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Umbria, mancata attuazione legge Gap: inapplicabili misure Irap

03 maggio 2016 - 15:16

Al Consiglio regionale dell'Umbria si parla della mancata attuazione della legge regionale sul Gap: il dibattito in Aula evidenzia posizioni assai contrastanti.

Scritto da Redazione
Umbria, mancata attuazione legge Gap: inapplicabili misure Irap

 

 Il presidente del Comitato per il monitoraggio e la vigilanza sull'amministrazione regionale, Raffaele Nevi, ha illustrato all'Assemblea legislativa dell'Umbria il report sulla attuazione delle misure previste dalla legge regionale contro il gioco patologico, rilevando che “la legge risulta completamente inattuata”. In seguito ha svolto una relazione anche Carla Casciari (vicepresidente Comitato), rilevando che invece “molte iniziative sono state già avviate dalla Giunta di Palazzo Donini”.

Il dibattito in Aula ha visto gli interventi di Luca Barberini (Pd), Valerio Mancini (Lega Nord), Claudio Ricci (RP) e Andrea Liberati (Movimento Cinque stelle).

 

LA RELAZIONE DI NEVI - Nevi ha elencato “le attività che la Giunta avrebbe dovuto mettere in campo per combattere il gioco d'azzardo patologico e le azioni previste dalla legge erano molto importanti per prevenire e contrastare la diffusione di questo vero e proprio male che è appunto il gioco d’azzardo. Il Comitato di monitoraggio ha avviato un’attività di verifica, evidenziando che la Giunta regionale ha completamente messo da parte la legge stessa che risulta completamente inattuata. Il numero verde regionale (che potesse fornire un servizio di primo ascolto, di assistenza e di orientamento) risulta attivato a partire dal primo marzo 2016, tuttavia la campagna informativa sul numero verde non risulta ancora avviata. Il protocollo d'intesa per la prevenzione e il contrasto al gioco illegale tra Regione, Umbria, Anci, Corecom, e Prefetture di Perugia e Terni, Forze dell'ordine, Monopoli dello Stato, e Fondazione Umbra contro l’Usura ad oggi non è stato ancora firmato. Come strumento incentivante alla rimozione delle famose macchinette dai bar era stata prevista una manovra fiscale con la legge regionale che prevedeva appunto la riduzione dell’aliquota Irap dello 0,92 per cento in favore dei titolari di esercizi che avessero deciso di conseguire il marchio regionale 'No slot'. La Giunta regionale doveva individuare i contenuti grafici del marchio entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge regionale. Doveva partire l'attività di formazione obbligatoria per i gestori delle sale da gioco, degli esercizi in cui fossero installati apparecchi e per il personale. Altre attività di formazione dovevano riguardare gli operatori sociali, socio-sanitari e sanitari affinché questi fossero preparati ad affrontare questa problematica. Veniva prevista una rilevazione delle presenze degli esercizi commerciali con apparecchi per il gioco lecito sull’intero territorio regionale, sostanzialmente un database per avere più precisa cognizione dell’entità del fenomeno, queste erano da avviare, siamo a novembre 2014, c’è scritto nella legge, entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge regionale stessa. La clausola valutativa della legge prevedeva l’obbligo di inviare una relazione annuale all’Assemblea legislativa contenente informazioni documentate e dati di dettaglio riguardanti risultati in termini di prevenzione, contrasto e riduzione del rischio di dipendenza da gioco d’azzardo patologico. La prima relazione doveva essere trasmessa entro il 30 settembre 2015, ma non è mai arrivata”.

