skin

Angelozzi (Acadi): ‘Distanziometro non risolve problemi su territori', parola alla filiera

23 novembre 2015 - 17:55

Gli interventi del presidente di Acadi Guglielmo Angelozzi, del segretario generale dell’Anci e di tutta la filiera al seminario sui giochi pubblici organizzato alla Camera dei Deputati.

Scritto da Sm
Angelozzi (Acadi): ‘Distanziometro non risolve problemi su territori', parola alla filiera

Roma - "L'esigenza di dare un quadro normativo è stata in parte inevasa dalle amministrazioni centrali. Sarebbe auspicabile un incontro e dialogo con il Mef”. Lo sottolinea Veronica Nicotra (Anci), segretario generale dell'Anci, nel suo intervento al seminario sui giochi pubblici organizzato dalla sesta commissione Finanze della Camera. “L'obiettivo è superare un quadro normativo che non consente a chi lavora nel settore di non avere certezza delle regole. Lo chiediamo da tempo. Il tema della salute poi è fondamentale, regolamentando la presenza delle infrastrutture del gioco sul territorio. Anci ha lavorato con vari soggetti anche elaborando linee guida che consentisse ai comuni di affrontare la materia, ma serve che il regolatore nazionale dia una risposta sul quadro delle competenze nazionali e locali sul settore del gioco".

 

L’INTERVENTO DI ANGELOZZI - Guglielmo Angelozzi, presidente di Acadi evidenzia nel suo intervento: "C'è un eccesso di offerta; disallineamento tra stato e enti locali; ludopatia, gioco minorile e gioco illegale; instabilità del quadro normativo. Sono questi i quattro punti critici di fronte a cui siamo chiamati a intervenire. Acadi da tempo ha sottolineato la necessità di una riduzione dell'offerta di gioco. Le distanze dai luoghi sensibili non sono la soluzione ai problemi posti dalle amministrazioni locali, con cui occorre aprire il dialogo. In merito al terzo problema, dobbiamo ripartire da una analisi oggettiva che si fondi su dati certi e attendibili. Il settore degli apparecchi negli ultimi anni ha subito una serie di cambiamenti repentini che hanno portato a instabilità del mercato e degli investimenti. Gli investitori stentano quindi a credere a un settore che ha cambi così repentini nelle regole".

 

LE CRITICITA’ DELLA STABILITA’ – Ma non è detto che la Stabilità 2016 e le disposizioni che reca in materia di gioco possano rassicurare gli investitori. Marco Spallone, economista dell'Università Luiss in relazione all'articolo 48 della legge di Stabilità 2016 evidenzia come tre siano i punti fondamentali: “Da una parte l'innalzamento del Preu; la riapertura della sanatori per i Ctd e il bando scommesse per 15mila punti. Su questi tre temi mi sento di sollevare degli interrogativi. Per il Preu nella nota di accompagnamento alla legge si legge che dovrebbe generare entrate per circa 600 milioni di euro. Mi sembra che invece i volumi per gli apparecchi si stiano contraendo e quindi ci aspettiamo un meno 6% rispetto al 2014.

La riapertura dei termini per la sanatoria dei Ctd presenta altrettanti dubbi: mancano all'appello ancora 5mila punti e la riemersione non ha portato a grossi introiti per lo Stato; non è chiaro se quando si fa il calcolo dei 15mila punti si faccia riferimento anche ai 5mila Ctd. Se passiamo a 15mila l'offerta sarebbe più ampia, invece di diminuire, soprattutto se si aggiungono anche i 5mila Ctd. Anche gli introiti dai bandi di 500 milioni va messo in discussione perchè non è stata ancora superara la questione con i territori e quindi fare investimenti per le aziende diventa una questione complessa. Sullo sfondo di questa legge di Stabilità che presenta molti dubbi c'è il mancato compimento della delega fiscale che a mio avviso andrebbe ripresa, soprattutto sulla soluzione di passare alla tassazione sul margine in particolare per gli apparecchi da intrattenimento".

 

IL RAPPORTO CON GLI ENTI LOCALI - L'avvocato Valerie Peano aggiunge: "Davanti alla nuova Stabilità viene da chiedersi come si risolve il rapporto con gli enti locali. Non solo l'operatore italiano, ma anche l'operatore straniero non sa come poter operare. La mancata certezza del diritto porta a un allontanamento degli interessi anche per gli operatori esteri, con una disapplicazione a livello europeo della normativa sulla libera circolazione delle merci e dei servizi. Limitare, solo sulla base di elementi fiscali, l'operato di un operatore estero va contro i principi europei. Per quanto riguarda la restrizione della pubblicità, allo stesso modo, potrebbe esserci una limitazione dei principi europei. A mio parere avrebbe senso inquadrare meglio la propaganda sui giochi, ma senza vietarla".

