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Black Monkey, Saliera (Emilia Romagna): 'Fermi e risoluti contro mafia'

23 febbraio 2017 - 14:49

Il presidente della Regione Emilia Romagna, Simonetta Saliera, l'assessore alla Legalità Massimo Mezzetti e l'assessore del comune di Modena, Bosi, commentano la sentenza del Black Monkey.

Scritto da Redazione
Black Monkey, Saliera (Emilia Romagna): 'Fermi e risoluti contro mafia'

"In questi anni ci siamo sempre battuti per contrastare, come Istituzioni, la mentalità mafiosa e la diffusione della cultura dell'illegalità. Per costruire un terreno in cui non germogli la criminalità organizzata, ma legalità e sviluppo. E' un lavoro duro e impegnativo che in questi anni ha visto la Regione e l'Assemblea legislativa impegnate. La sentenza del processo Black Monkey conferma tanto l'allarme sui fenomeni di infiltrazione mafiosa nel nostro territorio, quanto come sia giusto impegnarsi per contrastarli e per restituire legalità e sicurezza alle nostre comunità. Una via su cui vogliamo essere sempre più fermi, sempre più risoluti e sempre più impegnati".
 
Così il presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, Simonetta Saliera, in merito alla sentenza del processo Black Monkey che ha condannato tutti e 23 gli imputati, dando 26 anni e 10 mesi a Nicola Femia, ritenuto il vertice di un gruppo legato alla 'Ndrangheta che faceva profitti con il gioco illegale.

Il tribunale di Bologna ha anche disposto risarcimenti alle parti civili: il più alto, da un milione di euro, proprio alla Regione Emilia Romagna.

Alla soddisfazione di Simonetta Saliera fa eco quella di Massimo Mezzetti, assessore regionale alle Politiche per la legalità. "Esprimo grande soddisfazione per la sentenza di primo grado nel processo 'Black Monkey'. La sentenza e le relative condanne segnano un punto importante nella lotta alle mafie in Italia e in Emilia-Romagna. La Procura di Bologna ha visto confermato l'impianto accusatorio ed è di grande significato il fatto che abbia tenuto la richiesta di ricorrere all'art.416 bis, l'accusa di associazione mafiosa, contestata dalla Procura. La Regione - spiega Mezzetti - che si era costituita parte civile, ha visto riconosciuto un risarcimento significativo di un milione di euro che, quando sarà nelle nostre disponibilità, verrà reinvestito nelle azioni di contrasto alle mafie nel nostro territorio, come previsto dal Testo Unico recentemente approvato".

MODENA - Grande la soddisfazione espressa anche da Andrea Bosi, assessore con delega alla Promozione della cultura della legalità del Comune di Modena, che si era costituito parte civile nel processo e ha visto riconosciuta la propria posizione con un risarcimento del danno pari a 50mila euro, “somma che sarà destinata a progetti per la promozione della legalità indirizzati ai giovani e ad attività di contrasto alle ludopatie. Questa sentenza arriva infatti in un momento importante nel quale il Comune sta concretizzando una serie di azioni di contrasto al gioco d’azzardo e alle ludopatie, e di educazione alla legalità che potremo quindi incentivare ulteriormente”, afferma. 
Il Comune di Modena si è anche dotato del marchio 'Slot free ER' promosso dalla Regione Emilia Romagna. È uno degli obiettivi del progetto 'Insieme per la promozione del gioco sano e responsabile e del marchio Slot free ER' promosso dal Comune che, vincendo il bando della Regione, ha ricevuto un finanziamento di 8.500 euro, su un investimento totale di 31mila euro, e che è in questi giorni in fase di avvio.
"È un atto – spiega Andrea Bosi, assessore con delega alla Promozione della cultura della legalità – che ha soprattutto un valore etico. Un segno, visibile a tutti, che testimonia che chi lo espone ha aderito concretamente, nella propria attività quotidiana alla campagna di sensibilizzazione contro la diffusione del gioco d’azzardo. L'amministrazione considera infatti la lotta alle azzardopatie una priorità per il benessere della comunità”. Il progetto integra le azioni di sensibilizzazione e prevenzione del gioco d’azzardo patologico che il Comune di Modena ha sviluppato a partire dal 2012, con il coinvolgimento diretto dei gestori di attività e del tessuto sociale, associativo ed economico, come l’adesione al marchio Etico e tipico, del 2014, che tra i requisiti prevedeva appunto l’assenza nei locali di apparecchi per il gioco d’azzardo. Dal 2015 inoltre i bandi comunali che prevedono contributi per attività economiche escludono quelle che hanno apparecchi per il gioco d’azzardo e coloro che ricevono contributi sottoscrivono l’impegno a non installarne per cinque anni. Infine, annuncia l’assessore Bosi, “è in dirittura d’arrivo l’ordinanza, sollecitata anche da un ordine del giorno del Consiglio comunale, definita dopo un articolato percorso con le associazioni di categoria e dei consumatori, che disciplina gli orari di funzionamento degli apparecchi per il gioco d’azzardo”.

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