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Giochi, riordino e Stabilità: i possibili scenari dopo le dimissioni del premier

06 dicembre 2016 - 09:53

Che fine farà il  piano di riordino del gioco pubblico dopo le dimissioni del premier Matteo Renzi? E' la domanda del momento alla quale proviamo a dare risposte.

Scritto da Ac
Giochi, riordino e Stabilità: i possibili scenari dopo le dimissioni del premier

 

E ora che succede? E' l'interrogativo che si stanno ponendo, in queste ore, gli italiani, dopo il risultato – a dir poco clamoroso – fuoriuscito dalle urne in occasione del referendum costituzionale e alle successive dimissioni del premier Matteo Renzi. A porsi la stessa domanda, in particolare, sono gli addetti ai lavori del comparto del gioco pubblico, che oltre a chiedersi che fine farà il paese dopo la caduta dell'attuale governo, attendono di capire quali decisioni verranno prese in riferimento al settore e, soprattutto, se verranno prese, tenendo conto del cammino di confronto con gli Enti locali avviato a inizio 2016 allo scopo di raggiungere l'obiettivo del riordino entro l'anno, attuandolo attraverso la prossima Legge di Bilancio. Se il governo cade, com'è certo, è inevitabile l'interruzione dei lavori anche in Conferenza Unificata, venendo a mancare la componente fondamentale del tavolo.

E' quindi evidente che la data (ipotetica) stabilita nei giorni scorsi per la prossima riunione della Conferenza, ovvero il 15 dicembre, è da ritenere superata.
Prima di ogni riunione ed impegno istituzionale bisognerà ricostituire una squadra di governo, con la parola che spetta al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale è già al lavoro per tentare di risolvere un complicato rebus. Nel tentativo dichiarato di evitare un ritorno immediato alle urne. Prima di pensare al futuro (per quanto prossimo), tuttavia, c'è da fare i conti con il presente: nella convinzione generale che senza un varo definitivo della legge di stabilità non ci sono le condizioni per aprire la crisi e le consultazioni che porteranno alla costituzione del nuovo Esecutivo. Da qui l'esigenza di chiudere prima possibile – già in settimana – la manovra di bilancio,  attraverso il ricorso a una fiducia 'tecnica' – rimandando quindi le dimissioni del premier alla prossima settimana, magari già a lunedì. Tenendo anche conto che nel fine settimana è atteso anche il decreto sul Monte dei Paschi, rispetto al quale c'è una particolare attesa, soprattutto da parte dei mercati internazionali. Ed è proprio per via di queste esigenze, ritenute improrogabili, che Renzi ha accettato di rimanere al timone (almeno) fino al prossimo week end.
 
