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Abodi (Lega Serie B): “Lotta a frode sportiva, Italia all’avanguardia”

08 aprile 2014 - 13:33

La legge italiana contro la frode sportiva è all’avanguardia. L’ultimo progetto dell’Uefa vuole proprio rendere omogenee le norme della giustizia sportiva e cercare di lavorare in sede comunitaria per una base di norme comuni. Anche la nostra legge chiede di essere implementata, per quanto sia più avanzata rispetto ad altre.

Scritto da Redazione
Abodi (Lega Serie B): “Lotta a frode sportiva, Italia all’avanguardia”

Lo ha detto il presidente della Lega Serie B Andrea Abodi, nel corso dell’incontro di presentazione del report su come il match fixing è avvertito nel mondo del calcio, quali sono i motivi di questo problema e le sue soluzioni, redatto dopo aver posto delle questioni a 500 tra giocatori, allenatori e addetti ai lavori della Serie B.

 

"Il tema match fixing è sempre sotto osservazione. - ha ricordato Abodi - Sono quasi tre anni che vanno avanti indagini della procura di Cremona, comunque questo fenomeno ha inciso sulla realtà del sistema calcio, un problema diventato mondiale. I numeri che abbiamo testimoniano l’impegno della giustizia sportiva, ma tutto questo si inserisce in un quadro internazionale molto complesso. L’omogeneizzazione è un’operazione complessa, ed è necessario intervenire su formazione e prevenzione. Un recente studio del Cio rileva che la gran parte dei paesi presi in esame non ha leggi contro frode sportiva, anche alcuni importanti come Brasile e Canada. Il percorso sarà lungo e c’è bisogno di coordinamento di tutti i soggetti coinvolti". Abodi ha evidenziato che, pur all’interno di criticità, in Italia “si sta facendo tantissimo, grazie a leghe, concessionari, Monopoli. Abbiamo il coraggio di affrontare problemi, in altri paesi probabilmente la situazione è più grave ma non se ne parla”.

 

LA BONIFICA DEL SISTEMA - "Il sistema attuale – ha aggiunto - deve essere bonificato e i rischi devono diventare spinta per chiudere gli spazi agli illeciti. Serve un’armonizzazione con altre leghe e noi lavoreremo con primavera e allievi, come altri già hanno fatto. L’introduzione del ’difensore civico’, una persona terza che aiuta e consiglia giocatori e staff in situazioni potenzialmente a rischio, arriverà prima del prossimo campionato. La scommessa in se non è un illecito, è garanzia in un processo autorizzato. Per riattivare la fiducia nel nostro mondo dovevamo metterci in discussione, riattivare rapporto fiduciario anche con i tifosi. Quello che è stato fino a qualche tempo fa non più proponibile, c’è bisogno di crescita da parte dei giocatori perché capiscano che non è solo questione di possibili squalifiche, ma anche di fiducia dei tifosi. Bisogna migliorare le condizioni ambientali in generale, economiche, sportive, strutturali". 

 

I DATI DELL'INDAGINE - Secondo i risultati dell’indagine, il 10% dei giocatori considera elevata la probabilità di potersi trovare coinvolti, anche involontariamente, in situazioni di match fixing. Dal progetto ‘Stop match fixing’ emerge inoltre che il 42% ritiene il rischio di livello medio. Nel complesso, il dato significativo è che il problema non viene più rimosso. In generale, le cause del fenomeno vengono attribuite a cause esterne al calcio come gli interessi criminali (indicati dal 63% del campione) e l’immoralità della società nel suo insieme (42%). Una buona responsabilità è attribuita anche a fattori personali: l’avidità è la principale con il 42%, la superficialità dei soggetti coinvolti si attesta al 40%, la dipendenza da gioco è al 39%. La strada da intraprendere è migliorare norme e leggi esistenti (60%) così come l’informazione (52%).

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