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Anno 2016, anno zero o zero cambiamenti per il retail betting?

13 agosto 2014 - 07:37

Il 2016, per le scommesse, sarà un anno fondamentale, di arrivo e di ripartenza. Ci sarà il 'bando dei bandi', quello che dovrà riassegnare dai 14mila ai 16mila titoli per agenzie e corner di scommesse. Una gara che dovrebbe (finalmente) dirimere tutti i contenziosi e i ricorsi tra operatori esteri che raccolgono gioco senza concessione dei Monopoli di Stato e che continuano a rimpallare le questioni ai tribunali territoriali, a quelli amministrativi regionali e a tutti i vari gradi di giustizia per finire alla Corte Europea.

Scritto da Cesare Antonini
Anno 2016, anno zero o zero cambiamenti per il retail betting?

 

 

E la domanda dell'operatore interessato ai Ctd era: “Ma nel 2016 verranno veramente cancellati i centri trasmissione dati e si potrà operare solo tramite regolare licenza statale?”.

Una domanda da un milione di dollari cui due esperti del settore hanno provato a rispondere. Va premesso che è davvero presto per fornire elementi certi agli investitori del settore e ai concessionari. È bene comunque prepararsi e iniziare a far circolare quello che gli operatori vorrebbero vedere finalmente realizzato dopo otto anni di controsensi e danni alla rete, considerata legale.

STEFANO SBORDONI - "Anno 2016 reset del settore del betting? Innanzitutto dovremo capire se sarà ancora valido il regime concessorio o se si procederà a mutare il settore con un regime autorizzatorio. Le incognite sono tante e non esiste il bando perfetto ma se non sussisteranno elementi discriminatori o pregiudiziali che possano condurre a ulteriori contenziosi allora tutti potranno partecipare alla gara mettendo tutti gli operatori sulle stesse condizioni di operare". Stefano Sbordoni, legale esperto di gaming e sportsbetting dello studio omonimo e del foro di Roma, cerca di ipotizzare lo scenario futuro per l'anno zero del settore retail delle scommesse, il 2016. A distanza di due anni difficile dire cosa succederà con certezza anche per un esperto del calibro di Sbordoni "è dura davvero, ma sappiamo da dove dovremmo ripartire. L'obiettivo sarebbe quello di ricondurre tutti a un'equità di partenza, dove le condizioni siano uguali per chi vuole operare nel mercato italiano. In questo senso la speranza è che si superi anche la posizione dei Ctd e delle sale senza concessione dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato: non è vero che le sale legali abbiano avuto vantaggi competitivi o siano state operate discriminazioni. Anzi, gli operatori dei bookmaker esteri hanno operato tranquillamente in questi anni". La speranza di un vero e proprio 'anno zero' per il betting, insomma, non è così remota: "Come detto, se il bando non va a scontrarsi con elementi che possano ricondurre a ulteriori contenziosi e si rifà ai principi della Comunità Europea non dovrebbero esserci problemi e dovremmo ripartire tutti da zero".

Sarà un bando simile a quello del 2006 e agli altri che si sono succeduti in questi anni o cambierà qualcosa? "Ho sentito parlare di un’ipotesi autorizzatoria ma io credo che ci si debba rifare al regime concessorio così come è costituito finora. Nell'altro caso cambierebbe tutto il sistema di gestione anche se non è detto che sia un'ipotesi del tutto negativa per il settore. Probabilmente in questo caso si parlerà di contingentamento e di regolamenti molto approfonditi che possano fissare le norme per il rilascio di dette autorizzazioni. Tuttavia lo capiremo quando ci avvicineremo al momento della promulgazione visto che lo Stato ha sempre incassato molti soldi in anticipo grazie a questi processi di vendita di concessioni e se il momento economico richiederà delle esigenze di cassa in questo senso da parte dell'erario". Qual è il bando migliore che spazzerebbe via tutti i dubbi e i pericoli per gli operatori che lavorano con le concessioni dei Monopoli di Stato? "Io dico sempre che più si scrive peggio è. Forse non esiste un bando 'ideale'. Di sicuro deve essere un testo che deve rispettare i principi del Trattato Europeo e che contemperi gli interessi dello Stato e dei componenti dello stesso che sono l'ordine pubblico, la tutela dei minori, dei giocatori, e la predisposizione del ritorno dei costi sostenuti per l'erogazione del servizio". Poi c'è da capire come il nuovo assetto del retail betting si incastrerà con questo proliferare di leggi regionali e di enti locali di più livelli: "Sostengo da sempre che il ruolo delle Regioni non è quello di legiferare sul gioco che è una materia riservata allo Stato centrale come eravamo abituati a credere. Si tratta di una duplicazione di ruoli e di costi. In questo senso ho scritto a un editorialista del Corriere della Sera che ha voluto rispondere alla mia missiva visto che conveniva su questi temi e convergeva verso le mie posizioni a livello generale. Per questo serve sicuramente un riordino dei ruoli sotto questo punto di vista", conclude Sbordoni.

