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Ctd: Tribunale di Pordenone conferma il sequestro di un centro Stanleybet

03 novembre 2015 - 14:14

L'attuale sistema normativo per la raccolta delle scommesse è compatibile con i principi europei di riferimento

Scritto da Alessio Crisantemi
Ctd: Tribunale di Pordenone conferma il sequestro di un centro Stanleybet

 

Il Tribunale del Riesame di Pordenone ha confermato il sequestro di un centro collegato alla società Stanleybet Malta Ltd, attraverso un'ordinanza dello scorso luglio, con la quale il Collegio ha escluso l'evidente ed insanabile contrasto con la normativa sovranazionale dell'intero sistema normativo in materia, che giustificherebbe la diretta disapplicazione.


In particolare, il Tribunale ha rigettato l'istanza di riesame pur ritenendo condivisibili i principi espressi dalla giurisprudenza che, nel passato, ha disposto la disapplicazione dellanormativa sulle concessioni introdotta con il cosiddetto 'Decreto Bersani', alla luce della sentenza sul caso Costa-Cifone del Giudice dell'Unione. Infatti, riguardo all'assetto normativo delineato dal cd Decreto Monti, la Corte di Giustizia Ue, con sentenza del 22/01/15, si è già pronunciata in termini di compatibilità, rispetto alle prime due questioni poste dalla Corte di Cassazione con ordinanza n. 15185/14, in merito alla durata delle concessioni.


La terza questione posta, che resta da decidere, riguarda invece l'articolo 25 dello schema di convenzione Monti (che impone la cessione non onerosa della rete in caso di perdita di efficacia della concessione), che, secondo il Collegio, non ha natura discriminatoria e attiene ad una norma definita marginale.

Non solo. Da quanto emerso dagli accertamenti eseguiti anche alla presenza di un funzionario dell'Agenzia delle Dogane di Udine, l'indagato gestore del centro non ha aderito, contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, alla regolarizzazione fiscale per emersione, ed in ogni caso non potrebbe continuare ad operare senza licenza di pubblica sicurezza, la cui mancanza costituisce il presupposto del reato per cui si procede. Sussistono, quindi, secondo il Tribunale, i requisiti di urgenza tali da legittimare l'iniziativa della polizia giudiziaria e le esigenze cautelari proprie del sequestro preventivo.
IL PARERE - L'avvocato Sambaldi, difensore della persona offesa, spiega come "il Tribunale di Pordenone si è allineato all'orientamento già espresso da altri Tribunali (La Spezia e Livorno) che, seppur in fattispecie non afferenti l'operatore anglo-maltese in oggetto, hanno evidenziato il carattere marginale e non discriminatorio della previsione dello schema di convenzione 'Monti' al vaglio della Corte di Giustizia Europea. La pendenza della causa pregiudiziale non ha inciso sul giudizio di delibazione operato dal Tribunale relativamente al presupposto indiziario del reato.
 

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