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Gioco, no a pubblicità in Tv e radio: De Biasi 'Su Gap non si diano numeri a caso'

31 luglio 2015 - 07:27

Nella seduta di ieri l’Aula del Senato, impegnata nell’esame  della proposta di riforma della Rai e del servizio pubblico radiotelevisivo, nel testo licenziato dalla Commissione Lavori pubblici, ha approvato l’ordine del giorno a prima firma del senatore Jonny Crosio (Lega Nord) che impegna il Governo a vietare la pubblicità del gioco d’azzardo non solo sulle reti Rai ma anche su tutte le Tv e radio.

Scritto da Anna Maria Rengo
Gioco, no a pubblicità in Tv e radio: De Biasi 'Su Gap non si diano numeri a caso'

L’ordine del giorno, accogliendo l’invito del relatore Raffaele Ranucci,  raggruppa i tre emendamenti che la Lega aveva presentato per vietare la pubblicità del gioco sulle reti Rai ed estende il divieto “a tutte le televisioni che trasmettono sul territorio nazionale e a tutte le radio”, ha spiegato Crosio in Aula.

 

LA DISCUSSIONE IN AULA - Un ordine del giorno “assolutamente condivisibile” da parte del Movimento 5 Stelle, spiega il senatore Giovanni Endrizzi. “Oggi è divenuto urgente abolire la pubblicità sul gioco d'azzardo. Per questo abbiamo presentato dei disegni di legge semplici e mirati, perché almeno questo aspetto che riguarda anche la cultura di un Paese e la civiltà venga modificato. Quando dico abbiamo non mi riferisco soltanto al Movimento 5 Stelle, ma ai tanti parlamentari che hanno sottoscritto diverse proposte di legge per chiedere una cosa che i cittadini italiani avrebbero già deciso, una cosa che viene chiesta dalle associazioni che si battono per la legalità e per la salute, che si battono per un nuovo e diverso modello culturale”. Non ho nessuna riserva sull’abolizione della pubblicità del gioco d’azzardo in televisione, sapendo però che dovremo parlare anche della pubblicità online», ha aggiunto la presidente della Commissione Sanità, Emilia De Biasi (Pd). “Pregherei però i colleghi di non dare i numeri a casaccio: non è vero che ci sono tre o quattro milioni di persone che sono in cura, non è vero neanche che ce ne sono due. Cerchiamo cortesemente di mantenerci nel campo della razionalità, altrimenti raccontiamo menzogne alla gente e ingeneriamo una paura che non ha ragion d’essere. Cerchiamo piuttosto, al momento opportuno, di essere un po’ più solidali quali si chiedono le risorse i servizi”, ha concluso.

Sul tema è intervenuto anche il senatore della Lega Nord Stefano Candiani: “La questione è evitare che ci sia la diffusione del gioco d'azzardo in tutte le nostre città con le macchinette. Questa è la situazione che si è creata. Il Governo oggi sta facendo cassa sulle spalle e sulla salute dei cittadini e mette le mani nelle tasche dei cittadini”.

 