RAFFAELE PALMIERI -  E gli operatori che dicono? Hanno perso le speranze o c'è ancora spazio per un po' di ottimismo da qui all'anno zero del 2016? "È molto presto per dire cosa succederà ma speriamo che i nostri timori non siano confermati - esordisce Raffaele Palmieri del Sicon, sindacato di imprese concessionarie da anni al fianco degli imprenditori di scommesse - e cioè non vogliamo credere che il bando 2016 sarà come quello del governo Monti che avrebbe dovuto dirimere tutte le questioni con gli operatori illegali e invece si è tradotto in un nulla di fatto. E nel frattempo aspettiamo la Delega fiscale anche se il nostro timore è che, come sempre, la montagna partorirà il topolino". Pessimismo sì, rassegnazione forse ancora no, anche se la situazione dopo otto anni di mercato liberalizzato sembra rimanere sempre quella: "Il settore continua a soffrire una crisi assurda per la presenza di una rete parallela che continua a creare difficoltà notevoli a quella legale. Siamo oberati da controlli, adempimenti e direttive al contrario di chi agisce con tranquillità. Non possiamo di certo continuare a stare in una pressa che ci schiaccia da entrambi i lati", prosegue Palmieri. In più ci si mettono anche le leggi regionali a cercare di limitare il gioco, le sale già aperte o quelle ancora da aprire. "È la solita normativa all'italiana, un'altra anomalia quando il nostro riferimento dovrebbe essere l'Europa. Non si può lavorare sulle direttive europee per qualsiasi settore economico o della vita sociale e poi interviene una legge regionale che scompagina totalmente l'aspetto. Abbiamo fatto degli investimenti seguendo le regole dello Stato per poi ritrovarci con delle norme totalmente mutate da un giorno all'altro. È come quella storia in cui cambiano le regole tra il primo e il secondo tempo di una partita di calcio".

FRANCESCO GINESTRA -  “La visione di Agisco del bando 2016 è molto chiara e auspichiamo che Adm proceda nella stessa direzione di quanto fatto per le concessioni degli apparecchi da intrattenimento: selezione di 'grandi' concessionari con comprovata solidità patrimoniale e know-how tecnico che fungano da Service Provider per soggetti Autorizzati alla raccolta delle scommesse”. Francesco Ginestra ha le idee chiare di come vorrebbe che fosse il bando di gara per l'anno zero delle scommesse, il 2016. Ma non è finita qui: “Il concessionario avrà il ruolo di Fsc (Fornitore del servizio di connettività) e di tesoreria (adempimento agli obblighi concessori) rilasciando dei nulla osta ai punti di vendita (PdV). Il punto di vendita, dopo l’ottenimento del nulla osta da parte del concessionario, sarà obbligato al rispetto di tutti gli adempimenti riferiti al locale di vendita (autorizzazioni, licenze, sicurezza, Balduzzi, etc) e dovrà versare una tassa annuale per la raccolta delle scommesse a quota fissa (ovvero le scommesse dove il punto vendita assume il rischio) continuando a versare l’imposta unica per le sole scommesse a totalizzatore. Il nulla osta deve avere durata annuale, permettendo al concessionario e al punto vndita di poter, ogni anno, scegliere di rinnovare o meno il rapporto: ciò per stimolare la competitività delle reti di raccolta e per offrire ai clienti dei servizi sempre aggiornati”. Il riordino e l'azzeramento di tutte le questioni con i Ctd è possibile e praticabile? “Dobbiamo ripartire tutti da zero, come accaduto nella gara degli apparecchi. Ciò toglierebbe qualsiasi alibi alle reti che attualmente operano senza concessione, portando al vero azzeramento della rete e dando a tutti la possibilità di partire con pari condizioni ed opportunità. Ma Adm e Parlamento procedono verso la direzione illustrata precedentemente. Accanto al bando 2016 sarebbe utile una riforma complessiva  che superi anche i numerosi conflitti che stanno nascendo per il proliferare delle leggi regionali contro il gioco? “Assolutamente sì, e la strada è solo una: coinvolgere economicamente i poteri locali (Regioni, Province e Comuni) che oggi si trovano a dover gestire l’ordine pubblico senza poter beneficiare delle entrate erariali derivanti dai giochi pubblici; è necessario definire una armonizzazione locale delle leggi che contrastano con la norma nazionale, cosa che oggi sta creando enormi difficoltà alla rete”.

 

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