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Gioco: un modello europeo per la pubblicità made in Italy

20 luglio 2015 - 08:31

Prima l'annuncio di una riforma, poi la decedenza dell'intero 'codice dei giochi': ma nel frattempo l'unico tema che rimane in piedi è il divieto di pubblicità. Proviamo a caprine di più, guardando anche all'estero.

Scritto da Redazione
Gioco: un modello europeo per la pubblicità made in Italy

In Italia il governo aveva annunciato, nella riforma dei giochi da introdurre con la legge delega, poi decaduta, delle nuove misure per limitare la pubblicità del gioco pubblico sui media. Misure che sono tornate in auge in alcune proposte di legge presentate ora in Parlamento. E che probabilmente non rappresentano una soluzione utile in termini di prevenzione o educazione al consumo. Anzi. È quindi lecito chiedersi, guardando all'estero, se ci sono modelli o esperienze a cui fare riferimento. Gioco News ha esplorato alcune tra le normative in materia più interessanti, nell’intento di offrire uno spunto di riflessione su come negli altri paesi europei si cerca di conciliare la tutela del gioco sano e lecito con la salvaguardia del giocatore e del business degli operatori.

 

TERRESTRE E ONLINE, DIVERSA REGOLAMENTAZIONE IN SPAGNA - “Le misure per limitare la pubblicità del gioco sono oggetto di attenzione non solo in Italia ma nella maggior parte dei Paesi regolati. Tra questi il caso spagnolo è sicuramente un benchmark significativo ed anche per certi versi peculiare”. Lo sottolinea Mauro De Fabritiis, partner della società di consulenza Mag, esperto di gaming internazionale e attivo sul settore spagnolo. “Esiste in Spagna una netta distinzione tra fisico e online. Il canale fisico in Spagna è suddiviso nelle seguenti categorie: settore cosiddetto privato (‘sector privado’) regolato su base regionale, che comprende i casinò, le sale bingo e le macchine da intrattenimento installate in bar o saloni di gioco; il monopolio, regolato su base nazionale, che comprende le lotterie ed è presidiato da Selae (Sociedad Estatal de Loterias y Apuestas del Estado) ed Once (Organizacion Nacional de Ciegos Espanoles).
La pubblicità nel fisico è vietata dai regolamenti regionali relativamente a casino, bingo e macchine da intrattenimento, mentre è paradossalmente permessa a Selae e Once. Discorso diverso vale per il gioco online, in cui il processo di regolazione della pubblicità ha subito evoluzioni ed è riconducibile, a mio giudizio, a tre fasi. Fase 1: prima del 2011. Il gioco online era in una situazione di vuoto normativo (‘vacio legal’) per gli operatori .com che operavano nel mercato spagnolo realizzavano investimenti in pubblicità e sponsorizzazioni, a dispetto degli operatori privati del settore fisico. Fase 2: la promulgazione della legge 13 del 27 di maggio 2011 avvia la regolazione del gioco online e prevede una disciplina specifica per attività di pubblicità e promozione delle attività di gioco, misure per la protezione dei giocatori e a favore del gioco responsabile. Tali misure sono state recepite all’interno di un codice di condotta (‘Codigo de Conducta’), un’iniziativa sviluppata di concerto tra il regolatore spagnolo (Dgoj) e Autocontrol, una organizzazione spagnola senza fini di lucro che si occupa di gestire forme di autoregolazione della pubblicità. L’obiettivo del Codigo, a cui gli operatori di gioco online decidono discrezionalmente di aderire, è quello di contribuire ad un migliore sviluppo dell’attività pubblicitaria sul gioco a beneficio dei consumatori e degli operatori del settore. L’ambito di applicazione del Codigo de conducta è la pubblicità, la promozione, il patrocinio e qualunque altra forma di comunicazione commerciale diffusa in Spagna relativamente ai giochi regolati dalla legge 13/2011. Fase 3: Adozione di un Real Decreto sulla pubblicità che recepisca la disposizioni contenute nel Codigo e costituisca una sistematizzazione della normativa sulla materia. Attualmente in corso. Il Codigo de conducta rappresenta pertanto lo strumento di disciplina dell’attività pubblicitaria e promozionale degli operatori online attualmente disponibile in Spagna. Il Codigo si basa su alcuni principi