GLI SCENARI SUI GIOCHI - Mentre si va delineando la nuova road map governativa, si prova ad interpretare la nuova agenda politica che potrebbe interessare il comparto giochi. Il primo scenario da monitorare, come noto, è proprio quello della Legge di bilancio, per la quale si attendevano interventi sostanziali in Senato, attraverso un emendamento del governo già pronto e mirato ad anticipare la riduzione delle slot ed altri correttivi, come il recupero dei 160 milioni della Stabilità 2015 e la ridefinizione dei termini per l'introduzione delle Awp da remoto. L'iter accelerato imposto dal Quirinale, però, potrebbe non lasciare spazio ad alcun tipo di intervento, imponendo l'approvazione del testo già licenziato dalla Camera dove non è inclusa la voce 'giochi' (eccetto la gara del Superenalotto e la lotteria dello scontrino). Anche la possibilità – comunque remota - di inserire alcune misure aggiuntive prima della fiducia, difficilmente potrebbe lasciar spazio a questioni oggetto di discussione in Conferenza Unificata.
Che fine farà, dunque, l'atteso riordino dei giochi? Ancora presto per avere risposte certe, ma quello che appare evidente è che l'iter della (presunta) riforma dei giochi sia destinato a conoscere un periodo di stand by. La prima indicazione, intanto, si avrà dal 'tipo' di governo che verrò incaricato di guidare al paese fino alle prossime elezioni. L'ipotesi più gettonata al momento delle dimissioni rassegnate da Matteo Renzi era quella di un governo tecnico orientato al completamento delle politiche economiche, affidato all'attuale Ministero dell'Economia Pier Carlo Padoan o al Presidente del Senato Pietro Grasso. In tale scenario, pensando a un respiro di medio termine di tale esecutivo, si potrebbe ipotizzare anche una ripresa dei lavori di riordino dei giochi, che comunque andrebbero oltre la legge di Bilancio. Al momento però tra le ipotesi al vaglio del Capo dello Stato c'è anche la possibilità di incaricare un governo più 'politico' che tecnico,  nominando un nuovo premier dalle liste del Partito Democratico, per accompagnare un lavoro non facile ma necessario che è quello di trovare un accordo per cambiare l’Italicum e andare quindi alle elezioni anticipate. Tra i papabili per la poltrona di primo ministro ci sarebbe il Ministro della Cultura Dario Franceschini, ma prima bisognerà capire cosa avverrà all'interno del Partito, nell'adunata generale fissata per domani, mercoledì 7 dicembre, dalla quale potrebbe anche arrivare la sfiducia all'attuale segretario-premier, il quale non sembra essere intenzionato alle duplici dimissioni, volendo mantenere la guida del partito.
L'unica certezza, comunque, è la convinzione del Presidente della Repubblica sul fatto che nessun governo potrà nascere contro Renzi e contro il Pd, che resta la forza di maggioranza relativa in Parlamento. Per questo rimane comunque possibile l'idea di un progetto di governo che ha come orizzonte la fine della legislatura. A quel punto si potrebbe preferire una staffetta con un uomo vicino a Renzi come Graziano Delrio o, in alternativa, l'altro ministro attuale, Paolo Gentiloni.
 
IL FUTURO RIORDINO - Per quanto riguarda i giochi, quindi, l'ipotesi migliore potrebbe essere proprio quella di un governo politico incaricato di arrivare alla fine della Legislatura, in modo che possa essere ripreso il percorso di confronto con gli enti locali arrivando a una soluzione definitiva. Situazione che appare invece decisamente improbabile in caso di governo transitorio in ottica di elezioni anticipate, magari già a febbraio come proposto da più parti, perché le priorità sarebbero ben altre.
In ogni caso, tuttavia, rimane sempre a disposizione del Legislatore il percorso, certo più lungo e articolato, del Ddl Mirabelli dedicato proprio al riordino. Nel caso in cui il prossimo governo - qualunque sia la durata e lo scopo – dovesse essere praticamente impossibilitato ad affrontare la situazione dei giochi, si potrebbe ricorrere alla consultazione parlamentare proposta a fine 2015 dal disegno di legge del senatore Pd per provare a completare l'attesa riforma. In questo caso, è evidente, ci vorrebbero diversi mesi per arrivare all'eventuale traduzione in legge, andando a finire almeno a metà del prossimo anno, ma potrebbe comunque essere un'occasione per non vanificare il lavoro svolto fino ad oggi.
Insomma, gli scenari relativi ai giochi sono molteplici ma per capire quale direzione si potrà intraprendere bisognerà attendere ancora qualche giorno, tenendo d'occhio il Senato e l'iter della Manovra e i risvolti della direzione del Pd. Quello che è certo, però, è che una decisione sul settore deve essere presa, e al più presto. Un ulteriore slittamento dei bandi di gara per il rinnovo delle concessioni potrebbe essere mal digerito in Europa, tenendo conto che i proventi di questa operazione erano già stati messi a bilancio per il 2016 e che, passato l'anno, andrebbe a decadere anche l'alibi della Conferenza Unificata. Per questo è necessario un intervento legislativo e nel più breve tempo possibile: allo scopo c'è chi pensa anche al ricorso ad un decreto adhoc mirato a sistemare le questioni più urgenti, da adottare già a fine anno o a inizio 2017. Ma il clima politico non è certo dei migliori per qualunque azione.

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