IL PUNTO DI VISTA DI CASCIARI - Carla Casciari, che si era astenuta nella votazione in Comitato sul documento da presentare in Aula, ha svolto una relazione di diverso tenore, mettendo in evidenza che “anche se con alcuni rallentamenti dovuti al fatto che c’è una modifica di legge in via di definizione e alla complessità di azioni che vedono lavorare insieme professionalità diverse, enti pubblici, enti privati, associazionismo, no profit, la legge ha avuto un suo percorso, ha attivato una rete di collaborazione importante. La Giunta regionale, con la delibera del 29 ottobre 2015, ha adottato il Piano operativo regionale per la prevenzione, il contrasto e la cura del gioco d'azzardo patologico, elaborato da un gruppo di lavoro della struttura regionale composto dai servizi coinvolti nel quale vengono dettagliate e coordinate le azioni necessarie agli adempimenti previsti dalle legge. La Regione Umbria ha attivato il centro di riferimento regionale per il trattamento del gioco d’azzardo patologico, la cui realizzazione è stata affidata all’Asl Umbria 2, che ne ha fissato la sede presso il Dipartimento delle dipendenze di Foligno. In questa struttura è anche stato attivato, dal marzo scorso, il numero verde previsto dalla legge, del quale è stata data informazione alla cittadinanza attraverso canali ufficiali e del quale si trovano i riferimenti sul sito della Usl Umbria 2. Il servizio di ascolto, assistenza e consulenza risulta aperto dalle 17 alle 20, ed è un servizio gratuito per giocatori e familiari. Inoltre in tutte le Aziende sanitarie sono presenti punti di accoglienza per rispondere ai bisogni dei giocatori patologici e dei loro familiari. I ritardi nell'istituzione del marchio regionale 'No slot' per gli esercizi pubblici che decidano di non installare o disinstallare gli apparecchi per il gioco lecito sono dovuti alle modifiche di legge che la Giunta regionale ha proposto al fine di migliorare l'applicabilità e la comprensibilità del testo.  L'utilizzo della leva fiscale, ossia la riduzione dell'Irap per gli esercenti che rimuovono o scelgono di non installare apparecchi per il gioco lecito, ha richiesto una revisione della legge contro la ludopatia, affinché il beneficio possa riguardare solo chi rimuove gli apparecchi. È stato anche necessario ridefinire (in 500 metri) in maniera univoca la distanza minima consentita per l'apertura di nuove sale da gioco o l'installazione di nuovi apparecchi per il gioco rispetto ai luoghi sensibili. La formazione dei gestori e del personale delle sale da gioco e dei locali in cui sono installati apparecchi per il gioco lecito sconta i ritardi dovuti alle modifiche apportate alla legge, anche se nella delibera di Giunta sono stati definiti gli standard del percorso formativo. Sono stati realizzati: una Giornata illustrativa 'Presentazione del Piano operativo regionale per la prevenzione, il contrasto e la cura del gioco d’azzardo patologico', svolta il 9 dicembre del 2015 a cui sono stati invitati a partecipare tutti i soggetti istituzionali impegnati in questo campo; il Percorso 'Umbria No Slot - Verso un sistema di intervento regionale per l’accoglienza e la presa in carico dei giocatori problematici e delle famiglie', composto da 10 giornate formative avviate lo scorso 20 aprile, destinato agli operatori dei servizi sanitari, dei servizi sociali, associazioni di auto-mutuo-aiuto, altre associazioni e unità di strada”.
BARBERINI: 'LEGGE CONTRADDITTORIA' - Per Luca Barberini nella relazione di Nevi "ci sono dei bug, dei vuoti di memoria: era stato istituito un gruppo di lavoro, poi ci sono state le elezioni e per mesi non è stato possibile fare passi avanti. Inoltre, la legge contiene qualcosa di inapplicabile: la riduzione dell'aliquota Irap a chi si impegna a non installare slot machine. Basta dichiararlo e si beneficia della riduzione, anche se nella propria azienda di slot machine non ce ne sono mai state. È un errore e dobbiamo immediatamente rimediare. Ecco perché c'è una proposta di legge di modifica che vuole indirizzare gli sgravi fiscali non a tutti ma a chi le slot le vuole togliere. Poi deve essere chiaro, ma per molte amministrazioni comunali non lo è, dove si possono installare apparecchi per il gioco lecito. Stiamo rimediando con la specifica che dovranno essere a 500 metri di distanza da scuole, centri sportivi, centri di aggregazione per anziani, parrocchie e altro. Il rallentamento nell'attuazione della legge nasce da queste correzioni da fare. Per quanto riguarda il numero verde, che è stato istituito in due sole regioni, in Umbria c'è, dobbiamo solo farlo funzionare meglio. Inoltre va riconosciuto che c'è un centro regionale all'avanguardia per il contrasto alla dipendenza da gioco patologico che è all'avanguardia, infatti oltre un quarto delle persone in trattamento proviene da fuori regione proprio per curare la patologia del gioco d'azzardo. Vuol dire che il centro umbro è all'avanguardia. L'ideale sarebbe averne sei o sette”.
 
