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I danni e le discriminazioni di un bando scommesse che non arriva

25 marzo 2017 - 05:07

I continui ritardi della gara stanno allungando a dismisura le vecchie concessioni. Ma soprattutto stanno generando una serie di danni al settore  

Scritto da Cesare Antonini
I danni e le discriminazioni di un bando scommesse che non arriva

Il bando di gara per il riordino del settore delle scommesse continua a non arrivare e aumentano i danni causati da questo ritardo. Lo Stato stesso continua a non incassare soldi che sarebbero dovuti derivare dal bando, i fondi di investimento e le aziende quotate in borsa continuano a perdere valore e le società, come Obiettivo 2016 non riescono ad entrare nel mercato e sono impossibilitate a farlo per i continui ritardi della produzione e la promulgazione della gara in questione.
Si parla tanto di discriminazione in questo settore e Maurizio Ughi, presidente di Obiettivo 2016, ha trovato un'altra accezione del termine tanto discusso: “C'è chi si sentiva discriminato e che ha ottenuto anche delle vittorie giuridiche importanti che io ho riconosciuto. Tuttavia dico sempre a Stanleybet, tu non hai la ragione ma sei stato bravo a fartela dare. Noi, invece, avevamo palesato l'intenzione di entrare nel mercato con questa nuova conformazione societaria dopo esserci stati per tanti anni con Snai. Abbiamo chiesto all'amministrazione e al Governo come fare per accedervi ma, dopo due anni, siamo ancora fermi ad aspettare una gara che non è ancora stata lanciata. Ecco perché, non avendone le condizioni, la nostra società è discriminata”.


Una bella differenza, comunque, tra discriminazione e discriminazione: “Ovviamente il nostro approccio è totalmente legale. Finché non avremo la possibilità legale non apriremo sul territorio a differenza, invece, di chi ha iniziato ad operare senza licenza e lo fa da anni”.
Il problema? Ci dispiace ripeterci ma sta sempre lì: “Le gare non vengono emanate non per argomenti sostanziali a livello giuridico ma semplicemente perché lo Stato sta litigando contro se stesso. Ricordate la storia di Kramer contro Kramer no? L'accordo con le Regioni non si trova perché lo Stato teme di perdere il consenso dei territori. Potrebbe benissimo imporre la sua forza e decidere per tutti ma per un problema di opportunità politica non intende farlo”.
Il governo sta valutando di inserire nel Milleproroghe il posticipo al 30 giugno del termine ultime per indire il bando scommesse: “Se proroga sarà entro la sua scadenza però vanno emanate le gare. Se si continuerà ad andare avanti di rinvio in rinvio cercheremo, come stiamo già facendo, di farci riconoscere da giudici territoriali, poi nazionali e quindi europei. Noi rivendichiamo il nostro diritto ad entrare nel mercato. Quando ci sarà una gara pubblica, poi, vedremo quanto siamo stati bravi ad ottenere più licenze possibili. Ma vorremmo poter partecipare e Obiettivo metterà in campo tutte le procedure necessarie per vedere riconosciuto il nostro diritto ad entrare nel mercato”.
Parlavamo di danni dovuti alle continue proroghe, ma c'è anche chi, in questa fase, sta galleggiando piuttosto bene: “Qualcuno sta consolidando il suo business e non disdegna i ritardi dello Stato nell'emanare le gare. Ma le società gestite da fondi di investimento e sono magari quotate in borsa vedono svilire il valore delle concessioni che adesso hanno in mano. Un conto è un titolo scaduto e che prosegue ad essere valido a tempo determinato, un conto è avere un accordo certo con lo Stato per nove anni. Se non si devono fare investimenti e non si hanno alle spalle società di questo tipo, comunque, la proroga è la situazione ideale”.
E Obiettivo 2016? Che danni sta subendo in questa fase? “I bravi soloni avvocati amano dire che esiste un lucro cessante e un danno emergente. Di sicuro c'è un mancato guadagno e anche un investimento sospeso non si sa per quanto tempo. Inoltre ci sono progetti, tecnologie, i layout dei nuovi punti, gli arredi e un progetto chiuso in un cassetto che non può essere messo sul mercato. E anche questo per noi è un danno. Tutto questo perché vorremmo attenerci alle leggi”. Pazzesco, non c'è dubbio.
Difficile fare pronostici, previsioni, anche per chi, delle scommesse, ha fatto la storia in Italia: “Non siamo nelle condizioni di prevedere nulla da qui a 12 mesi. Di sicuro se il Governo non assegna le deleghe al sottosegretario il bando rimarrà fermo ancora. Ma per i primi di febbraio la pratica dovrebbe essere risolta. Ci sono dei segnali positivi, tipo il bisogno di riscuotere soldi da parte del Governo che deve rispondere alle esigenze dell'Europa. I bandi di gara, delle scommesse e del SuperEnalotto, sono un'occasione che siamo sicuri lo Stato non si farà scappare. Anche le Regioni comprenderanno le ragioni di una gara ormai necessaria per tutti. Indirettamente anche i territori possono trarre giovamento dall'arrivo di risorse dal settore dei giochi. Altrimenti, tutti dovremmo stringere la cinghia ancora di più”, conclude Ughi.

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