 

LOTTOMATICA - Fabio Cairoli (Igt-Lottomatica) aggiunge: "Stiamo parlando di un'industria complessa, che persegue obiettivi di interesse generale. La regolamentazione del mercato deve essere sostenibile anche a partire dalla tutela del giocatore. Bisogna dare stabilità e certezza e uscire dall'ottica che nulla ha a che fare con l'impatto sociale del gioco. Il giocatore a rischio di dipendenza non è in Italia in numero maggiore rispetto a quello di altre dipendenze. Il divieto assoluto e la censura non possono portare a nulla di buono. L'Italia ha regolamentato con coraggio questo settore, diventando un modello di riferimento per altri Paesi. Buona parte degli introiti erariali proveniente dal gioco vengono reinvestiti in altre attività di tipo sociale e culturale. La contraddizione tra quadro normativo nazionale e locale va risolta con estrema urgenza, in quanto porta a problemi di illegalità. Bisogna dialogare con tutti i soggetti coinvolti per arrivare a un quadro regolatorio condiviso da tutti".

SISAL - Emilio Petrone amministratore delegato di Sisal sottolinea: "Di fronte alla novità regolatorie e normative bisogna capire come affrontare gli investimenti fatti. La regolamentazione territoriale è un tema di importanza fondamentale che se non gestito porta alla scomparsa del gioco legale e regolamentato in Italia. e' un tema di sopravvivenza del settore. Poi c'è la questione della tassa dei 500 milioni. Una delle soluzioni è di guardare gli ammontari e trovare una soluzione diversa per contribuire alle casse dello stato. Poi c'è la modalità con cui pagare la tassa, con i concessionari diventati esattori sulla filiera. Bisogna trasformare queste forme".

 

PAROLA ALL'ONLINE - Graham Wood, dell’operatore di gioco online Bet365, spiega: “Con una tassazione sul margine avremmo una leva economica che ci permetterebbe di convincere scommettitori a giocare con noi e non con operatori non autorizzati – ha detto ancora – un intervento del genere, grazie a un maggiore controllo, conterrebbe anche la corruzione sportiva: grazie a Sogei possiamo vedere anomalie e segnalarle ai Monopoli. L’identica questione vale anche per il riciclaggio: con una tassazione sul margine possiamo ridurre i problemi che ricadono anche sulle nostre spalle e questo aiuterebbe tutti”.

 L’INTERVENTO DI DISTANTE – Il vice presidente di Sapar, Domenico Distante, evidenzia la necessità di tutelare il gioco legale dal diffondersi dei totem: “Nei territori dove il gioco lecito è stato fortemente limitato abbiamo visto la nascita di apparecchi illegali spesso al posto delle sale dedicate al gioco lecito”.

 

E QUELLO DI ASCOB – Salvatore Barbieri, presidente di Ascob: “Le sale bingo sono i locali più controllati sul territorio nazionale, le norme devono essere applicare a tutte le sale. Nella legge di Stabilità viene pubblicato il bando per il bingo senza aver trovato una soluzione al problema degli enti locali. Rischiamo di partecipare a un bando di gara sena sapere se in quella sede potremo aprire o meno. Con questo bando 64 nostre sale hanno già fatto sapere che non potranno partecipare".

 

AGISCO E OBIETTIVO 2016– Maurizio Ughi, numero uno di Obiettivo 2016 e consigliere di Agisco, chiede: “Esiste il monopolio dello stato sui giochi? Di diritto sì, di fatto no. I nostri associati si domandano chi è che guida. Prima si parlava di regolarità di gioco sul territorio e di aprire locali controllabili e controllati, poi sembra che lo Stato intenda intervenire sull’offerta di gioco solo per fare cassa. Se il gioco non è controllato come avviene nella rete parallela, è lì che si crea la dipendenza. Da un lato di sono transfrontalieri che accettano scommesse in Italia, dall’altro gli enti locali normano per limitare il gioco”.

 

SAPAR – Raffaele Curcio, presidente Sapar, aggiunge: “Questo deve essere un momento di confronto in vista di una nuova legge di Stabilità che sta per abbattersi sul settore, questo mentre siamo ancora colpiti da quella del 2015. Non si devono ‘sistemare’ solo gli apparecchi (se così si può dire, visto che il settore è stato considerato come un bancomat). C’è una situazione di stallo e ci si deve far carico di tutti i soggetti della filiera. Oggi si parla di tutela dei minori e del giocatore, principio sacrosanto, ma la tutela non si fa andando a vietare ciò che finora è stato legale. Bisogna fare riflessione più organica, non si è pensato ai risvolti sociali ma non è l’uso del gioco che lo rende pericoloso, semmai l’abuso. Sulla prevenzione in Italia siamo rimasti indietro. La revisione organica va fatta su tutto il settore e non va fatta a spot.

La Stabilità

 

2015 ha

creato una grossa conflittualità nel settore”. Curcio invita a “fare attenzione a togliere il gioco legale. Bisogna trovare un punto di equilibrio”.

 

Articoli correlati