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Emilia Romagna al voto: si decide il futuro del gioco pubblico

24 gennaio 2020 - 23:00

Domenica 26 gennaio è il momento della verità, in Emilia Romagna: non soltanto per la Regione, ma anche per il governo e per il gioco pubblico.

Scritto da Redazione
Emilia Romagna al voto: si decide il futuro del gioco pubblico

Finalmente, si vota. In Emilia Romagna (come pure, del resto, in Calabria: pur essendo questa dimenticata da politica e media) è arrivato il momento della verità con le elezioni regionali destinate a svolgere un ruolo fondamentale (addirittura) sul futuro dell'attuale governo, con la possibilità di stravolgere i già precari equilibri che compongono la maggioranza.

Ma oltre ai risvolti di livello nazionale, in questa domenica di fine gennaio si gioca un'ulteriore partita nella partita, che è quella del gioco pubblico: per via di quella scomoda e per alcuni versi assurda legge regionale voluta dalla Giunta Bonaccini, che sta compromettendo le attività delle tante imprese del gioco che operano a livello locale, come pure di una parte degli esercenti che anche grazie al gioco tengono in piedi le proprie attività.

Un'iniziativa politica, ritenuta da più parti eccessiva e scomposta, che è finita col provocare una serie di movimenti di protesta in Emilia e che rischia di compromettere la rielezione dell'attuale governatore del Pd.

Anche per via del fatto che l'opposizione non è rimasta a guardare, cogliendo il disagio dei tanti lavoratori e promettendo un impegno concreto per modificare la legge “anti-gioco” in caso di vittoria della candidata del centro-destra Lucia Borgonzoni. In particolare a sposare la causa degli operatori del gioco è stata Forza Italia, che oltre a candidare il legale Gianfranco Fiorentini, esperto del settore e in lista per il consiglio regionale a Forlì e Cesena, ha condiviso le istanze degli operatori anche con gli altri candidati (Anna Maria Cesari a Bologna, Marcello Nicola a Rimini, Alberto Ancarani a Ravenna, Andrea Galli a Modena, Matteo Fornasini a Ferrara, Maria Rosa Zilli a Piacenza, Cristina Fantinati a Reggio Emilia).
Al punto che sul sito regionale del partito di Silvio Berlusconi compare anche il manifesto del Gioco legale in cui si evidenziano i 3.700 posti di lavori messi a rischio dalla legge attuale, certificati nei giorni scorsi anche dall'autorevole fonte della Cgia di Mestre. 

Per questa ragione, come scriviamo da giorni, il voto in Emilia rischia di essere decisivo anche per le sorti del comparto. Con l'attuale governatore che pur avendo fatto promesse ai lavoratori scesi più volte in piazza per chiedere di salvare l'occupazione, non è voluto intervenire con una modifica alla propria legge, né tanto meno con una proroga dei termini e per questa ragione difficilmente lo farà in caso di una riconferma. Per il momento, nessuno è in grado di sapere quale sarà il verdetto che arriverà dalle urne emiliane, anche se il semplice fatto che si stiano ipotizzando da mesi gli scenari in caso di vittoria del centro-destra, in una regione ritenuta storicamente “rossa”, evidenzia un cambiamento di scenario non poco significativo a livello politico che dovrà far riflettere soprattutto la maggioranza di governo. Magari anche pensando all'industria del gioco visto che, comunque vada, il peso del comparto e dell'intero indotto sulle elezioni sarà sicuramente rilevante.
Nell'auspicio generale che al di là del risultato, si possa comunque avviare una riflessione generale sul settore, che possa magari portare o comunque contribuire al riordino che l'intera filiera attende da tempo: soprattutto in Emilia Romagna.

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