria nazionale, con la speranza che possa suscitare interesse da parte delle persone. Il decreto va in questa direzione”.

A suo avviso come si andranno a conciliare le leggi regionali vigenti sul settore del gioco d’azzardo con la riforma contenuta nella Delega?

“Sicuramente la risposta è nella riforma del Titolo V della Costituzione, che stiamo approvando. Sono riportate in capo allo Stato alcune competenze e il tema della sussidiarietà diventa di fatto fondamentale, anche quando si parla di gioco. Non è possibile che enti diversi abbiano le stesse funzioni e competenze. È questa la chiave di discussione fondamentale. Le Regioni e gli enti locali  hanno una funzione, ma verrà specificato nel Titolo V chi ha competenza su cosa e la Delega sarà coerente a quanto stiamo facendo in tale direzione”.

Crede che il Governo debba conferire una sorta di ‘tassa di scopo’ alle Regioni per iniziative a favore della lotta al gioco patologico, reperendola semmai da una parte degli introiti che arrivano proprio dal gioco stesso?

“Se il gioco crea certi danni, deve essere anche nella condizione di risarcirli. Le società di gioco possono e devono contribuire alla prevenzione e alla cura. Questo è un tema molto serio per capire chi si dovrà fare carico dei costi e dei danni sociali del gioco patologico. Per il futuro, ad esempio, si può pensare a un accantonamento degli utili delle società di gioco per servizi di cura e prevenzione”.

Lei è d’accordo su una razionalizzazione del gioco e in che termini?

“Bisogna mettere lo Stato e i territori in condizione di controllare l’offerta di gioco. La parola chiave è pianificazione, dove il controllo riveste poi un ruolo fondamentale. Le autorizzazioni per l’apertura delle sale non passano dai sindaci, ma è giusto che le amministrazioni locali siano coinvolte da chi rilascia i permessi in modo che ci sia una visione d’insieme. La figura dell’ente locale è basilare, poiché ha una responsabilità nel processo di crescita dei cittadino”.

Per quanto riguarda le distanze delle sale giochi dai luoghi ‘sensibili’, che idea si è fatto?

“È uno dei tanti strumenti, ma non significa voler ghettizzare il gioco, bensì serve una razionalizzazione. Si punta comunque su altri elementi, come ad esempio la riduzione del numero delle macchine”.

Cosa ne pensa dell’introduzione del gioco patologico nei Livelli essenziali di assistenza?

“Su questo c’è ancora tanto da lavorare. Ne abbiamo discusso in commissione interdisciplinare. È stato riconosciuto come patologia, ma bisogna ancora trovare le coperture adeguate”.

Cosa pensa della questione del gioco online, sollevata da diversi politici come problema?

“Il gioco via web sfugge ancora da un controllo serrato, soprattutto per quanto riguarda l’accesso ai minori. Mi auguro che nella Delega fiscale possa essere messo a punto. Come commissione Finanze abbiamo aperto un altro versante per intervenire sulla vicenda del digitale, ma ci deve essere un provvedimento che sia in linea con le scelte europee. Occorrono interventi quadro”.

Sulla lotta all’illegalità, poi, Ribaudo ribadisce che si tratta di un tema fondamentale. “Avere stabilito il numero di macchine consente un controllo più facile su quelle che non sono collegate. Il sistema concessorio è sicuramente fondamentale in tutto questo, ma bisogna lavorare molto sul complesso dei controlli”.  

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