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Riapertura confini e ripartenza giochi: se non ora quando?

30 maggio 2020 - 07:43

Sulla riapertura dei confini il governo ha deciso: confermate le indiscrezioni, ora si tratta sulla fase 3.

Scritto da Ac
Riapertura confini e ripartenza giochi: se non ora quando?

Riapertura totale di tutte le Regioni a partire dal 3 giugno senza obbligo di quarantena. È questo l’orientamento emerso nel corso del vertice di governo di ieri sera durante il quale il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha illustrato i dati del monitoraggio sanitario che sono stati raccolti sui territori. Si tratta dell'appuntamento più atteso di questa fase, con la data di ieri, 29 maggio, che rappresentava uno spartiacque decisivo per il completamento del piano di ripartenza della Penisola. In caso di aumento dei contagi dopo la riapertura del 18 maggio, non sarebbe stato possibile andare avanti con la roadmap dovendo optare, al contrario, per una marcia indietro, almeno parziale. Invece, i dati sono positivi. Anche se, spiegano fonti governative, ci sarà comunque uno sguardo attento da parte dei tecnici ai dati epidemiologici dei prossimi 4 giorni per arrivare all’ok definitivo. Per il momento, tuttavia, è confermata la riapertura dei confini alla data già prevista dal precedente decreto.

“Il decreto legge vigente prevede dal 3 giugno la ripresa degli spostamenti infraregionali - ricorda il ministro Speranza al termine dell'incontro - Al momento non ci sono ragioni per rivedere la programmata riapertura degli spostamenti. Monitoreremo ancora nelle prossime ore l’andamento della curva”. Ai capi delegazione della maggioranza, ai ministri Boccia, Lamorgese e Di Maio e al sottosegretario Fraccaro, il ministro ha illustrato l’andamento della curva e il monitoraggio relativi alla settimana dal 18 al 24 maggio: quella cioè che ha coinciso con la riapertura di bar, ristoranti negozi e, anche, con i primi assembramenti. Secondo quanto illustrato, il famigerato indice "Rt" di trasmissibilità del virus è sotto l’1 in tutte le Regioni, il trend dei nuovi casi è in diminuzione e anche se alcuni territori hanno ancora una base numerica molto alta, c’è una buona capacità di reazione del sistema sanitario. Se i dati non precipiteranno nei prossimi quattro giorni, quindi, il discorso sulle aperture differenziate tramonterà definitivamente. Anche perché il pressing sul governo per riaprire tutto il paese il 3 era ormai fortissimo: da governatori, opposizione, categorie economiche e anche da chi nella maggioranza finora non si era sbilanciato.
 
IL CONFRONTO SUGLI ALTRI TEMI - Ora le Regioni attendono il confronto con l’esecutivo, anche se - al momento - non ci sono ancora convocazioni o conferme ufficiali. Il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia ha fatto sapere che sentirà i governatori singolarmente, per continuare a confrontarsi sulla apertura. Per un confronto a distanza che andrà avanti nei prossimi giorni come già accaduto per tutta la settimana. Non è però prevista una riunione della conferenza Stato-Regioni. Lasciando quindi intendere che le cose siano destinate a rimanere inalterate rispetto ai piani già indicati nei precedenti provvedimenti governativi, nei quali si parlava, appunto, di riapertura dei confini dal 3 giugno (nel decreto legge) ma anche delle attività che dovevano continuare a rimanere chiuse (nel Dpcm collegato), tra cui i giochi.
 
4 GIORNI DECISIVI - Rimane tuttavia il fatto, sempre più evidente, che la chiusura forzata e prolungata delle attività comincia ad apparire quasi anacronistica, tenendo conto della diminuzione dei contagi anche di fronte agli assembramenti denunciati da più parti dovuti alla movida dei giorni scorsi. Se i dati continuaessero a rivelarsi incoraggianti, si potrebbe accelerare per la riapertura di quelle attività rimaste ancora interdette, per scongiurare il rischio di crollo occupazionale che diventa ogni giorno più concreto. E il gioco risulta - come noto - tra i settori più colpiti dalla crisi e dal lockdown oltre ad essere, peraltro, anche fuori dal piano di salario integrativo previsto dall'esecutvio con la Cassa integrazione in deroga che - come anticipato nei giorni scorsi - si va ad esaurire con la prima settimana di giugno. Ecco quindi che la scelta più razionale sarebbe quella di far ripartire i giochi già da inizio giugno, o al più tardi dalla seconda settimana, in maniera coerente anche con la ripartenza del campionato di calcio che interessa da vicino il settore delle scommesse. Anche se, già oggi, arrivano le prime ordinanze regionali che confermano lo stop dei giochi a livello locale, al di là di ogni possibile decisione governativa, con la Lombardia che ancora una volta fa da apripista.
 
LA LINEA DELLA PRUDENZA - Gli scienziati tuttavia rimangono prudenti e avvertono sulle cautele da osservare perché l’incidenza dei casi “è molto eterogenea” sul territorio nazionale, e ci sono Regioni con un numero molto elevato e altre a basso contagio. Nel momento in cui aumenterà “la frequenza e l’entità” della circolazione nel Paese, bisognerà quindi avere molta cautela ed essere pronti a isolare gli eventuali nuovi focolai. Anche per questo i prossimi quattro giorni saranno decisivi. Come spiegato dal viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri: “In caso di variazioni possono essere necessari passi indietro chirurgici”. Perché queste sono le uniche "armi" a disposizione per contrastare la diffusione del virus.
 
 

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