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Legge di Stabilità: cadono i primi emendamenti sul gioco

11 dicembre 2017 - 16:57

Primi emendamenti sul gioco alla legge di Stabilità considerati inammissibili dalla commissione Bilancio della Camera.

Scritto da Sm
Legge di Stabilità: cadono i primi emendamenti sul gioco

Sono state presentate 5.865 proposte emendative riferite al disegno di legge recante Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 (C. 4768 Governo, approvato dal Senato), in commissione Bilancio della Camera. E tra questi una settantina riguardano il gioco.

Non passano, in ragione della materia trattata, le proposte emendative presentate da Matteo Mantero (M5S) che estende il divieto assoluto di fumo, in deroga alla disciplina generale, ai luoghi in cui si svolgono attività di gioco d’azzardo; Enrico Baroni (M5S) che reca norme ordinamentali sulle caratteristiche dei luoghi in cui si svolgono attività di gioco d’azzardo". Niente da fare nemmeno per quello a firma Giorgia Meloni (Fdi) che chiedeva: "La misura del prelievo erariale unico sugli apparecchi di cui all'articolo 110, comma 6, lettera a), del testo unico di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, è fissata in misura pari al 17 per cento dell'ammontare delle somme giocate, a decorrere dal 1o gennaio 2018. La misura del prelievo erariale unico sugli apparecchi di cui all'articolo 110, comma 6, lettera b), del testo unico di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, è fissata in misura pari al 6 per cento dell'ammontare delle somme giocate, a decorrere dal 1o gennaio 2018". 
Inammissibile anche quello di Marco Baldassarre (Alternativa Libera) in cui si legge: "Il 10 per cento della somma destinata ai concessionari di rete per apparecchi con vincita in denaro comma 6 lettere a) e b) dell'articolo 110 del Tulps in merito al raggiungimento dei livelli di servizio stabiliti in concessione e lo 0,05 percento della raccolta totale per i terminali di gioco comma 6, lettere a) e b) dell'articolo 110 del Tulps attribuito allo Stato, calcolato in base ad ogni singolo terminale di gioco presente sul territorio, è attribuito ai Comuni per finanziare progetti a carattere sociale". E quello di Francesco Saverio Romano (Ala) che chideva di sopprimere il bando scommesse.
Inammissibili anche tre emendamenti a firma Paola Binetti (Udc): "Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, d'intesa con il Ministero della salute, sentito l'Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo e il fenomeno della dipendenza grave istituito ai sensi dell'articolo 1, comma 133, quarto periodo, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, predispone campagne di informazione e promuove progetti di educazione sui fattori di rischio connessi al gioco d'azzardo nelle scuole di ogni ordine e grado. I costi saranno dedotti immediatamente dalla cifra complessiva del giocato e saranno per il 50 percento a carico degli enti concessori, per il 25 per cento a carico dei concessionari e per il restante 25 percento e a carico degli enti gestori".
E quello: "È istituita la tessera del giocatore, che costituisce l'unico strumento di accesso ai giochi tipo Vlt-Awp. Tale tessera contiene una serie di dati che consentono al giocatore di monitorare la propria condotta di gioco: numero di partite giocate, tempo di esposizione al gioco, somme perse o somme guadagnate, ecc. I costi saranno dedotti immediatamente dalla cifra complessiva del giocato e saranno per il 50 percento a carico degli enti concessori, per il 25 percento a carico dei concessionari e per il restante 25 percento a carico degli enti gestori".  
Il terzo recita: "È istituito in via definitiva, presso l'Iss, Servizio per le dipendenze, il Numero verde nazionale sul Gioco d'Azzardo (Tvunga, attualmente attivo in via sperimentale fino al 3 marzo 2018) per fornire ai giocatori informazioni di ogni tipo in merito alle condotte di gioco. I costi saranno dedotti immediatamente dalla cifra complessiva del giocato e saranno per il 50 percento a carico degli enti concessori per il 25 per cento a carico dei concessionari e per il restante 25 percento a carico degli enti gestori". 
 

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