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Scommesse, Ctd, illegalità: Agnello, ‘Coalizzarsi per un sistema di regole chiare’

21 aprile 2016 - 09:25

Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo un contributo dell’avvocato Daniela Agnello sul tema: scommesse, ctd e illegalità e in merito al contenzioso europeo.

Scritto da Redazione
Scommesse, Ctd, illegalità: Agnello, ‘Coalizzarsi per un sistema di regole chiare’

 

“A seguito dell’articolo ‘Scommesse, ctd e illegalità: piccoli concessionari insorgono’, nel quale viene fatto un riferimento chiaro e incontrovertibile al sottoscritto difensore sia per la difesa nella causa Politanò davanti alla Corte di Giustizia, sia per la difesa del Bookmaker Stanleybet. Il collegamento operato al ‘sistema illecito’ dei Ctd, alla ‘confusione nelle aule dei tribunali’, ad ipotesi di concorrenza sleale, o alla difficile lotta all’illegalità, richiede dei necessari e opportuni chiarimenti al fine di evitare errate o suggestive rappresentazioni della realtà oggettiva. In Italia l'affidamento in concessione dei diritti per l'esercizio dei giochi e delle scommesse è stato regolamentato da tre gare e da un normativa in contrasto con i diritti del Trattato dell’Unione Europea e della costante giurisprudenza della Corte di Giustizia.
Lo studio legale Agnello con la titolare, Daniela Agnello, da oltre quindici anni nel settore del gaming in difesa della multinazionale Stanleybet e dei suoi centri affiliati, nonché di altri innumerevoli Bookmakers ha il primato assoluto di aver fatto censurare dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea le tre gare italiane.

Quindici anni di giurisprudenza nazionale a favore del bookmaker e quattro sentenze della Corte Ue che dichiarano che il diritto italiano è in contrasto con il diritto comunitario con discriminazione del bookmaker Stanleybet. Le sentenze Gambelli del 2003 e Placanica del 2007 hanno censurato la gara per l'affidamento in concessione dei diritti per l'esercizio dei giochi del 1999. La sentenza Costa Cifone del 2012 ha dichiarato che lo Stato italiano con la gara Bersani di affidamento di oltre 16.000 diritti concessori ha protetto e tutelato i concessionari statali.
La sentenza Laezza del 28 gennaio 2016 ha dichiarato che le gare Monti per l'affidamento in concessione di 2000 diritti ostano con il diritto dell'Unione.
In tutte le sentenze anche l'Avvocato generale e la Commissione Europea hanno espresso pareri conformi alla difesa e alle argomentazioni dell'avv. Agnello.
A seguito delle sentenze interpretative della Corte UE la giurisprudenza nazionale si è uniformata con pronunzie di disapplicazione delle sanzioni penali nei confronti dei titolari dei centri collegati con gli operatori discriminati.
Anche in sede amministrativa e tributaria ho dimostrato che la normativa italiana è in contrasto con il diritto dell’Unione Europea e i giudici nazionali hanno sollevato le questioni pregiudiziali comunitarie e di legittimità costituzionale.
In sede civile i giudici hanno sempre escluso ipotesi di concorrenza sleale dei Ctd nei confronti di piccoli e grandi concessionari.
Gli accostamenti dei Ctd ad attività illecita e illegale o ad ipotesi di concorrenza sleale non sono corretti nei confronti degli operatori comunitari che sono stati discriminati dalle gare italiane, che hanno esperito i rimedi giurisdizionali interni, che si autodenunziano agli uffici di Polizia. La Corte di Cassazione, recentemente, ha delineato e chiarito che la sanzione penale si applica a tutti gli operatori che non sono stati discriminati dalle gare. La giurisprudenza nazionale ha individuando i criteri di distinzione tra operatori discriminati e operatori illegali.
In tale fase di transizione e di incertezza, auspico che tutte le forze politiche, amministrative, imprenditoriali e persino giornalistiche si possano coalizzare per contribuire ad una realtà normativa priva di alchimie per un sistema concessorio trasparente, integro ed esemplare finalizzato ad un contesto che non necessita di ulteriori confusioni”.

 

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