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Pokemon Go, problema di privacy: Tarabella (S&D) 'Presenteremo richiesta a Ue'

24 agosto 2016 - 09:04

Secondo l'eurodeputato Marc Tarabella applicazioni di gioco come Pokemon Go e Tinder stanno violando la protezione dei dati personali.  

Scritto da Sm
Pokemon Go, problema di privacy: Tarabella (S&D) 'Presenteremo richiesta a Ue'

L'attenzione dei parlamentari europei si sposta anche sul gioco senza vincita in denaro. L'app di videogiochi Pokemon Go, che sta scatenando polemiche in tutto il mondo per la particolare tipologia di gioco che coinvolge il reale, è oggetto di un'iniziativa di Marc Tarabella (S&D). Tarabella si era già espresso sul tema del gioco con vincita in denaro, sottolineando la necessità di avere una legislazione europea sul gioco online, mettendo l'accento sulla protezione dei consumatori, ma senza avere un atteggiamento proibizionista. Più dura la sua posizione su Pokemon Go e Tinder, considerati secondo l'europarlamentare giochi che violano la normativa europea.

“Attraverso Pokemon Go la società Niantic Labs viola il diritto europeo per quanto riguarda la protezione dei dati a carattere personale. Le condizioni di utilizzo sono piene di clausole che sembrano essere abusive e che causano un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi a scapito del giocatore. Chiediamo quindi un'indagine europea. Dato il numero di applicazioni di telefonia mobile, ma anche di siti internet che violano la privacy dei consumatori e violano la legislazione europea, sarebbe utile premunirsi di un sistema di allerta europea. Ciò consentirebbe alle autorità nazionali di unire le loro forze contro quelle aziende che si 'prendono gioco' dei diritti dei cittadini. Ciò permetterebbe anche ai consumatori di sapere a quale diritto rinunciano installando una particolare applicazione”, spiega Marc Tarabella, eurodeputato responsabile della tutela dei consumatori.

Una richiesta in tal senso sarà presentata questa settimana alla Commissione europea.

“Giocare sull'applicazione equivale ad accettare l'informativa sulla privacy, informativa che si trova in un terzo documento. Niantic raccoglie il vostro indirizzo email di Google, quello del vostro account Facebook e/o ancora quello lasciato nel 'club' di Pokémon e i parametri di privacy che avete definito per questi siti. Sul vostro dispositivo sono collocati dei cookie per monitorare la navigazione. Non viene detto nulla riguardo la loro durata di vita e disinstallarli impedisce al gioco di funzionare. La società può anche, tramite 'web beacon', monitorare quali pagine web sono visitate dai 'cacciatori'. Niantic si riserva di recuperare la posizione dell'utente, il suo indirizzo Ip, ma anche l'ultima pagina web aperta dall'utente. Tutto questo, naturalmente, senza il reale consenso dell'utente. L'applicazione si basa quindi su un ampio accesso ai dati di carattere personale, ben oltre le attività operative e impone loro numerose clausole considerate abusive”, aggiunge il parlamentare.

Chi ci guadagna? “Niantic per prima. Nella sua politica sulla privacy (art 3-d) si spiega che tutti i dati degli utenti fanno parte dell'attività della società. Immaginiamo quindi volentieri che il numero di utenti e, quindi, di loro dati ha un impatto sulla cassa della società.

Poi Google, di cui Niantic è una start-up interna. Il fondatore di Niantic, John Hank, era infatti anche il direttore di Google map. Nella descrizione del brevetto che ha depositato per Pokemon Go, le sue intenzioni sono chiare: 'La vera sfida è quella di motivare i giocatori a fornire costantemente dei dati, anche dopo l'entusiasmo iniziale dell'innovazione tecnologica. Il processo di raccolta dei dati deve essere divertente'.

Google, da parte sua, giustifica la sua partecipazione 'a fini di ricerca e di analisi, di profilazione demografica e finalità analoghe'. Ai loro occhi, la caccia ai dati intimi delle persone è ovviamente considerata come un gioco e una fonte di ricerca o di reddito. In Europa la tutela della vita privata è un diritto fondamentale. Dobbiamo reagire, mettere in guardia e condannare fermamente queste frodi massicce”, denuncia ancora Marc Tarabella.

Secondo l'europarlamentare "l'Europa deve, da una parte, condurre un'inchiesta o coordinare le inchieste degli stati membri e, d'altra parte, istituire una piattaforma di allerta in cui i cittadini possono facilmente sapere a quali diritti rinunciano installando una particolare applicazione”.

È in questo senso che l'eurodeputato responsabile della tutela dei consumatori presenterà una richiesta alla Commissione europea questa settimana. "Dietro quello che dovrebbe essere solo un gioco, il cui scopo è quello di divertirci, si cela una vera macchina per raccogliere i dati e violare l'intimità o la privacy dei suoi utenti. L'Europa e gli stati membri devono proporre un'azione al fine di garantire il rispetto della legge e difendere i diritti degli europei", conclude senza nessuna esitazione, Tarabella.

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