MANCINI: 'TOGLIERE APPARECCHI DAI BAR' - Per Mancini della Lega Nord "la questione slot machine l'ha voluta il governo Renzi che nel decreto Stabilità ne ha previste quasi 30mila in più, con 1 miliardo di euro per maggiori entrate dovute all'incremento di esercizi con slot machine. É come mettere un bambino goloso a lavorare alla Perugina e pretendere che non mangi cioccolatini. Ma questa è una epidemia, come si vede dai numeri: quanti milioni di euro totalizzano 264 euro per abitante moltiplicato per 900mila abitanti? Oltre 260 milioni di euro all'anno. La vera medicina per risolvere il problema ludopatia è togliere le macchinette. Quindi cari colleghi del Pd parlate con Renzi e ditegli di togliere le slot machine. Del resto, se si possono togliere i soldi alle famiglie dalle banche, sarà facile togliere le slot dai bar. La ludopatia costa troppo? Chi ha creato il problema ha l'obbligo poi 'curarlo'. E chi ne soffre sono le fasce più deboli, che non hanno la possibilità di guadagnare nella vita reale e si affidano all'illusoria speranza del gioco d'azzardo. E dopo viene fuori il problema usura, perché molte di queste persone cadono poi nel vortice degli strozzini. Questo è il problema da affrontare”.
 
RICCI: 'CHIEDERE AIUTO AI COMUNI' - Per Claudio Ricci "sarebbe importante che le clausole valutative non fossero molto lontane nel tempo dal periodo cui si fa riferimento. L'ottima tabella parametrica presentata dal presidente del Comitato di monitoraggio Raffaele Nevi fa riferimento al 2014, una distanza già eccessiva rispetto alle azioni correttive che si potrebbero determinare. Credo che per risolvere parzialmente questo tipo di problemi bisogna 'prosciugare l'acqua'. C'è un solo modo: il controllo, chiedendo l'aiuto delle amministrazioni locali, sugli spazi destinati a tale tipologia di gioco, per controllare se ci sono tutti i requisiti che li rendono adeguati. Solo prosciugando tale acqua si possono ottenere risultati operativi adeguati. Poi i livelli informativi: deve essere approfondita la sintesi delle informazioni, con l'osservatorio o comunque una maggiore incisività nel mettere insieme le informazioni regionali, quelle dai Comuni con quelle degli organi di controllo, a partire dalla Finanza. Le informazioni esistono, ma sono sconnesse. Se messe insieme, il risultato sarebbe più efficace. Infine bisogna discutere sul marketing che chi attiva tali luoghi fa per attrarre i clienti, sulla promozione di tali spazi, un tipo di marketing a volte sconnesso dalla normativa. Anche questo elemento sia spunto di riflessione per la clausola valutativa”.
 
LIBERATI: 'VIETARE PUBBLICITA' - Perentorio l'intervento di Andrea Liberati (M5s). "A causa di conflitti di interesse di politici nazionali non riusciremo mai da qui ad affrontare concretamente questo problema. Dobbiamo avere il coraggio di vedere che le aziende del gioco danno finanziamenti alla politica. Sono elementi fondamentale su cui il monitoraggio deve essere stringente. C'è una questione affaristica e morale sottostante da analizzare. Dovremmo inibire dai nostri media questo genere di attività che invece tutti i giorni bombarda e travia una parte non irrilevante della popolazione. C'è molto da fare, e la clausola valutativa dimostra che la legge non è attuata”.
 

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