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Neri (Anci Toscana): 'Si regolamentino anche le scommesse'

29 gennaio 2018 - 12:30

Simona Neri, sindaco di Pergine Valdarno (Ar) e rappresentante dell'Anci Toscana, evidenzia l'importanza di regolamentare il settore delle scommesse.

Scritto da Daniele Duso
Neri (Anci Toscana): 'Si regolamentino anche le scommesse'

Milano - "Rappresento un Comune nel quale, da quanto abbiamo individuato, il volume di gioco è pari al bilancio comunale".

Lo afferma Simona Neri, sindaco di Pergine Valdarno (Arezzo), che aggiunge: "Come rappresentante di Anci Toscana (dove è responsabile del progetto ludopatia e bullismo Ndr) penso che la cosa più importante è quella di regolamentare non solo la categoria dell'automatico, ma anche delle scommesse. Abbiamo esteso, con legge regionale, la regolamentazione ai locali con licenza mista. Abbiamo quindi esteso il concetto di nuova installazione, che per noi è anche il cambio del contratto di sale da gioco già esistenti. Da ultima la questione della formazione. Ci manca l'ordinanza sugli orari di apertura. Per ora non possiamo far nulla in quanto il Tar Toscana ci ha sempre dato contro (a differenza di quanto, ad esempio, avviene in Veneto)".

L'INTERVENTO DI SPERANDEO - Alfonso Sperandeo, istruttore amministrativo del Comune di Napoli, evidenzia da parte sua: "La mia è una presenza un po' atipica. La nostra esperienza è partita nel 2015, quando il Consiglio comunale ha adottato un regolamento piuttosto stringente per l'apertura di nuovo punti gioco. Ma il nostro impegno non è stato solo normativo. Abbiamo lavorato con l'Inail regionale per individuare il peso del fenomeno nei luoghi di lavoro, ma anche un lavoro in collaborazione con la Questura (che ha respinto una nuova apertura che non rispettava il regolamento comunale). Uno dei partner principali è stata la Asl, sempre al nostro fianco per capire quali possano essere i correttivi di questa che comunque riteniamo essere una sperimentazione. Parallelamente abbiamo lavorato anche a stretto contatto con 'Mettiamoci in gioco'. Tutto ciò, nonostante la carenza di normativa a livello regionale, ci ha consentito una gestione sperimentale volendo anche creativa, tirando in ballo anche gli stessi gestori delle sale da gioco, che si impegnano liberamente a eliminare pubblicità dentro e fuori dalle sale e seguire seminari formativi da parte di gestori e dipendenti, mettendo a disposizione dati raccolti per individuare persone a rischio. Una esperienza che speriamo possa essere utile per individuare strategie utili per il contrasto del gioco d'azzardo patologico e della criminalità che la sfrutta".

 

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