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Neri (Anci Toscana): 'Gap, serve confronto fra regioni europee'

29 giugno 2017 - 10:45

Il responsabile Anci Toscana per il tavolo sul Gap, Simona Neri, chiede al vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli nuovi strumenti per contrastare il fenomeno.

Scritto da Redazione
Neri (Anci Toscana): 'Gap, serve confronto fra regioni europee'

"Ci sono ancora molti temi da trattare, il problema è fondamentalmente culturale e serve soprattutto una task force tra tutti i soggetti in campo per sensibilizzare fin dalla giovane età al gioco sano e sociale, attuare sui vari livelli politiche di contrasto al disagio giovanile per infondere più fiducia sulle proprie capacità ed affermare con forza che sono le proprie competenze, e non la fortuna, che determinano il futuro destino economico. L’appello che sento di rivolgere al vice presidente Sassoli è quello di stimolare un dibattito che consenta di raccogliere le esperienze delle Regioni 

Europee su questo tema, con l’obiettivo di condividere una seria politica di contrasto alla dipendenza da gioco e soprattutto di gestione del capitolo relativo al gioco online che rappresenta senza dubbio la nuova frontiera del gioco d’azzardo".


Con queste parole il responsabile Anci Toscana per il tavolo sul Gap, Simona Neri, commenta gli esiti del convegno "L'azzardo non è un gioco" tenutosi il 27 giugno a Bruxelles, su impulso del vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli e dell'europarlamentare Caterina Chinnici, con il senatore Pd Stefano Vaccari (coordinatore della Commissione Parlamentare Antimafia del X Comitato), il tenente colonnello dell’Europol Antonio Manfredi, Don Armando Zappolini (portavoce nazionale della campagna ‘Mettiamoci in gioco’) e Filippo Torrigiani, consulente della Commissione Antimafia e del Cnca. 
 

"Ribadisco inoltre l’importanza che l’Europa sancisca un principio fondamentale e cioè che la legislazione comunitaria, nazionale o regionale non costituisca lesione della libera iniziativa imprenditoriale in materia di gioco allorchè essa ne limiti la piena fruizione nello spazio e nel tempo, per tutelare la salute della popolazione o in generale le fasce più deboli di essa. Sottolineo il termine 'limitare' e non 'vietare' una iniziativa economica in funzione di un interesse pubblico più alto e più generale", conclude Neri.
 

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