skin

Statistiche, coronavirus e ripresa delle attività del betting terrestre

02 aprile 2020 - 10:02

Se l'emergenza Covid-19 sta creando problemi all'economia, l'impatto maggiore lo subisce il settore del gioco, sopratutto nel retail: per le agenzie di scommesse servono nuove strategie.

Scritto da di Riccardo Calantropio, operatore ed esperto di betting
Statistiche, coronavirus e ripresa delle attività del betting terrestre


In questi giorni si fa ricorso continuo alle statistiche e ai modelli matematici per tentare di stimare la possibile durata della pandemia da coronavirus e, di conseguenza, quella della quarantena a cui siamo stati costretti dal Governo. Proponendo una serie di analisi analoghe a quelle utilizzate dai bookmaker nelle scommesse.

La “statistica” si può definire una branca della matematica che, quale scienza astratta, deve essere poi applicata a dei contesti reali, ognuno con delle proprie variabilità, specialmente se siamo in un contesto biologico evolutivo. Ovvero, più il campione di base è variabile, e meno significativi sono i dati che si possono dedurre se il campione è relativamente limitato, nel tempo e nel numero dei casi esaminati.
Inoltre, nel caso del coronavirus, siamo in un “sistema aperto”, in interazione con il resto del mondo, per cui si deve tener conto anche delle infezioni “di ritorno”, come già sta avvenendo in Cina.

Da studi ancora teorici sembrerebbe che l’epidemia agisca in modo differente anche in base alle temperature e al tasso di umidità (maggiore virulenza a basse temperature e in ambienti con bassa umidità). Questo farebbe prevedere, da settembre in poi, un incremento nell’emisfero del Sud, interessando Africa meridionale, Sud America e Australia, per poi ritornare nell’emisfero boreale. Non facciamoci quindi illusioni che l’epidemia possa cessare del tutto entro l’estate e che tutte le attività possano riprendere senza le dovute precauzioni, come si legge in certi studi statistici, puramente astratti. Tutto questo fino a quando, tra almeno dodici mesi o più, sarà pronto un vaccino.
 
Non a caso si stanno studiando delle App per monitorare al meglio gli spostamenti della popolazione, tramite gli smartphone, sul modello di quello della Corea del Sud, anche se per un tempo limitato in relazione alla futura commercializzazione del vaccino, o le cosiddette “patenti di immunità”, basate sulla presenza di anticorpi nel sangue, come si sta iniziando a sperimentare in Veneto per non penalizzare troppo l’economia e la produttività. Anche negli Usa, da notizie di stampa, questa patente di immunità sembra che avrà larga applicazione.
 
 
L'IMPATTO SULLE SCOMMESSE - In attesa, le attività più penalizzate saranno purtroppo quelle che implicano maggiori assembramenti in posti in cui non si possano rispettare le distanze minime di un metro, per evitare che tutti i sacrifici fatti vadano perduti. Quindi manifestazioni sportive negli stadi, manifestazioni e spettacoli teatrali e musicali, e in parte nei centri scommesse, bingo e sale gioco, che per mantenere le distanze di sicurezza vedranno diminuire l’afflusso della clientela. Non si tratta di fare “la Cassandra”, ma ad oggi è una prospettiva molto concreta che non bisogna sottovalutare specialmente per i bookmaker e i loro gestori, che ancora non mi sembra che l’abbiano presa in sufficiente considerazione.
Da qui un invito a farlo e a studiare soluzioni adatte per ridurre una probabile riduzione del gioco fisico, puntando anche e non solo sulla multimedialità tra online e retail, per ridurre al minimo il tempo di permanenza nei centri scommesse, come già in parte avviene per i bookmakers che operano in entrambi i settori. Esistono già soluzioni innovative ad hoc; ma, come si sa, l’innovazione tecnologica non ha limiti, per cui diamo spazio a una nuova creatività nel settore “scommesse da banco”.
 

Articoli correlati