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Aronica (AdM): 'Legalizzazione di qualità supera esigenza tassa di scopo'

27 luglio 2016 - 08:19

La relazione completa del vice direttore dell'Agenzia dogane e monopoli, Alessandro Aronica, sulla riforma del gioco pubblico.

Scritto da Redazione GiocoNews.it
Aronica (AdM): 'Legalizzazione di qualità supera esigenza tassa di scopo'

Riportiamo nel seguito l'intervento completo del vice direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Alessandro Aronica, in occasione della presentazione del Libro Bianco dei giochi pubblici dell'associazione Acadi.
"In generale possiamo dire che si confrontano ancora nel nostro paese due orientamenti alternativi, l'uno sostanzialmente proibizionista, che punta tutto sulle capacità repressive dell'apparato statale e non riconosce al gioco d'azzardo alcun pregio sociale, neanche come passatempo. L'altro che punto sul sistema del gioco legale per spiazzare la criminalità. E' su questo versante, mi pare, che si registrano le novità più significative. Fino a qualche anno fa ci saremmo forse accontentati di una mera sostituzione del legale all'illegale, constatando con soddisfazione le virtù per l'erario di questa operazione. Oggi, con l'emersione del gioco, vediamo emergere anche ricadute sociali non desiderabili, sicché il problema non può rimanere quello di una mera sostituzione, ma deve diventare quello di una offerta legale di qualità tale da poter regionevolmente prevenire l'accesso o la reiterazione del gioco in condizioni di scarsa consapevolezza e controllo.

Non sempre però disponiamo di tutti i dati che ci servirebbero per poter sviluppare compiutamente i nostri ragionamenti. Vale quando stimiamo per il passato o per il presente le dimensioni del mercato illegale. Vale quando parliamo delle dimensioni del gioco problematico e delle dipendenze patologiche dal gioco.
E' evidente che se avessimo dati certi e analitici sui due fenomeni i nostri ragionamenti orientati alla regolazione potrebbero muovere da presupposti più solidi. Noi pensiamo che queste lacune vadano colmate  - da qui lo studio commissionato all'Istituto Superiore di Sanità sulla patologia - e che nel frattempo occorre esercitarsi con il massimo della sobrietà con i dati esistenti.
D'altra parte, a volte i dati mancano, altre volte quelli esistenti non vengono letti in modo univoco. Il rapporto Acadi ha a questo prposito due pregi: il primo è quello di offrire una ricostruzione storica del modo in cui è venuta strutturandosi l'offerta legale. E' importante ricordare le tappe di questa evoluzione. Il secondo è quello di distinguere con chiarezza le variabili chaive del settore, distinguendo la raccolta dalla spesa dei giocatori, dalle entrate per l'erario e, infine, dai ricavi lordi della filiera industriale.
Questi aspetti sono essenziali nella comprensione delle dinamiche settoriali.
La scansione storica delle innovazioni di prodotto nel settore legale consente di comprendere che accanto a un presunto fenomento di incremento assoluto del gioco, si assiste sicuraemnte negli anni duemila a un positivo processo di legalizzazione. Questo non significa necessaramente che il gioco non conosca una dinamica di crescita autonoma né che l'offerta illegale sia completamente riassorbita. Tuttavia, questa ricostruzione storica ci suggerisce che un processo di legalizzazione c'è stato.
La distinzione tra raccolta e spesa sembra una banalità per gli addetti ai lavori, ma è oggetto di una confusione continua, molte volte in buona fede. Basta guardare ala evoluzione delle due grandezze per capire quanto questa confusione sia grave. Spesso si parla di spesa pro capite in un certo comune e, invece, al numeratore c'è la raccolta, ovvero l'insieme delle puntate. In Italia la spesa - ovvero quanto i giocatori perdono al netto delle vincite - è all'incirca parti a 1/5 della raccolta. la raccolta è quindi intorno agli 88 miliardi, la spesa atorno ai 17. Quando si va a stimare la spesa pro capite in un singolo comune spesso però si prende il dato della raccolta e lo si divide per la popolazione. E' una operazione non corretta, ma l'emozione cresce, cresce di 5 volte.
questo però non significa che la spesa sia bassa. Nel 2015 ha rappresentato l'1,1 del Pil e l'1,73 percento dei consumi delle famiglie. Nell'ambito della spesa per 'ricreazione e cultura' ha assunto, con qualche oscillazione, un peso di circa il 25 percento a partire dal 2009.
 
