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Binetti: 'Gioco responsabile, rischi non solo con le Awp'

18 agosto 2017 - 07:38

Anche la politica prende posizione sull'importanza della prevenzione: la deputata Paola Binetti punta l'attenzione sul fatto che i rischi del gioco non si esauriscono con le Awp.

Scritto da Anna Maria Rengo
Binetti: 'Gioco responsabile, rischi non solo con le Awp'

C’è una certa ingenuità in chi ritiene che la patologia legata al gioco sia tutta in carico alle slot! Le slot sono parte del problema, ma certamente non lo esauriscono. Basta pensare alle lotterie istantanee come il famoso Gratta e Vinci, nelle infinite e variopinte forme che assume a seconda della stagione, oppure al ben più insidioso gioco online, assai più difficile da controllare anche per lo stesso giocatore che mette mano alla sua carta di credito senza neppure riuscire a portarne il conto”. Lo afferma nello speciale pubblicato sul numero di luglio/agosto della rivista Gioco News la deputata Paola Binetti (Gruppo Misto – Udc -Idea, componente della commissione Affari sociali della Camera) che, nel commentare le disposizioni contenute in Manovra Bis, aggiunge: “Con ciò ridurre le slot può avere un effetto positivo se si accompagnerà ad una riduzione complessiva di tutte le altre forme di gioco. Soprattutto se si mette in atto una campagna di informazione sui danni da gioco, ben più esplicita di quanto non accada con gli attuali spot televisivi e radiofonici, in cui si fa un generico invio al regolamento, dopo aver detto velocemente e in modo sempre più accelerato, che giocare crea dipendenza, come se si trattasse di uno scioglilingua che fa parte del gioco!”

Quali politiche di prevenzione, oltre che di cura, si possono e si devono portare avanti in Italia?

Le politiche di prevenzione non vanno confuse con le misure di impronta proibizionistica. La prevenzione per i giovani la si fa creando altri centri di interesse, a cominciare dallo studio, dallo sport, dall’impegno nel volontariato, ecc... Puntando di volta in volta a smontare slogan che hanno come obiettivo il guadagno facile, la delega alla dea fortuna della propria vita, l’apparente innocuità di certi gesti come un semplice gratta e vinci o una monetina nella slot del bar sotto casa… La prevenzione la sia fa da un lato informando e facendo capire qualcosa di più del calcolo delle probabilità e quindi dell’effettiva possibilità di vincere in giochi in cui l’abilità non c’entra! Ma la si fa anche attraverso una positiva educazione del carattere, che punti all’autocontrollo, alla sobrietà, alla capacità di dirsi di no… Occorre rimettere di moda valori come l’autonomia, a cominciare dai condizionamenti legati all’uso di sostanze o, come in questo caso, alla dipendenza da giochi di vario genere, non solo slot!”

Quali sono gli attori che devono essere coinvolti?

Vanno coinvolti in prima persona i ragazzi stessi, i giovani adulti e le pensionate, considerati come categorie a rischio. L’accento va messo sul protagonismo del soggetto, sulla sua libertà e sulla sua responsabilità, smascherando con lui tutti i potenziali fattori di condizionamento, a cominciare dalle illusioni e dalle false teorie… Solo con un intenso dialogo volto a far chiarezza sul pesante gioco di marketing che si nasconde dietro ai vari tipi di gioco, potrà aiutarlo a capire più e meglio non solo le dinamiche del gioco, ma anche le sue personali modalità di reazione davanti a certe proposte o a certe frustrazioni… In questo senso possono essere di aiuto: genitori, insegnanti, esperti, che sappiano restituirgli fiducia nella sua capacità di autocontrollo, nel suo senso della disciplina, proponendogli altri e più sani modelli di gioco, di sport, di relazioni interpersonali.”
Il suo disegno di legge sul gioco patologico “giace” da tempo in commissione. È auspicabile e possibile la ripresa del suo iter?
Ne dubito. Il partito di maggioranza, il Pd, non è interessato a questa battaglia come ha ripetutamente mostrato in mille occasioni, da cui si evincono forti e profondi interessi di buon rapporto con molti dei big del giogo, a cui il governo deve introiti del tutto rilevanti. Minore, per non dire scarsissimo è l’interesse per la prevenzione e cura del Gap la grave dipendenza dall’azzardo, che lui si ostina a chiamare ancora bonariamente ludopatia. È un evidente caso di conflitto d’interessi!”
 

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