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No a referendum, possibile effetto gelo sul riordino gioco

05 dicembre 2016 - 09:34

Il No al Referendum e le future conseguenze sul gioco: ecco le prime opinioni politiche raccolte da Gioconews.it.

Scritto da Sara Michelucci, Anna Maria Rengo
No a referendum, possibile effetto gelo sul riordino gioco

Il No al Referendum costituzionale interessa anche il mondo del gioco pubblico. Il Governo è infatti impegnato nella riforma del settore, con la prossima Conferenza Unificata Stato, Regioni ed enti locali ormai alle porte e che rischia, ora, di essere vanificata, visto che è probabile che, quando quest'oggi il premier Matteo Renzi salirà al Colle per presentare le sue dimissioni, il presidente della Repubblica gli chiederà di restare solo fino all'approvazione della legge di Stabilità 2017 (e del resto solo questa è la richiesta, pare di capire, che Renzi sarebbe disposto ad accettare dopo la bruciante sconfitta).

Il coordinatore della Commissione affari finanziari della Conferenza delle Regioni, Massimo Garavaglia, dichiara a Gioconews.it: “Come al solito i sondaggi erano sbagliati, avendo sopravalutato il Si, come era successo già per la Brexit e Trump. Una bella lezione di democrazia. Sul gioco, morto un papa se ne fa un altro”, sottolinea ironico. È evidente “che il Governo oggi è lì per l'ordinaria amministrazione e per la prossima legge di Stabilità e su questa (che contiene anche misure sul gioco, come la nuova gara per il Superenalotto e la lotteria dello scontrino, oltre a essere il testo su cui intervenire governativamente per la riduzione del 30 percento delle slot machine nel 2017, Ndr) bisogna capire cosa dirà Bruxelles e se ci sono correzioni da fare. Diciamo che siamo nel campo delle cento pertiche, come si dice a Milano”. Ma cosa accadrà nella prossima Conferenza unificata? “Se non c'è un nuovo Governo, ma solo un Governo tecnico c'è la possibilità che i lavori si fermino, perchè mancherebbe un interlocutore”.

Dal Movimento Cinque Stelle, Matteo Mantero, aggiunge: “Siamo contenti del risultato che ha dimostrato che gli italiani, quando hanno la possibilità di decidere e di votare, ci sono alla grande. Per quanto riguarda il gioco, dal punto di vista normativo attualmente non cambia nulla, ma cambia dal punto di vista politico, perché questo Governo è stato sconfessato. L'unico lavoro serio che ha fatto il Governo Renzi è stato quello sulla riforma costituzionale, e ha fallito. Sui giochi si è sempre rimandato e non si è fatto mai nulla di concreto. Ora bisognerà capire come cambieranno gli equilibri all'interno del Governo. Da parte nostra continueremo a portare avanti le nostre proposte alla legge di Stabilità sul gioco, in seconda e terza lettura. Sicuramente ripresenteremo in Senato l'emendamento sul divieto assoluto di pubblicità sul gioco".

Stefano Vaccari, senatore del Pd e coordinatore del decimo Comitato sulle infiltrazioni mafiose nel settore del gioco lecito e illecito, evidenzia come al momento sia difficile, se non impossibile, fare previsioni su quali effetti avrà l'esito del referendum sul gioco, sul suo riordino in Stabilità e sui possibili interventi sulla manovra fiscale a Palazzo Madama: “Le dimissioni di Renzi - afferma - fermano ogni percorso che si era avviato. Quello che succederà lo vedremo nei prossimi giorni. Così come si vedrà se un pezzo di lavoro sui giochi si potrà fare durante il passaggio in Senato della legge di Bilancio".
Anche a livello ministeriale, come apprende Gioconews.it, è prematuro fare qualsiasi previsione specifica sul settore del gioco e si attende una evoluzione futura.
Tanto che il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta non si pronuncia sul tema e sulla sua pagina Fb scrive: "Sconfitta netta quella del si. In Italia, e anche in Veneto. Bisogna prenderne atto. Capire, innanzitutto, le motivazioni che hanno portato la maggioranza degli italiani a bocciare una buona riforma e a mettere in crisi la stabilità politica ed economica. Ora con senso di responsabilità bisogna completare la legge di bilancio e affidare alle determinazioni del Capo dello stato le scelte da compiere. Deve continuare l'esperienza delle riforme che in questi anni abbiamo impostato e avviato".

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