cardine: l’identificazione: la pubblicità deve essere individuata come tale. La veridicità: le comunicazioni commerciali devono essere veritiere e pertanto non indurre ad errore i propri destinatari. La responsabilità sociale: la pubblicità non deve essere potenzialmente pregiudizievoli per i destinatari. Il gioco responsabile: proibizione di pubblicità che possano indurre a comportamenti di gioco problematico. La protezione di alcune categorie: i minori e le categorie più vulnerabili devono essere protette. Il Codigo prevede inoltre alcune limitazioni orarie per emissione di programmi o spot in Tv: Giochi da casino, scommesse sportive ed ippiche a quota fissa, concorsi televisivi: dalle 22 alle 6 del mattino, scommesse sportive a quota fissa: in qualsiasi momento durante lo svolgimento dell’evento sportivo o della categoria di eventi a cui fanno riferimento. Senza limiti: bingo, scommesse a totalizzatore, ed altre scommesse sempre all’interno delle fasce di protezione per i minori. Programmi di gioco in Tv: permessi dall’una alle cinque del mattino. Le imprese che aderiscono al Codigo devono inviare ad Autocontrol, al fine di recepire un parere confidenziale e vincolante, il materiale oggetto dell’iniziativa promozionale in un tempo massimo di 3 giorni”.
Quando sono state introdotte queste regole sulla pubblicità? Sono state aggiornate di recente e/o si prevedono aggiornamenti in futuro?
“Le regole sulla pubblicità sono state recepite nel Codigo in concomitanza con la partenza del mercato del gioco online spagnolo a giugno 2012. Il Codigo ha poi subito alcuni aggiornamenti nel 2013, ma di scarso rilievo. Il passo successivo è avvenuto a metà marzo 2015, quando la Dgoj ha pubblicato per consultazione pubblica una bozza di Real Decreto sulla pubblicità ed il gioco responsabile che recepisce i contenuti del Codigo ed introduce alcune misure più restrittive rispetto al codigo. Il decreto proposto dalla Dgoj mira a definire e potenziare il gioco responsabile cosi come l’adozione di misure di protezione dei minori, che vede come tra i più pregiudicati rispetto alle attività di gioco online. Tra i temi che suscitano maggiore polemica tra gli operatori ci sono i limiti imposti sulla pubblicità e, per citare i più rilevanti: l’obbligo di mostrare la parola ‘pubblicità’ in tutti le comunicazioni commerciali; l’obbligo di mostrare il messaggio ‘gioca con responsabilità’; il divieto di utilizzare persone famose, di rilevanza o notorietà pubblica nelle comunicazioni commerciali sul gioco, essendo il loro utilizzo ammesso per le sole comunicazioni sul gioco responsabile; l’obbligo di includere in maniera chiara il divieto del gioco ai minori; proibizione di indirizzare comunicazioni ai minori attraverso i social network; divieto ad effettuare promozioni sui bonus di importo superiore ai 600 euro; divieto ad effettuare promozioni sulle quote delle scommesse durante lo svolgimento dell’evento oggetto di scommessa; proibizione di emettere spot Tv sul bingo prima delle 22; obbligo ad offrire un numero di telefono gratuito per assistenza in materia di gioco responsabile. Il decreto, tornerà dal vaglio di Bruxelles nella prima metà di luglio 2015. L’adozione è prevista nell’ultimo trimestre 2015 e, comunque, dato l’iter normativo previsto, non prima di settembre”.
In generale, il modello spagnolo per la pubblicità del gioco, potrebbe essere replicato in Italia, in toto o in parte? Quali le esperienze spagnole da replicare, a tuo giudizio?
“Sulla regolazione della pubblicità credo sia opportuno mettere a fattor comune tra differenti Paesi che hanno regolato il gioco alcuni principi. Mi riferisco alle misure sul gioco responsabile, a tutto ciò che preserva il consumatore dal rischio di comportamenti patologici (gioco compulsivo o irresponsabile) ed al divieto di accesso al gioco da parte dei minori. In Italia gran parte di queste misure sono già contenute nel Decreto Balduzzi. Reputo sia estremamente utile per l’Italia mettere a fattor comune le esperienze con Paesi che, come la Spagna, affrontano problematiche simili. La protezione del giocatore e delle categorie più deboli è anche protezione per gli operatori e per lo Stato. Un sistema