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Consiglio Ancona approva regolamento gioco, il M5S diserta l'Aula

19 aprile 2018 - 15:33

Scontro fra maggioranza e minoranza per il voto sul regolamento sul gioco del Comune di Ancona, poi approvato dal consiglio comunale.

Scritto da Redazione
Consiglio Ancona approva regolamento gioco, il M5S diserta l'Aula

Un'unica fascia oraria di dieci ore divisa per tipologia di locale, dove sono stati tolti diversi luoghi sensibili. Le sale scommesse, bingo e Vlt potranno rimanere aperte dalle 14.00 alle 24.00, mentre le slot installate negli esercizi pubblici (bar e tabacchi) potranno funzionare dalle 10.00 alle 20.00.

Questo il "cuore" del regolamento sul gioco approvato dal consiglio comunale di Ancona nella seduta di oggi, 19 aprile, con 20 voti favorevoli e l'opposizione del Movimento Cinque Stelle, che ha presentato 13 emendamenti al testo e ha poi lasciato l'Aula al momento del voto.

Il provvedimento, che incassa il sì del Consiglio dopo una serie di incontri con gli operatori del settore, attua il distanziometro di 500 metri previsto dalla legge regionale delle Marche sul Gap, che a regime, nel 2019, porterà il numero dei locali con giochi dagli attuali 118 a 5, come anticipato a Gioconews.it dall'assessore ai Servizi sociali Emma Capogrossi.
 

Particolarmente critica sul regolamento il consigliere comunale Cinquestelle Daniela Diomedi: "Il gioco d’azzardo non è e non può essere considerato alla stregua di un qualsiasi settore economico. È molto ma molto più ricco ed è, paradossalmente, un ‘servizio pubblico che può causare dipendenza patologica’. Le amministrazioni locali dovrebbero essere focalizzate proprio su questo aspetto, poiché è demandata loro la tutela della salute dei propri cittadini: questo è il suo interesse generale ed è di rango costituzionale e non prevalga l’interesse particolare che coincide col lauto profitto per pochi. Se è vero che anche la libertà di iniziativa economica è principio meritevole di 'tutela' costituzionale, non si può non tenere conto che la Costituzione stessa, nello stesso articolo impone anche il suo temperamento: 'Non può svolgersi (la libertà di iniziativa economica: cfr. art. 41 comma 1) in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” (art. 41 comma 2)'. Sul Comune grava una responsabilità determinante ovvero la tutela della sfera degli interessi e dei diritti dei propri amministrati, in particolare della loro salute. Nell’esercizio della potestà regolamentare, non può/non deve abdicare al proprio ruolo! Alcuni Comuni hanno dimostrato e dimostrano questa assunzione di responsabilità e questa consapevolezza; altri, come il Comune di Ancona, non lo fanno. Anche qui si sarebbe potuto regolare il fenomeno in piena autonomia, senza cedere all’interesse speculativo di pochi, ma qui non ha prevalso l’interesse generale su quello particolare. Speriamo che Ancona non faccia scuola. È un cattivo esempio”.
 

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