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Mantero (M5S): 'Gioco, servono linee guida nazionali su orari e distanze'

07 aprile 2018 - 10:20

Matteo Mantero, già deputato e ora senatore del Movimento 5 Stelle, evidenzia la necessità di uniformità normativa in materia di gioco.

Scritto da Sara Michelucci
Mantero (M5S): 'Gioco, servono linee guida nazionali su orari e distanze'

 

La grande incompiuta. Parliamo della riforma del gioco, portata avanti nella passata legislatura, attraverso l'azione del governo (destinato sicuramente a cambiare guida in quella appena iniziata) e dei parlamentari che, nelle aule di Camera e Senato, hanno presentato disegni di legge in materia. Gioco News ha interpellato, per il numero di aprile della rivista, il già deputato del Movimento 5 Stelle Matteo Mantero, di fresca elezione in Senato.

Qualunque sarà il nuovo governo italiano, come auspica che si muova in materia di gioco e quali sono gli obiettivi che si dovrà porre?

"Sicuramente va ridimensionato il mercato del gioco d'azzardo, dato che è diventato ipertrofico, con un aumento di ulteriori dieci miliardi di giocato solo nell'ultimo anno. Bisogna ridurre gradualmente il numero delle concessioni di gioco, non dandone di nuove e portando a scadenza quelle esistenti. Non devono esserci slot in ogni bar e tabacchi, ma si deve arrivare a una riduzione un po' a tutti i livelli, non solo degli apparecchi Awp, ma anche delle Vlt e del gaming online, partendo dal divieto della pubblicità”.

Negli ultimi anni le Regioni hanno varato molti provvedimenti restrittivi sul gioco. A suo modo, orari e distanze sono utili per prevenire il gioco patologico?
 
“Si sono utili e ci sono dei Comuni che hanno fatto regolamenti e ordinanze molto validi. Il problema è che la cosa va estesa, finché sono a macchi di leopardo non sono efficaci totalmente. Bisogna fare delle linee guida a livello nazionale su distanze dai luoghi sensibili e orari, dando così omogeneità”.
 
Porre troppi vincoli a concessionari, terrestri e online, autorizzati dallo Stato e che pagano regolarmente le tasse non rischia di avvantaggiare chi invece non è autorizzato, non paga tasse e probabilmente si interessa poco della tutela dei i minori e delle fasce deboli?
 
“Francamente il fenomeno oggi è troppo diffuso e l'impatto su salute e fasce deboli c'è, al di là del gioco lecito o meno. Va combattutto il mercato illegale, questo è ovvio, ma va ridimensionato fortemente quello legale”.
 
Per quanto riguarda la pubblicità del gioco, può essere uno strumento per distinguere gli operatori legali da quelli che non lo sono?
 
“No, si può semplicemente utilizzare il marchio Adm per farlo. Non serve pubblicizzare continuamente l'offerta di gioco. La pubblicità non permette questo distinguo”.
 
Quanto è importante la formazione e la prevenzione per promuovere il gioco responsabile, e quali compiti possono essere affidati agli operatori e alle istituzioni scolastiche?
 
"Sicuramente informare già a partire dalle scuole sulla pericolosità dell'azzardo è importante. Ma penso che quello che si deve promuovere non è il gioco responsabile, ma spiegare che l'azzardo può portare alla dipendenza, come fa il consumo di alcol o di fumo. Bisogna fare lo stesso per il gioco, limitandolo, ma senza arrivare al proibizionismo”.
 
Il nuovo governo porterà a termine la riforma del gioco?
 
“Questo è da vedere. Se sarà il nostro, lo farà ma non sulla strada intrapresa dal sottosegretario uscente, Pier Paolo Baretta. Credo che sia un settore da rivedere in maniera concreta. Si è proceduto in questi anni al rilascio di continue autorizzazioni, senza alcun criterio”.
 
In un'ottica di riduzione dell'offerta di gioco, che cosa ne pensa dell'idea di consentire la nascita di nuovi casinò?
 
“Si può ragionare su tutto, ma mi sembrano luoghi un po' vetusti. Sicuramente la concorrenza del gioco pubblico ha avuto un impatto su tali location. Per come è stato concepito, il casinò non era un modello sbagliato, perché si trattava di luoghi dedicati, in cui l'offerta non erano immediatamente disponibile. Credo, però, che ormai con l'online sia poco sensato pensare che il deterrente al giocare meno siano i casinò”.

 

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