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Sapar: 'Umbria, sì a equiparazione sale gioco e scommesse'

23 marzo 2017 - 15:17

Audizione in III commissione della Regione Umbria di Sapar che sostiene l'equiparazione di sale gioco e scommesse per il distanziometro ma contesta limiti orari: l'ultima parola  spetta al Consiglio.

Scritto da Redazione
Sapar: 'Umbria, sì a equiparazione sale gioco e scommesse'

 

"Nessuna obiezione sulla legge regionale di contrasto alla ludopatia sia per quanto concerne l'equiparazione delle sale da gioco alle sale scommesse circa la distanza da luoghi sensibili come scuole o centri di aggregazione, sia per ciò che concerne la formazione degli operatori alla sensibilizzazione sulle problematiche indotte dal gioco d'azzardo”.

 

E' la posizione espressa dalla delegazione Umbria dell'associazione nazionale Sapar (con il presidente Luca Patoia, accompagnato da Claudia Procacci e Andrea Savini) nell'audizione svoltasi oggi, 23 marzo, nella Terza commissione del Consiglio regionale dell'Umbria, in merito alla proposta di legge “Ulteriori modificazioni della legge regionale 21/2014 (Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d'azzardo patologico), di iniziativa della consigliera Carla Casciari (Pd), con la quale si stabiliscono identiche limitazioni per sale da gioco e sale scommesse riguardo la distanza da luoghi sensibili, integrata da un emendamento del consigliere Andrea Smacchi (Pd), concernente la possibilità di limitazioni nell'orario di utilizzo delle slot machine”.

 

NO AI LIMITI ORARI - Il punto di frizione è determinato dagli orari di spegnimento delle slot machine, introdotto da un emendamento proposto dal consigliere Andrea Smacchi, con il quale si dà la possibilità ai Comuni, “al fine di tutelare la salute e la quiete pubblica, di disporre limitazioni orarie all'esercizio del gioco tramite apparecchi elettronici all'interno delle sale da gioco, delle sale scommesse e degli esercizi pubblici e commerciali nei momenti di massimo afflusso”. Ciò potrebbe comportare – secondo i gestori – "la migrazione di persone da un Comune all'altro a seconda degli orari di chiusura e soprattutto la possibilità che, una volta spente le macchinette per il gioco legale, i giocatori anziché smettere passino all'utilizzo di altre apparecchiature, quelle per il gioco via internet, che non sono assogettabili ad alcun tipo di normativa e, in molti casi, sconfinano anche al di fuori della legalità. Inoltre – hanno aggiunto – entro breve tempo sarà la Conferenza Stato-Regioni a normare l'utilizzo delle apparecchiature per il gioco d'azzardo, e non sembra opportuno legiferare prima, senza conoscere quelli che entro breve saranno i limiti riconosciuti su tutto il territorio nazionale”. Infine è stato sottolineato che nelle regioni dove si è già legiferato in questa direzione sono fioccati ricorsi che di fatto hanno bloccato l'attuazione della legge.
 
LA PAROLA AL CONSIGLIO - Tocca dunque all'Assemblea legislativa, poiché la Commissione ha già approvato l'atto, decidere se stralciare l'emendamento sugli orari o se approvare la proposta di legge Casciari con l'emendamento aggiuntivo di Smacchi. Proprio il consigliere Smacchi ha ribadito oggi che “l'obiettivo è quello di limitare la possibilità del gioco in certe fasce orarie, in quanto si è notata la coincidenza con gli orari di entrata e uscita dal lavoro o dalla scuola. Ogni comune – ha sottolineato Smacchi - può scegliere se adottare fasce orarie di protezione oppure no. Il nostro ruolo è quello di tutelare i cittadini e in particolare le persone particolarmente esposte al problema del gioco. Perciò, dopo questo ulteriore approfondimento, che mi sembra irrituale dato che si fa un'audizione a legge già approvata, sarà la maggioranza a fare il punto sulla situazione e a stabilire se portare avanti la proposta di legge o modificarla”.
 

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