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Riordino giochi: all'insegna della normalità, ma anche della legalità

17 novembre 2017 - 09:41

All'indomani del convegno della Camera sul gioco pubblico, oltre alla ricerca della normalità occorre puntare forte sulla legalità. A partire dal Piemonte.

Scritto da Alessio Crisantemi
Riordino giochi: all'insegna della normalità, ma anche della legalità

Tra le maggiori preoccupazioni espresse dai rappresentanti degli addetti ai lavori del comparto giochi e da (alcuni) rappresentanti della politica, ribadite anche al convegno dei giorni scorsi andato in scena alla Camera dei Deputati, c'è quella relativa al rischio del vedere dilagare i fenomeni illeciti quale conseguenza della già avviata contrazione dell'offerta legale di gioco. Anche – e soprattutto – in questi territori, come il Piemonte – in cui è prevista una drastica espulsione. In quella stessa sede, non a caso, il Generale della Guardia di Finanza, Stefano Screpanti, ha sottolineato l'impegno profuso dal corpo per il contrasto delle attività non autorizzate, nonostante le difficoltà e le diffide personali e richieste risarcitorie ricevute dagli operanti impegnati nelle attività di controllo e repressione. E' di ieri la notizia dell'operazione "Doppio Jack", condotta dalla Procura di Firenze che ha accertato slot scollegate dai Monopoli di Stato, in 24 sale, con un'evasione accertata pari a sei milioni di euro e 40 persone coinvolte a vario titolo con l'imputazione di associazione a delinquere finalizzata all'esercizio abusivo del gioco d'azzardo e alla truffa. Un'operazione che si aggiunge alle altre che negli ultimi anni contribuiscono a delineare un quadro preoccupante non tanto per il dato (purtroppo fisiologico) relativo all'esistenza di fenomeni illeciti in un settore che muove significative somme di denaro, bensì per la reazione dello Stato e del legislatore nazionale che, già in difficoltà a delineare un quadro di regole certe per lo svolgimento dell'attività dei soggetti autorizzati, non percepisce come prioritario un intervento per rendere la vita meno facile a chi delinque nel comparto.

L'ultimo tentativo - come noto non andato a buon fine - è quello compiuto dal Governo con il decreto delegato, attuativo dell'articolo 14 della Legge Delega Fiscale che, si ricorderà, conteneva, tra le altre misure, anche alcune modifiche di rilievo alla norma penale che sanziona la raccolta abusiva di giochi e scommesse (art.4 L. 401/89), con l'innalzamento delle pene massime, come auspicato anche da magistrati che si sono occupati di indagini penali in materia scontrandosi con i limiti propri dell'apparato sanzionatorio del reato in questione. Ma purtroppo si tratta soltanto di intenzioni e di spunti non tradotti in Legge, essendo stato abbandonato l'intero corpus normativo. Salvo poi riprendere alcuni temi in sede di Conferenza Unificata.
COSA PUO' CAMBIARE - In effetti, il documento sul quale è stata raggiunta l'intesa tra Stato, Regioni ed Enti locali, prevede l'inasprimento dei controlli contro il gioco illegale, con attribuzione di competenze specifiche anche agli organi di polizia locale, l'attribuzione della necessaria rilevanza agli indicatori di rischio di presenza mafiosa, la predisposizione di un sistema strutturato di vigilanza e di controllo dei giochi, l'introduzione di un nuovo modello di governance della vigilanza nel settore improntato ad efficacia ed efficienza, basato anche sulla centralizzazione di qualunque dato o informazione giudiziaria riguardante il gioco d'azzardo. Sono state quindi, in parte (e in teoria), recepite le indicazioni contenute nella relazione del Comitato sulle infiltrazioni criminali nel gioco lecito ed illecito della Commissione Antimafia, del giugno 2016: ma vedremo nei provvedimenti attuativi come le indicazioni di massima contenute nell'intesa troveranno una traduzione in norme concrete. Manca, in ogni caso, un'indicazione sull'inasprimento del sistema sanzionatorio invocato da una magistratura che conosce e affronta sul campo i casi concreti.
UN NUOVO APPROCCIO SUL GIOCO - Proprio in considerazione della fase di "trasformazione" del settore, cui ha fatto riferimento più volte il Sottosegretario Pier Paolo Baretta, insieme all'esigenza di riconsiderare la filiera e la sua composizione all'insegna di un auspicato "salto di qualità" (usando le parole del Sottosegretario), risulterebbe importante un parallelo passo di maturità da parte dello stesso Legislatore, e dello Stato in tutte le sue articolazioni, per giungere a un Codice di norme o Testo Unico che dia certezza di regole e prescrizioni. Se l'impianto normativo è debole ed incerto, oggetto di differenti interpretazioni quale conseguenza della mancanza di chiarezza e determinazione, gli operatore tutti finiscono per navigare a vista e andare a ricercare il business negli interstizi e nelle pieghe della legge. Con il cerino che resta sempre nelle mani dello Stato che da un lato limita l'offerta legale e dall'altra non contrasta adeguatamente l'offerta illegale contribuendo così ad incrementare, suo malgrado, le sacche di illegalità.
Le associazioni del cosiddetto Terzo Settore, unicamente concentrate nelle campagn "No slot" e nella demonizzazione del gioco legale a fini spiccatamente proibizionistici, lavorano, più o meno consapevolemente, per l'indebolimento del gioco legale, finendo però (e qui, si spera, inconsapevolmente) a tutto vantaggio di quello illegale. Ma cosa viene fatto, concretamente, per tutelare le persone contro il gioco illegale? Le persone vengono informate di questo tipo di rischio? Viene fatta, anche qui, adeguata prevenzione? Ma questa è un'altra storia, forse.

Intanto, volendo (e dovendo) guaradre il bicchiere "mezzo pieno", c'è di buono che il sistema di controllo, pur con i vari limiti procedurali, sembra comunque funzionare, viste le numerose e importanti operazioni contro l'illegalità. Ora bisognerà però vedere come evolverà l'operazione "Doppio Jack", alla quale, probabilmente, come avvenuto per l'operazione "Black Monkey", le associazioni apporteranno un importante contributo a difesa della legalità e delle persone. Magari anche coinvolgendo, come ci si aspetterebbe in questi casi, le Regioni e i Comuni coinvolti: tutti i protagonisti, quindi, della lotta al gioco illegale. Nel processo però andrà difeso il sistema legale e la tutela degli utenti che hanno il diritto ad un'offerta di gioco controllata e responsabile in quanto autorizzata dallo Stato. Chissà se in questo modo, almeno, potranno tutti capire che c'è una grossa differenza. E tanti rischi di cui tenere conto, quando si parla di regolamentare il gioco.   

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