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Bando scommesse, il 17 settembre il caso in discussione alla Corte di giustizia Ue

26 agosto 2015 - 14:05

Il bando Monti sulle scommesse vola alla Corte di Giustizia Ue. Il 17 settembre il ricorso sollevato da Stanleybet.  

Scritto da Sm
Bando scommesse, il 17 settembre il caso in discussione alla Corte di giustizia Ue

 

 

Il 17 settembre si discuteranno i quesiti pregiudiziali comunitari sollevati dal Tribunale del riesame di Frosinone, inerenti il bando di gara Monti in materia di scommesse. I quesiti sono stati posti dal legale di Stanleybet, Daniela Agnello, e riguardano l’applicazione della sanzione penale al titolare di un centro di trasmissione dati che si ritiene discriminato per non aver potuto accedere alla gara Monti per conto dell’operatore inglese.

“La Corte di Giustizia europea – dichiara a Gioconews.it l’avvocato Agnello - nella nuova causa, a differenza del caso sollevato dal Consiglio di Stato, ha disposto la partecipazione dell’avvocato generale, evidenziando elementi di novità rispetto alla causa decisa lo scorso gennaio. Attendiamo quindi l’importante appuntamento del 17 settembre”.
IL CONSIGLIO DI STATO - Intanto ieri il Consiglio di Stato ha ribadito la legittimità della gara, con una sentenza di ben 88 pagine. "Lo scontro si sposterà ora nelle altre sedi di giustizia - dichiara il bookmaker in una nota - dove la Stanley metterà in dovuta evidenza la peculiare circostanza dell'esistenza di centinaia di giudici penali e civili, della cautela e del merito, che hanno riconosciuto il suo buon diritto, le danno costantemente ragione e riconoscono le discriminazioni subite, e di un modesto numero di sentenze dei giudici amministrativi (soprattutto con sede a Roma), che le hanno, storicamente e sistematicamente, sempre dato torto. La decisione di non adire di nuovo la Corte di Giustizia sull’interpretazione della sua propria sentenza e sulle questioni pregiudiziali sollevate sulla medesima gara Monti da parte della Corte di Cassazione e da parte di altre 26 autorità giudiziarie, costituisce, a parere di Stanley, una nuova grave violazione del diritto dell’Unione da parte del collegio giudicante. La questione avrà, su questo specifico punto, ulteriori seguiti legali".

 

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