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Baretta (Mef): 'Riordino gioco, senza accordo deciderà il Governo'

28 marzo 2017 - 11:09

Il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta parla del riordino del settore al convegno Gli italiani e il gioco d'azzardo.

Scritto da Sara Michelucci
Baretta (Mef): 'Riordino gioco, senza accordo deciderà il Governo'

 

Roma - "Dopo anni di ritardo regolatorio, di eccesso di offerta e di sottovalutazione degli effetti sociali e di prevalente se non esclusiva attenzione sull' interesse erariale, dovremmo volere una riforma immediata, ma non è così facile in realtà. Coloro che sono proibizionisti vedono nella riforma un atto per andare avanti. Tutti coloro che sono disponibili a riformare il settore hanno al loro interno idee diverse sui criteri di accesso al gioco, della pubblicità del gioco, della certificazione dei locali di gioco. Abbiamo provato ad ascoltare tutti e a costruire un impianto e a questo punto toccherà a noi decidere, perché non si può lasciare tutto in sospeso, dopo un lungo periodo di attesa e di lavoro. Non lo trovo responsabile".

Lo sottolinea il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta nel suo intervento al convegno "Gli italiani e il gioco d'azzardo: la percezione, le analisi, il Gap e le nuove regole", il 28 marzo a Roma.

 

"Sosterrò la tesi di una doverosa presa di iniziativa da parte del Governo. Mentre il gioco è penetrato nel territorio, c'è stata di una presa di coscienza nuova sul settore. Oggi bisogna inquadrare le scelte e la storia in questa nuova concezione. Il gioco patologico è un problema che va oltre una semplice battaglia di numeri. Ma il Governo deve rispondere a questa crescente domanda di prevenzione e controllo anche di fronte a una serie di linee proibizioniste che non possono essere sostenute. Bisogna invece riportare il gioco in una situazione di normalità, dove prevalga il divertimento. Credo però che non si voglia cogliere il tentativo del Governo di una riforma forte del gioco. La Consulta Nazionale Antiusura in una nota ha messo in evidenza un approccio che dire ideologico è poco. Siamo poi al limite dell'offesa personale in alcuni passaggi del comunicato. In realtà ci siamo mossi su tre linee: mantenere il sistema concessorio, per far sì che allo Stato resti il controllo diretto sul settore; la riduzione dell'offerta delle Awp perché sono 400mila e sono oggettivamente troppe per cui vanno ridotte di almeno il 30 percento e tolte dagli esercizi generalisti secondari, riducendole a partire da bar e tabacchi. Abbiamo preso in considerazione anche il criterio dei metri quadrati. Ma facciamo un passo in più riducendo anche il numero dei punti gioco, con un loro dimezzamento. Il terzo capitolo è quello della prevenzione e cura. Innalzare la qualità del luogo in cui si gioca, è uno strumento per fare questo, come lo saranno le Awp da remoto e le iniziative che si potranno fare sulla pubblicità. Il documento del Governo è pubblico, ma fino ad ora sono arrivate poco meno di diciotto email con osservazioni.
Con gli enti locali sono rimasti due punti: gli orari, dove si potrebbe distinguere tra i tempi di gioco della slot e quelli di apertura dei locali. C'è più da fare in merito alle distanze: è opinabile il criterio dei punti sensibili, poiché c'è disomogeneità nel territorio. Inoltre c'è il rischio, come avvenuto per esempio a Roma, di creare ghetti del gioco. Ci mancherebbe che la scelta urbanistica non ci sia, ma non deve corrispondere un retro pensiero di divieto del gioco con le conseguenze che ho citato. Occorre per questo arrivare a un chiarimento o con una ulteriore drastica riduzione dei punti gioco o accettando criteri minimali sulle distanze per le sale che restano", dice ancora il sottosegretario.
 
 "I tempi stringono e bisogna arrivare a una soluzione. Continuiamo a seguire l'obiettivo di un accordo comune e mi auguro che si arrivi a un accordo in Conferenza, quello che sarebbe sbagliato è non decidere. Stiamo aspettando per i decreti attuativi di riduzione per le slot come per le gare scommesse e bingo, per questo occorrere decidere al più presto", chiosa Baretta a margine del convegno.

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