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Peleggi: ‘Sul gioco non si dimentichi il valore della riserva statale’

23 novembre 2015 - 17:17

Alla Camera  il seminario sui giochi pubblici: gli interventi di Giuseppe Peleggi (Adm) e del comandante della Finanza Saverio Capolupo.

Scritto da Sm
Peleggi: ‘Sul gioco non si dimentichi il valore della riserva statale’

"Sul gioco il dibattito si è vivacizzato nel corso degli ultimi tre anni e ancora di più nel corso degli ultimi mesi. E’ fuori di dubbio che esiste un modello italiano, ma si deve capire se si discute di tale modello o della dimensione che ha assunto il gioco”. Lo afferma il direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Giuseppe Peleggi, nel suo intervento al seminario sui giochi pubblici organizzato dalla commissione Finanze della Camera.

“Qual è il punto di equilibrio? E' questo che bisogna capire e che bisogna chiedersi. Attraverso il sistema di concessione è cresciuto il settore ma anche il controllo su di esso. L'effetto tecnologia poi c'è stato anche nel gioco, con l'online. Esiste poi un rapporto tra tecnologia e compulsività che è un rapporto particolare. esiste un rapporto tra macchine e essere umano che si è evoluto. Il rapporto con la rete è strano, è un po’ il 'Digito ergo sum'. E' difficile controllarla come genitori, ma anche nella discussione con i giovani, ma che va affrontata sicuramente. Un po’ come avviene con il gioco. La raccolta sta attorno agli 85 miliardi di euro. C'è un effetto redistributivo sicuramente tra chi gioca e chi vince e tutto il settore si muove in un ambito predisposto. Non spetta all'Agenzia il tipo di modello, perchè il modello è stato trovato. Questo ci sembra un modello forte e controllato. Alcune regole sono molto più forti in Italia che all'estero, come il gioco minorile. Tutto sommato è andata crescendo la ricerca di tutela. Una questione aperta resta quella della dimensione della salute e della sicurezza sociale che dipende dagli enti locali e quindi ci si muove in un'area in cui occorre trovare un punto di equilibrio. Bisognerà discutere con i territori sugli eventuali danni sociali. Ma non dimentichiamo il valore delle concessioni e della riserva statale”.
Peleggi si sofferma poi sulla questione dell'illegalità. “Se togliamo il gioco del tutto, cosa resta? Il proibizionismo apre delle questioni importanti e su cui la politica deve porsi delle domande. Quello che possiamo sicuramente fare è agire attraverso i controlli. Il livello dei controlli in Italia è elevato. Normalmente vengono fatti almeno 50mila controlli annuali. Le visite sono forti e il gioco è uno dei settori più controllati”. Il direttore invita infine a “stare attenti all'illegale che sostituisce il legale nell'immediato, anche alla luce delle nuove tecnologie".
 
L’INTERVENTO DI CAPOLUPO - Il comandante della Guardia di Finanza, Saverio Capolupo, aggiunge da parte sua: "Il quadro giuridico sul tema del gioco che si va delineando deve servire per fare maggiore chiarezza, anche alla luce del contrasto giurisprudenziale di fronte al quale ci troviamo a operare. Ci vuole un quadro giuridico che dia certezza. C'è stata negli ultimi anni una caduta di gettito, dovuta anche a una minore disponibilità finanziaria da parte dei consumatori, ma anche alla infiltrazione della criminalità organizzata. Ricordiamo due operazioni fatte in Campania e Calabria che ha evidenziato come la criminalità organizzata sia entrata nel settore. Il rapporto controverso tra soggetti residenti e allibratori non residenti va anche questo risolto. Valuto in maniera positiva le misure contenute nella legge di Stabilità 2016, anche se qualche affinamento può esserci, ma lascio la palla alla politica. Tornando al nostro lavoro, ci confrontiamo tutti i giorni con l'Agenzia delle Dogane e dei monopoli, ma la questione dell'illegalità non va risolta con la repressione del gioco tout court. Occorrono azioni congiunte come già stiamo facendo limitando alcune modalità di trasferimento di denaro". Secondo Capolupo “Ctd e totem sono insieme al gioco online i profili più delicati. Bisogna definire al meglio i rapporti tra società estere e operatori italiani e creare i presupposti di una certezza giuridica per gli operatori e per coloro che devono applicare la norma. Per noi la certezza resta il presupposto fondamentale. Vogliamo essere dalla parte del mondo economico che opera nella legalità, stoppando chi opera nell'illecito. La sinergia che si è creata in questo settore tra Gdf, Adm, polizia e carabinieri è fondamentale ma occorre una maggiore azione sulla legalità e sicurezza economica, con regole chiare e certe”.

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