IL TESTO DELL’ORDINE DEL GIORNO APPROVATO - Il Senato, in sede di esame del disegno di legge recante disposizioni per la "Riforma della Rai e del servizio pubblico radiotelevisivo"; premesso che: il perdurare della crisi economica è causa di pericolosi fenomeni di carattere sociale quali la diminuzione della propensione al risparmio e la ricerca di un facile arricchimento fondato sull'aleatorietà. Fra i vari giochi d'azzardo legali, in continua espansione, preoccupa la crescita dei videogiochi sempre più diffusi in tantissimi esercizi, a disposizione di qualsivoglia giocatore, senza alcuna limitazione o restrizione di sorta; in Italia esistono 400.000 apparecchi da intrattenimento (slot-machine) e oltre 6.000 locali o agenzie autorizzati, frequentati da 15 milioni di giocatori abituali, tra cui 3 milioni di giocatori soggetti al rischio del gioco patologico e circa 800.000 giocatori già patologici. Secondo alcune stime, una quota di queste, circa 120.000 persone, già soffre di dipendenza comportamentale da gioco d'azzardo patologico; dal 2003 a oggi la raccolta è aumentata di oltre il 500 per cento, passando da 15,5 a oltre 80 miliardi di euro. Secondo i dati AAMS il mercato dei giochi d'azzardo è suddiviso principalmente tra slot-machine (56,1 per cento), giochi online (16,3 per cento) e lotterie (12,7 per cento), oltre che lotto (8,5 per cento) e giochi di abilità a distanza con vincita in denaro (cosiddetto skill games) (7,7 per cento); la compulsione da gioco colpisce maggiormente soggetti in condizioni economiche già critiche, che, nella speranza di migliorarle, finiscono per non essere più in grado nemmeno di acquistare i beni di prima necessità per se stessi o per la propria famiglia, tanto da finire per entrare nel circuito dell'assistenza sociale; il solo costo sanitario annuale per curare le persone dipendenti dai gioco patologico ammonta a 5-6 miliardi di euro, mentre il gettito erariale generato ammonta a 8 miliardi di euro; alcuni sociologi, che hanno affrontato il fenomeno del gioco come speranza di vincita, lo hanno classificato fra i comportamenti che creano dipendenza, seppur diversa da quella da alcool o droghe, ma sempre in grado di arrecare gravi danni ai giocatori, in termini economici e affettivi. Un dato desta sconcerto: il 66 per cento dei disoccupati gioca d'azzardo ed è alta l'incidenza di suicidi; è tempo di considerare la dipendenza dal gioco, alla stregua della dipendenza dal tabacco o dell'alcool, come un comportamento socialmente dannoso, il cui abuso porta alla dipendenza da gioco d'azzardo, vera e propria malattia riconosciuta a livello internazionale dall'Organizzazione mondiale della sanità; se per arginare altri preoccupanti fenomeni sociali, come il fumo, si sono adottati alcuni accorgimenti riconosciuti da tutti come sacrosanti, come il divieto di pubblicità per le sigarette, è doveroso imporre per legge da parte di tutte le emittenti radiofoniche e televisive anche il divieto di qualsiasi comunicazione commerciale audiovisiva e radiofonica, diretta o indiretta, che induca all'acquisto di prodotti o alla partecipazione ad attività di gioco, quali lotterie, concorsi a premio, scommesse sportive, newlot o ad attività, anche online, comunque denominate finalizzate alla riscossione di somme di denaro, la cui vincita sia determinata esclusivamente dal caso;  il gioco d'azzardo è vietato dal codice penale, ma è stato introdotto nel nostro Paese ‘il gioco con partecipazione a distanza’, vale a dire la licenza, concessa a varie società per la gestione di apparecchi per il gioco online, con un considerevole aumento del fatturato per le società concessionarie. Non a caso, negli ultimi anni, l'industria del gioco d'azzardo è diventata una delle più importanti del Paese, tanto che slot-machine, poker, scommesse e giochi d'azzardo di diversa natura hanno inondato il mercato a ritmi sempre più frenetici, con notevole crescita dei giocatori, che coinvolge ogni gruppo sociale, compresi pensionati, casalinghe, giovani e facendo dell'Italia il primo Paese al mondo per spesa pro capite dedicata al gioco; non si può tollerare che le emittenti radiotelevisive perpetrino nel pubblicizzare forme di gioco cosiddetto compulsivo anche perchè, secondo i dati della Consulta Nazionale Fondazioni Antiusura, il gioco d'azzardo è considerato la maggior causa di ricorso a debiti e/o usura in Italia e il principale costo sociale generato dall'aumento esponenziale del ricorso al gioco d'azzardo è il sovraindebitamento familiare e, anche per questo, la dipendenza dal gioco, ludopatia, è una delle principali cause di suicidio,  impegna il Governo ad intervenire, con gli appositi strumenti normativi, anche apportando le opportune modifiche al Testo unico sui servizi media audiovisivi e radiofonici di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n.177, introducendo il divieto assoluto di qualsiasi comunicazione commerciale audiovisiva e radiofonica, diretta o indiretta, che induca all'acquisto di prodotti o alla partecipazione ad attività di gioco, quali lotterie, concorsi a premio, scommesse sportive, newlot o attività, anche online, comunque denominate finalizzate alla riscossione di somme di denaro, la cui vincita sia determinata esclusivamente dal caso.

 

L'ITER - Il voto finale del provvedimento di riforma della Rai è atteso per oggi.

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