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Relazione mafia e calcio: 'Si limitino scommesse su serie minori'

14 dicembre 2017 - 14:18

Approvata la Relazione su mafia e calcio: la presidente Rosy Bindi e il deputato Marco Di Lello illustrano le misure proposte, tra cui di limitare le scommesse sulle serie minori.

Scritto da Anna Maria Rengo
Relazione mafia e calcio: 'Si limitino scommesse su serie minori'

La commissione Antimafia ha approvato all'unanimità la Relazione su mafia e calcio, illustrata a Palazzo San Macuto dai due firmatari, la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi e il coordinatore del comitato apposito, Marco Di Lello (Pd) con un riferimento al fenomeno del match fixing e agli strumenti per fronteggiarlo.

“Il legame tra mafia e sport – spiega la presidente Bindi – si è posto all'attenzione della commissione fin dall'inizio, soprattutto a seguito di fatti accaduti in società dilettantistiche. Ci siamo poi concentrati anche sul calcio professionistico e di Serie A, ma non va abbandonata l'inchiesta sullo sport, e sul calcio in generale, con particolare attenzione alle piccole società”. Il fenomeno è stato osservato “sotto il profilo della sicurezza, dei calciatori e delle società”.

Bindi sottolinea: "Con questa relazione non vogliamo sostituirci all'indagine dei magistrati, ma suscitare le responsabilità di tutti gli attori del sistema e chiederci se il nostro ordinamento sportivo, basato su un mix tra pubblicp e privato, è adeguato".

Marco Di Lello aggiunge: “La nostra è una relazione di 99 pagine che racchiude il lavoro di un intero anno solare e durante il quale ci sono stati 42 auditi. Abbiamo affrontato un tema giusto, è la prima volta che si indaga sui rapporti rta mafia e calcio propfessionistico, penso che dalla prossima legislatura sarà normale avere questo tipo di attenzione. Le mafie si alimentano anche di calcio, in maniera diretta e indiretta. Il rischio riguarda tutta l'Italia e tutte le società".  

Il coordinatore del comitato si sofferma anche sul match fixing, tema affrontato anche da quello coordinato dal senatore del Pd Stefano Vaccari, su gioco e legalità. "Affrontare l'ottimo lavoro fatto dalla procura di Cremona con l'indagine Last Bet fa emergere i limiti della nostra normativa, in quanto monitoriamo i flussi di scommesse anomale sulla base dei siti italiani, e qui i numeri sono molto bassi. Nel 2017, per esempio, c'è stata una sola scommessa anomala sul calcio a 5, uno nella pallamano, uno nel campionato moldavo, ma non abbiamo le giocate anomale sui siti esteri, come per esempio quelli con base a Singapore".

Dai dati alle proposte: "Facendo proprie le osservazioni del presidente dell'Associazione italiana calciatori, Damiano Tommasi, che in audizione ha evidenziato i rischi in proposito, proponiamo di limitare fortemente le scommesse sulle serie minori", afferma ancora Di Lello.

Quanto alla possibilità di istituire un tavolo con le società di scommesse, così da consentire il pieno monitoraggio di quelle truccate, secondo Di Lello, "intanto si possono limitare le tipologie di scommesse, e poi si possono limitare, anzi vietare, le scommesse sulla Lega Pro e Lega Dilettanti. Ancora, attraverso l'attuazione della convenzione di Macolin, lo Stato si può dotare di nuovi strumenti, visto che il fenomeno oggi è globale. Nell'inchiesta Last Bet c'erano centinaia di partite del campionato tedesco”.
IL DETTAGLIO DELLE PROPOSTE - La Relazione propone, per quanto riguarda la sicurezza, di "inasprire le sanzioni della giustizia sportiva: è opportuno valutare l’adeguatezza delle sanzioni comminate – in maniera particolare nel match fixing e in caso di collusioni con la criminalità organizzata di tipo mafioso – sia in termini assoluti, con riferimento ai fatti oggetto di contestazione, sia in termini relativi, prevedendo rafforzate e più efficaci forme di raccordo con la giustizia ordinaria, in modo da valorizzarne le risultanze definitive".

 

Analoga attenzione, si legge nella Relazione, andrebbe riservata alle misure dirette a impedire che il calcio - come qualunque altro sport - offra occasione d’illecito lucro alla criminalità organizzata. Tra le misure proposte in proposito: "ratifica della Convenzione di Macolin del Consiglio d’Europa del 18 settembre 2014 sulla manipolazione delle competizioni sportive189. Il 27 gennaio 2017, il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale e del ministro per lo sport, ha presentato un disegno di legge per l’adesione dell’Italia alla Convenzione, che è stato approvato il 22 novembre 2017 alla Camera dei deputati e che attualmente è in discussione al Senato. Ora è necessario concludere questo iter". Inoltre, "rafforzare, a fini preventivi, il sistema di monitoraggio sulle scommesse illegali su siti non autorizzati o su siti stranieri". Ancora, "limitare il novero dei fatti sportivi sui quali è possibile scommettere. Uno dei fattori che facilita il fenomeno del match fixing è proprio la possibilità di scommettere su qualunque evento e frazione della condotta di gioco, opportunità che agevola l’accordo illecito con un minore numero di attori infedeli. Limitare la possibilità di scommettere sul solo risultato finale dell’incontro e, al massimo, su quello del primo tempo, ridurrebbe significativamente le occasioni d’illecito accordo", "vietare le scommesse sulle partite di calcio delle società che militano in campionati dilettantistici, attesa la loro maggiore vulnerabilità sul piano economico e al condizionamento di esponenti della criminalità e considerato altresì che non di rado hanno difficoltà ad adempiere agli obblighi contrattuali verso i calciatori così esponendoli al più alto rischio che si prestino ad operazioni di matchfixing", "valutare, in fine, in una prospettiva in cui le politiche fiscali tengano conto delle misure di politica di prevenzione della criminalità, l’allineamento della tassazione delle scommesse a quella che colpisce le altre operazioni commerciali. Il settore delle scommesse sportive non è solo fonte di ragguardevoli introiti per l’Erario ma è anche fonte di lautissimi guadagni sia per gli scommettitori ma ancor più per le società di betting che operano in sostanziale assenza di rischio di impresa. Tutto questo facilita e incentiva le frodi sportive e contribuisce a diffondere forme di dipendenza del gioco in strati sempre più ampi del tessuto sociale e, in particolari, tra i giovani".

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