LA DISTORSIONE DELLA REALTA' - Ma perchè si continua a perpetuare questo errore? Per una ragione semplice: il mondo del gioco viene ancora identificato nella sua interessa come un settore sospetto, il setore legale è considerato un settore illegale in doppio petto. E così come faremo per il settore illegale dove il giocatore viene sistematicamente imbrogliato e le vincite sono, come gioco delle tre carte, un puro espediente promozionale trascurabile in termini quantitiativi, così si fa per il settore legale, dimenticando che si tratta in realtà di un circuito in cui la percentuale di vincita è prestabilità e nella generalità dei casi rispettata. Quindi il giudizio sul settore legale è ancora spesso il frutto di un pregiudizio che riguarda il gioco in quanto tale e che tende ad amplificare artificialmente gli aspetti negativi.orbene questa battaglia etica e culturale è del tutto legittima (a patto che non falsifichino le informazioni) ma dovrebbe svolgersi appunto su un piano culturale. Sul piano della regolazione pragmatica degli interesi dovrebbero poi entrare in campo altre considerazioni. Non dobbiamo dimenticare che c'è un convitato di pietra (molto dinamico) in questo settore, ovvero la criminalità organizzata. E forse è troppo ambizioso pensare di abbattere l'illegalità con il solo impegno dell'apparato repressivo.Il sottosegretario Pier Paolo Baretta ha implicitamente sottolineato  come il circuito legale sia stato pensato coma uno degli strumenti nela lotta all'illegalità accanto all'apparato repressivo. Quando si  è fatta questa scelta si è trascurato uno dei possibili effetti, ovvero l'emersione, insieme alla domanda, dei problemi associati al gioco, rimasti per anni nell'ombra coperti dall'illegalità.Orbene, che l'esperiemnto abbia avuto un discreto successo lo dice la storia di questi anni. Il problema è capire se abbiamo assistito soltanto a una dinamica di legalizzazione oppure anche un incremento della domanda indotta dall'offerta legale. E' difficile rispondere. Ma noi sappiamo che la crescita della domanda può non essere anch'essa un male in sé se corrisponde a un consumo consapevle e controllato, soprattutto da parte dei soggetti più vulnerabili.E' questa la ragione per cui è ragionevole concentrare gli sforzi oltre che sulla repressione anche sul consolidamento di un circuito legale di qualità. Si può essere convinti che il gioco d'azzardo sia un cattivo modo di impiegare il tempo libero o perfino di perdere tempo eppure non essere proibizionisti per ragioni pragmatiche, le stesse che, per esempio, conducono la Direzione Antimafia a ritenere utilmente percorribile la legalizzazione della cannabis.
 
LE PROPOSTE IN CONFERENZA UNIFICATA - Da qui le proposte avanzate dal Ministero in sede di conferenza unificata: emilinare l'offerta di gioco dagli esercizi definitivi generalisti secondari, operare una significativa riduzione di slot nei pubblici esercizi come bar e tabacchi, innalzare il livello dei punti di gioco introducendo una certificazione di doppio livello (classe A e classe B) ed un rigoroso sistema di controlli. Considerare valide, in materia di distanze, le decisioni normative adottate finora dagli Enti locali; con la sola eccesione dei punti di gioco di tipo A che non sarebbero soggetti ai vincoli oggi esistenti. Stabilire in materia di orari una apertura minima dei punti di 12 ore, la cui distribuzione nell'arco della giornata resta di competenza dell'ente locale. Inasprire i controlli contro il gioco illegale, attribuendo competenze specificheanche agli organi di polizia locale. Prevedere nelle caratteristiche delle nuove Awp da remoto, interventi tecnologici a salvaguardia del giocatore e di prevenzione e contrasto agli effetti della ludopatia. Adottare regole e incentivi per la rottamazione delle Awp che vengono dismesse a seguito della riduzione prevista di almeno il 30 percento, sia della sostituzione della nuova generazione da remoto.
 
TASSA DI SCOPO SUPERATA - Se l'operazione legalizzazione di qualità riesce, l'esigenza di una destinazione di scopo delle entrate si attenuta. La destinazione vincolata, a determinati soggetti o per determinati fini, pare echeggiare la logica riparatoria ovvero le compensazioni alle collettività locali vicine alle industrie pubbliche che inquinano l'ambimente (miniere, centrali nucleari). Se tale proposta viene dall'industria aumenta il sospetto che ricalchi vecchie logiche".

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