dotato di regole certe e condivise non può che funzionare meglio per tutti gli attori. Spagna ed Italia potrebbero avviare una collaborazione su questi temi, identificando progetti comuni. Ritengo per questo fondamentale che ci si doti di strumenti di misurazione dell’efficacia delle misure intraprese, che aiutino a valutare l’utilità ed il buon esito delle stesse. Un’unica raccomandazione: tutelare il consumatore non significa arrivare a forme di proibizionismo assoluto, come il divieto di fare pubblicità, che rischiano di minare la sostenibilità di un settore industriale che, al pari di altri, deve tutelare gli interessi degli attori che ne fanno parte, in primis il consumatore”.
LA DANIMARCA PUNTA A COMBATTERE L’ILLEGALITÀ - In paesi come la Danimarca il controllo della pubblicità di gioco serve in primis a combattere l’illegalità. Per questo motivo la Dutch Games of Chance Authority (Kansspelautoriteit - Ksa), ente di controllo sul settore, ha deciso di collaborare con gli operatori di alcuni mezzi di comunicazione di massa, promuovendo accordi relativi alla prevenzione e la lotta di annunci pubblicitari che provengono da operatori del gioco illegali. L’accordo è stato stretto tra la Ksa e otto operatori di comunicazione. L’obiettivo è quello di far crescere il numero dei media coinvolti e di contribuire alla salvaguardia dell’interesse pubblico, come la prevenzione della dipendenze da gioco, la protezione dei consumatori e la lotta contro potenziali frodi e la criminalità. Inoltre, sono stati adottati degli accorgimenti relativamente agli spazi pubblicitari sulla carta stampata, su radio, tv e internet. I mezzi di comunicazione che hanno aderito all’accordo eviteranno che gli spazi pubblicitari vengano offerti ad operatori di gioco illegali.
OPERATORI OLANDESI RESPONSABILI E AUTOREGOLAMENTATI - “Non vogliamo commentare decisioni prese da altri governi. Questi sono i risultati di un processo democratico che possiamo solo rispettare. L’unica cosa che possiamo fare è spiegare come norme comparabili e legislazione funzionano nei Paesi Bassi”. Lo afferma Martijn van de Koolwijk portavoce della Netherland Gaming Authority (Nga), il regolatore del gioco olandese. “Dal 2013 nei Paesi Bassi la pubblicità sul gioco in Tv è vietata dalle 06:00 alle 07:00 del pomeriggio, esclusa la menzione neutra di sponsorizzazione di offerte multimediali. La nostra esperienza è che queste regole sono rispettate, perché le aziende vogliono assumersi la loro responsabilità sociale nei confronti dei minori”.
Con ogni probabilità, in Italia, ci sarà un divieto delle fasce orarie nei programmi Tv, ma c’è chi chiede anche il divieto di pubblicità di gioco negli eventi sportivi. Qual è il suo parere?
“Non c’è una regola comparabile su questo argomento nel nostro paese, quindi non ce la sentiamo di esprimerci”, aggiunge van de Koolwijk.
In Olanda la pubblicità sul gioco com’è regolamentata?
“La pubblicità sul gioco è normata dal 2013 attraverso una specifica legislazione che si chiama ‘The Decision on recruitment, advertising and gambling addiction prevention’ (La decisione sul reclutamento, pubblicità e prevenzione della dipendenza da gioco, Ndr)”.
La reclame sul gioco rappresenta un pericolo, secondo le istituzioni per minori e consumatori?
“In qualsiasi modo nei Paesi Bassi è vietato proporre gioco e pubblicità di gioco ai minori”.
Nel limitarla eccessivamente non si rischia di creare maggiore confusione tra ciò che è legale e ciò che non lo è? “Riteniamo che un consumatore sia pienamente in grado di distinguere e fare la differenza tra gioco legale e illegale. Per aiutarlo in questa decisione, la Netherland Gaming Authority, Nga fornisce comunque ai consumatori informazioni su come riconoscere le offerte illegali”.
Cosa pensa della possibilità di un codice di autoregolamentazione degli operatori di gioco?
“Nei Paesi Bassi il ‘The Decision on recruitment, advertising and gambling addiction prevention’ è in parte stato registrato e questa forma di autoregolamentazione è certamente necessaria. Notiamo che il settore del gioco si sta assumendo la propria responsabilità su questo punto specifico”.
 

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