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Nuove tasse su gioco, il ‘sì’ di politica e associazioni

13 febbraio 2017 - 10:03

Primi commenti all’ipotesi al vaglio del governo di tassare la sale da gioco: politica e associazioni favorevoli.

Scritto da Redazione
Nuove tasse su gioco, il ‘sì’ di politica e associazioni

Anche se è solo un’ipotesi al vaglio del Mef, incassa i primi consensi l’idea di una tassa ulteriore sul gioco, in dettaglio sulle sale, così da recuperare parte di quei miliardi di euro che l’Unione Europea ‘chiede’ per correggere i conti pubblici. Il segretario del Psi, Riccardo Nencini, ritiene che “La prima cosa da fare nella prossima manovra è l’aumento del prelievo fiscale dal gioco d’azzardo. Vale 100 miliardi, preleviamo meno del 10 percento. Una miseria. Leggo che il segretario del PD sostiene una battaglia storica dei socialisti italiani. Ne sono felice”.

Favorevole anche Antonio Satta, componente del direttivo Anci: “Il governo si sbrighi a rafforzare la tassazione sul gioco. Siamo noi sindaci a dover fronteggiare sul territorio i danni del gioco: una diversa tassazione a carico dei gestori potrebbe aiutare ad evitare che aprano nuovi punti gioco. Da anni attendiamo un provvedimento che faccia pagare adeguatamente le tasse a chi gestisce le sale. Non perdiamo questo treno”.

Da parte sua, il Codacons si dice a favore di una tassa unica sulle sale da gioco per reperire i 3,4 miliardi di euro richiesti da Bruxelles, purché tale misura annulli qualsiasi incremento delle accise sui carburanti. “Si tratta di un provvedimento giusto perché colpisce non un bene primario come la benzina, di cui i cittadini non possono fare a meno per spostarsi, ma un pericolosissimo vizio come il gioco d’azzardo – spiega il presidente Carlo Rienzi – E’ essenziale però che parte dei proventi della tassa sulle sale da gioco siano utilizzati per combattere la piaga della ludopatia: la dipendenza patologica da gioco d’azzardo, infatti, ha costi sociali elevatissimi pari a 7 miliardi di euro annui, costi che potrebbero essere abbattuti utilizzando tali risorse per ridurre i debito e la pressione fiscale. Chiediamo infine che ai Comuni siano dati più poteri per limitare il numero di sale da gioco sul territorio e gli orari di apertura delle stesse, considerato che la proliferazione incontrollata delle sale slot incide pesantemente sull’aumento di forme di ludopatia nei cittadini, e che ‘prevenire’ è più utile e meno costoso del ‘curare’”, conclude il Codacons.
Anche l'Adoc prende posizione e, per voce del presidente, Roberto Tascini, aggiunge: "Lo Stato introita attraverso la tassazione il 10 percento dalle uova o dalla carne, dai farmaci, dal gas e dall’elettricità. Addirittura il 22 percento dagli affitti di immobili. Solo il 17,5 percento sui 26,3 miliardi di euro provenienti dalle slot machine ed il 5,5 percento sui 23,8 miliardi raccolti dalle videolottery. Il solo equiparare questa ultima tassazione a quelle assegnate alle slot quasi coprirebbe la somma richiestaci dalla Ue".
La campagna Mettiamoci in gioco, da parte sua, condivide l’ipotesi di tassare le sale giochi per far fronte alle richieste che giungono dall’Unione Europea. Per Mettiamoci in gioco "è certamente preferibile ridurre i guadagni di chi opera nell’azzardo piuttosto che introdurre misure – come l’aumento delle accise sui carburanti – che colpiscono soprattutto gli strati più deboli della popolazione".

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