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Leggi regionali sul gioco, la grande corsa

29 aprile 2017 - 07:57

Ormai solo Calabria, Sardegna e Sicilia mancano all'appello fra le regioni che hanno votato una propria legge sul Gap, ma dovrebbero provvedere entro il 2017, intesa in Conferenza unificata permettendo.

Scritto da Francesca Mancosu
Leggi regionali sul gioco, la grande corsa

 

Entro il 30 aprile, secondo i programmi, il Governo avrebbe dovuto chiudere l'intesa con Regioni ed Enti locali per il riordino nazionale dei giochi in sede di Conferenza unificata, anche se la scadenza è stata rinviata a maggio e il giorno 3 ci sarà un tavolo tecnico che dovrebbe essere finalizzato a sciogliere gli ultimi nodi. In attesa di questo accordo, le Regioni non attenuano il loro slancio legislativo e continuano ad approvare normative per il contrasto al Gap: dopo le Marche, che ha detto sì il 31 gennaio 2017, ormai mancano solamente Calabria, Sardegna e Sicilia, che dovrebbero arrivare al voto entro pochi mesi.

CALABRIA - A raccontare lo stato di avanzamento della legge sul tavolo della Regione Calabria è Arturo Bova, presidente della Commissione contro la ‘Ndrangheta che sta esaminando il testo, confrontandosi con i vari soggetti coinvolti nel tema con un'ampia serie di audizioni, dagli esercenti ai sociologi, da Libera a Confindustria. "Siamo andati oltre la proposta 'Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico' di Franco Sergio e Orlandino Greco (Oliverio Presidente) e abbiamo deciso di includere delle misure specifiche per il contrasto al Gap nel testo unico sulla legalità attualmente in discussione con un articolo specifico, il numero 19, intitolato 'Interventi regionali per la prevenzione dell’usura connessa al gioco d’azzardo patologico'.
Abbiamo previsto un criterio spaziale, che vieta l'installazione di apparecchi entro i 300 metri per i comuni fino a 5mila abitanti e non inferiore a 500 metri per quelli più grandi dai luoghi sensibili: chiese, scuole, enti pubblici, sedi di associazioni, bancomat, stazioni ferroviarie", evidenzia il presidente.
"Non abbiamo nulla contro il gioco, ovviamente, ma va disciplinato, tenendo conto degli interessi di chi ci lavora. Per questo vogliamo garantire agli imprenditori che hanno investito in questo settore il tempo per adeguarsi e trovare altri locali, probabilmente un anno. Va tutelata la gente onesta".
La legge sulla legalità, che si compone di sessanta articoli, dovrebbe concludere il suo iter fra sei o sette mesi, dopo l'esame della copertura finanziaria, i passaggi in commissione Bilancio, Affari costituzionali e 'Ndrangheta. L'auspicio è di approvarla entro l'estate e di sicuro entro l'anno, ma intanto proseguiremo le audizioni: voglio un metodo partecipato, e c'è grande entusiasmo per avere una legge che sia 'di tutti", conclude Bova.
L'articolo 19 in particolare prevede per i Comuni la facoltà di limitare l'apertura delle sale da gioco e scommesse e di tutti i locali pubblici con offerta di gioco per otto ore giornaliere, e non oltre le ore 22.
Poi un piano integrato per il contrasto e la prevenzione del Gap, l'emanazione del logo "No Slot" per chi sceglie di non installare o disinstallare apparecchi da gioco, la formazione obbligatoria per i gestori e il personale delle sale, il supporto amministrativo ai Comuni in caso di avvio di azioni legali collegate al gioco, il divieto di pubblicità, anche sui mezzi di trasporto pubblico locale e regionale. In coerenza con le finalità ed i principi della presente legge, la Regione Calabria non concede il proprio patrocinio per gli eventi che ospitano o pubblicizzano attività di gioco.
SARDEGNA - La stasi invece caratterizza le due proposte sarde sul Gap presentate fra il 2014 e il 2015 dai consiglieri Francesco Agus (Sel) e Lorenzo Cozzolino (Pd), che oltre alla distanza minima di 500 metri chiede la riduzione di Imu, Tari e Cosap e la promozione di un marchio 'no slot' per gli esercercenti virtuosi e corsi di formazione per i gestori, e quella a firma di Salvatore Demontis, con un distanziometro di 500 metri e riduzioni dell'aliquota Irap.
Per rompere questo immobilismo si sono mossi anche i Comuni, a cominciare da quello di Cagliari, che a gennaio 2017 ha approvato un ordine del giorno per il varo di una normativa regionale sul Gap, che riconosca ai "Comuni il ruolo di soggetti attuatori delle misure previste, al fine di dotarli di competenze specifiche per contrastare il fenomeno".
