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Match fixing: Ocse, Europol, Unodc e Intersport a confronto

27 settembre 2017 - 12:03

Alla tavola rotonda Anti match fixing formula project confronto tra Ocse, Europol, Unodc e Intersport sulle politiche dell'Unione europea.

Scritto da Sara Michelucci
Match fixing: Ocse, Europol, Unodc e Intersport a confronto

Roma - Un tema, quello del match fixing, che per sua natura è anche e soprattutto transfrontaliero. Fondamentale la cornice internazionale che ha avuto un grosso spazio nell'International meeting nel quadro della tavola rotonda "Anti match fixing formula project", cofinanziato dalla DG Home Affairs della Commissione Europea. Tanti e assai completi gli interventi del panel in questione.

Ronan O'Laoire dell'UNODC afferma: "Ci sono tante attività che sono fiorite quest'anno in Ue per la lotta alle frodi sportive. Vogliamo fare un plauso a tutte le organizzazioni che ci hanno spinto ad adottare tali iniziative. L'Italia sarà sempre più impegnata nella lotta alle frodi sportive e al match fixing e dobbiamo rafforzare gli strumenti per la cooperazione. Si attende la ratifica della Convenzione e tutti sono concordi sul fatto che la corruzione sia un problema, ma occorre mettere in atto strumenti concreti. Misure preventive, cooperazione internazionale e rafforzamento delle leggi e criminalizzazione sono i passi da compiere. Quello della Convenzione è un ottimo modello per trasmettere la consapevolezza di un approccio olistico di tali tematiche. Dobbiamo continuare su questa via".
 
Per Nejla Saula dell'Ocse, "la nostra esperienza nella lotta al match fixing è stata fino ad ora positiva. Il tema della corruzione è stato affrontato sotto diversi aspetti. Lo scambio delle informazioni è centrale. Uno degli ostacoli principali è infatti quello di avere un approccio frammentato. Dobbiamo creare i ponti tra le varie autorità e Paesi per identificare i casi sospetti e porre un freno agli stessi. C'è una manifestazione di attività criminali che vengono segnalate in maniera volontaria, ma il contesto va ampliato incoraggiando e incentivando la comunità a segnalare questi casi sospetti. Bisogna capire come i Governi possano fare questo. Il 30 percento dei casi di corruzione è stato segnalato da sistemi di aiuto specifico. Sicuramente si può fare di più. Un'area importante dove aumentare l'azione è quella dei Paesi più deboli a livello di governo. Qui occorre creare strutture per rafforzare i poteri delle autorità nella gestione del match fixing. Non siete soli in questa lotta alla corruzione".
 
Tiziana Beghin dell'Intergruppo Sport - Parlamento Europeo aggiunge: "Rappresento in tale sede il Parlamento europeo e l'Intergruppo Sport che è molto attivo in tema di frodi sportive. Nel nostro lavoro rappresentiamo un collegamento tra stakeholder e parlamento Ue. Abbiamo affrontato i temi del match fixing e della frode sportiva lo scorso anno e abbiamo già iniziato il dibattito con approcci diversi e una serie di eventi ad hoc. La crescita esponenziale degli eSports esiste non solo in Italia ed è una realtà sempre più comune e il match fixing in tale ambito rappresenta un problema, dato che il settore illegale è dieci volte più grande di quello illegale. Per una volta dobbiamo essere felici di essere come Italia indietro sugli eSports dato che possono rappresentare un problema per i nostri ragazzi. Abbiamo presentato una risoluzione per un approccio integrato sul tema della frode sportiva e vogliamo andare avanti sulla convenzione". E poi: "I valori dello sport vanno al di là delle frontiere. In Europa gli Stati membri a volte tendono a chiudersi, ma in questo campo specifico, lo sport, serve più che mai andare oltre e creare una forte cooperazione".
 
Sergio D'Orsi di Europol afferma: "Quando ci sono casi di connivenze occorre avviare azioni di cooperazione per combattere queste infiltrazioni criminali. Il match fixing ha un ruolo chiave nell'agenda internazionale e delle autorità europee, con diverse risoluzioni. Europol ha creato una unità per coordinare le azioni contro le frodi e agevolare le indagini. Abbiamo la collaborazione di tutti gli Stati membri su questo. Mettiamo in atto strumenti specifici per agevolare attività di controllo incrociati utili alle indagini. Diamo sostegno specifico nelle attività della scienza forense con un'attività coordinata. Sappiamo che questi sono crimini transnazionali e per questo occorre unire le forze. Sosteniamo la convenzione di Macolin e il nostro impegno è forte e importante, lavorando a stretto contatto con le unità che si occupano di frode finanziaria. Su questo campo l'Italia ha sempre collaborato con Europol".
 
Mons. Melchor Sanchez de Toca, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, dichiara: "Non abbiamo la soluzione al match fixing, ma sono convinto che se escludiamo le comunità religiose e le Ong sbagliamo, dato che esse detengono una conoscenza secolare su diversi aspetti. Noi accettiamo questa sfida, dando il nostro contributo con una azione culturale che deve essere realizzata per lottare contro i reati. La prevenzione non basta, anche se è vitale, ma serve condivisione di valori nella società. Bisogna narrare i valori attraverso i media, il cinema, la letteratura. I problemi etici poi sono fondamentali. Il giocatore va sostenuto e aiutato a non cadere nella tentazione, rafforzando la sua volontà".

 

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