"I totem saranno equiparati a tutti gli effetti agli altri apparecchi da gioco e perciò vietati a 300 metri dai luoghi secondi, secondo quanto previsto dalla vigente legge provinciale di Bolzano". Così, il consigliere Andreas Pöder (BürgerUnion - Südtirol - Ladinien) commenta a Gioconews.it il voto del consiglio provinciale che nella sua ultima seduta ha approvato all'unanimità una parte del suo ordine del giorno, per "equiparare dal punto di vista giuridico i totem per il gioco online alle slot machine, estendendo ad essi i relativi divieti". La decisione conferma conferma i 'lavori in corso' della Giunta per una modifica del provvedimento varato nel 2010, con un gruppo di lavoro guidato dall’assessore provinciale alle Politiche sociali Martha Stocker.
Non sono state accettate le richieste di Poder di aumentare la distanza delle sale da gioco e degli apparecchi dalle zone sensibili da 300 ad almeno 500 metri e di prevedere incentivi per gli esercizi pubblici che rimuovono gli apparecchi da gioco pur in assenza di un obbligo", già oggetto di bocciatura da parte della terza commissione provinciale nel giugno 2015.
I DATI DEL FENOMENO - A chiarire ancora meglio l'ordine di grandezza del fenomeno sono i dati contenuti nell'ordine del giorno di Poder intitolato 'Misure più severe contro la dipendenza dal gioco e le sale da gioco'. Secondo una rilevazione sull'offerta "pubblicata nel marzo 2015 e a cui hanno partecipato 109 Comuni su 116, nei Comuni esaminati si trovano in tutto 1.045 apparecchi da gioco in 220 sale. Da quando le slot machine sono vietate nei pressi delle zone sensibili, sono stati installati negli esercizi pubblici di queste aree degli apparecchi online, i cosiddetti 'totem', ufficialmente destinati alla ricarica di carte valore e carte telefoniche, ma in effetti utilizzati per giocare d’azzardo online. Da quando si è diffusa questa pratica, il numero delle persone dipendenti dal gioco è aumentato del 120%, e in generale si registra un aumento delle ludopatie. Ad esempio il centro terapeutico Bad Bachgart nel 2015 ha avuto in cura 35 persone, e la tendenza è in crescita", si legge nel testo.
L'INTERROGAZIONE SULLA LEGGE VIGENTE - La situazione attende una soluzione da tempo, e ha portato alla presentazione alla Giunta anche di un'interrogazione a firma del consigliere Alessandro Urzì (L'Alto Adige nel cuore) per sapere "se non si ritenga che la normativa provinciale vigente sia pure pensata ed introdotta con lodevoli finalità intese alla tutela delle fasce più deboli della popolazione dai pericoli del gioco d’azzardo laddove assume rilevanza sociale e anche patologica negli aspetti inerenti le forme compulsive, non abbia raggiunto le finalità prefissate dal legislatore ma abbia conseguito solo il risultato di spostare l’attività di gioco alle altre offerte ludiche presenti sul territorio e nel mondo virtuale – e molto meno tutelato - di internet; se non si ritenga opportuno promuovere uno studio appropriato sulla complessa tematica inerenti i giochi legali atto ad avanzare efficaci soluzioni alle criticità riscontrate in un quadro organico di interventi che veda coinvolti anche tutti gli altri soggetti interessati, a partire dal Governo". Urzì poi chiede se "non si ritenga opportuna nel frattempo una proroga dei termini di
applicazione della legge provinciale con specifico riferimento alle sale da gioco per salvaguardare i posti di lavoro messi in pericolo dall’imminentechiusura delle stesse; in caso di risposta affermativa quali saranno i nuovi termini ed in caso di risposta negativa come la si giustifichi".