Abbiamo chiesto una spiegazione di questi "ritardi" ai firmatari delle due proposte di legge, che una volta calendarizzate dovrebbero poi dar luogo, questa la prassi, a un testo unico.
"La mia non è mai stata discussa, la commissione non ha portato avanti il testo, nonostante sia stata sollecitata anche dal firmatario dell'altra proposta. Ma questa sorte accomuna altri 400 testi di legge", sottolinea Francesco Agus. "Abbiamo tempo fino alla fine della legislatura, nel 2019, ma la cosa migliore sarebbe il riordino nazionale: le regioni legiferano in materia attraverso la loro competenza di tutela della salute ma è un palliativo, possono incidere in maniera marginale e hanno meno possibilità di controllo. Serve una legge complessiva che agisca anche sulla prevenzione".
Dello stesso tenore il pensiero di Salvatore Demontis. "Ci sono tante leggi da discutere, occorre sensibilizzare il consiglio regionale su questa e altre tematiche, e il rinnovo di metà mandato delle commissioni può essere l'occasione giusta per sollecitarne l'esame.
L'approvazione della legge regionale nel frattempo è diventata ancora più urgente perché con la proposta presentata dal Governo in Conferenza unificata per le sale 'certificate' sparisce il concetto di distanze minime, che per me è centrale per liberare buona parte del territorio urbano dalle slot. Il giocatore non va 'separato', deve essere visibile, perché l'isolamento può condurlo a situazioni patologiche, come spesso accade. Le norme poi devono valere anche per le sale scommesse".
SICILIA - La nostra carrellata delle Regioni ancora senza legge si chiude in Sicilia dove sembra essere arrivata la quadra dopo l'unificazione delle proposte di varie parti politiche presentate nel corso della legislatura, ben nove.
Un testo coordinato, in nove articoli, che ruota attorno ad un distanziometro di 500 metri, la disciplina degli spazi pubblicitari relativi al gioco, sgravi sulle tasse locali per gli esercizi commerciali che non utilizzino alcun tipo di gioco online, identificati e "pubblicizzati" attraverso il logo 'Slot? No Grazie!’, la promozione di accordi con gli enti di servizio del trasporto pubblico locale e regionale per favorire l’adozione di un codice di autoregolamentazione che vieti gli spazi pubblicitari al gioco, corsi di formazione obbligatoria per i gestori delle sale da gioco e dei locali con apparecchi, l'istituzione di un numero verde regionale per le segnalazioni e le richieste di aiuto, la progettazione territoriale sociosanitaria sul fenomeno del Gap.
"Attualmente il testo è fermo in commissione Sanità in attesa della relazione dell'assessorato regionale alla Salute che nella primavera 2015, adeguandosi alla programmazione nazionale, ha varato le Linee guida sulla prevenzione del gioco d'azzardo patologico, un piano d'intervento già molto avanzato con attività di diagnosi e cura nei Sert e in tutte le unità delle aziende sanitarie territoriali. È necessario coordinare il testo di legge con le linee guida perché vogliamo andare tutti nella stessa direzione", commenta la deputata Antonella Milazzo (Pd), membro della commissione Sanità all’Assemblea regionale siciliana.
A "bloccare" l'iter della normativa è anche l'approvazione del Bilancio, che ha fatto rinviare le sedute delle commissioni, ma non appena approvato, entro il mese di aprile, dovrebbero esserci il ritorno in commissione Bilancio e quindi l'approdo nell'aula dell'Assemblea.
La proposta, che riunisce le istanze di tutti i gruppi parlamentari, è frutto di una convergenza assoluta, e prevede la ridefinizione dei poteri dei Comuni "al fine di potenziarne l'autorità di controllo e prevenzione a tutela dei soggetti deboli rafforzandone la disciplina sanzionatoria".
Ogni Comune dovrà tenere ed aggiornare annualmente un elenco dei punti di offerta di gioco presenti nel territorio, attivare un tavolo tecnico insieme ai rappresentanti delle Asp e delle associazioni, programmare attività di formazione per gli operatori e di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole.
I sindaci potranno emanare ordinanze motivate che pongano ulteriori limitazioni orarie alle attività delle sale gioco e scommesse e al funzionamento degli apparecchi, attivare iniziative culturali per la prevenzione ed il contrasto al Gap e saranno chiamati a garantire il controllo del territorio, nell’ambito dei comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduti dai prefetti.

 

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