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Indagine Moige-La Sapienza: "Tra i minori sono le scommesse il gioco preferito"

10 dicembre 2014 - 09:53

Anche il gioco con vincita in denaro e l’utilizzo di videogiochi 18+ nell’indagine promossa dal Moige con l’Università La Sapienza di Roma, ‘I divieti trasgrediti dai nostri figli’. Secondo lo studio 4 ragazzi su 10 usano videogame per adulti e accedono al gioco d’azzardo (2 su 10 offline e 1 su 10 online).

Scritto da Sm
Indagine Moige-La Sapienza: "Tra i minori sono le scommesse il gioco preferito"

“I nostri ragazzi, con troppe cattive abitudini e adulti complici e permissivi”. È l’emergenza educativa fotografata dall’indagine presentata al Senato, sala Isma. La ricerca, curata da Anna Maria Giannini, docente della facoltà di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma, analizza i principali comportamenti ‘a rischio’ tra i minori. L’indagine, condotta nel 2014 nelle scuole del territorio nazionale su un campione di 1.845 minori di età compresa tra gli 11 e i 18 anni, si articola in 5 aree di rischio: alcol, fumo, giochi con vincite in denaro, pornografia e videogiochi 18+.

 

GIOCHI CON VINCITE IN DENARO - Negli ultimi 12 mesi tra gli studenti di scuola superiore “1 su 4 ha giocato almeno una volta presso punti vendita, mentre tra i più giovani (11-13 anni) la percentuale dei giocatori scende al 10,3%. Online il dato decresce sino al 16% per gli studenti delle superiori e al 7,6% per quelli di scuola media. Sul web e nei punti vendita i giochi più praticati sono le scommesse sportive (30%). Un aspetto positivo è correlato alla conoscenza della legge da parte di 8 intervistati su 10. Grave e preoccupante che 1 giovane su 2 dichiari di non aver mai ricevuto richieste di verifica dell’età da parte del personale del punto gioco; su Internet questa istanza manca del tutto nel 20% dei casi.Troppo permissivo e complice l’atteggiamento dei genitori, che pur essendo a conoscenza (nell’80% dei casi) dell’attività ludica del figlio, la vietano in modo differente a seconda dell’età: dai 7 casi su 10 per gli studenti di scuola media si scende al 50,6% per gli studenti di scuola superiore. Si conferma anche in quest’ambito come la presenza di regole e coesione familiare siano fattori di protezione del minore dai giochi con vincite in denaro”, segnala lo studio.

VIDEOGIOCHI 18+ - I videogiochi non adatti ai minori sono ampiamente diffusi tra i giovani tra gli 11 e i 18 anni. Ne fa uso il 35,1% degli studenti di scuola media e il 43,5% di quelli di scuola superiore. Il videogioco viene fruito prevalentemente in casa (38%), in presenza di amici o da soli (1 su 3): in questo contesto d’uso prevale il gioco offline praticato da 4 intervistati su 10, mentre 2 su 10 dichiarano di connettersi in rete per giocare. L’acquisto dei videogames non adatti avviene nell’80% dei casi presso negozi. Il 41,5% dei minori dichiara di non aver visto alcun avviso che consigliava la vendita del prodotto ad un pubblico adulto. In merito alla conoscenza dei sistemi internazionali di classificazione dei videogiochi, che stabiliscono l’età minima consigliata per giocare, solo 1 studente su 4 di scuola media e 1 su 3 di scuola superiore è conscio che il codice PEGI si limita a sconsigliare i prodotti videoludici, ma non a vietarli. Il 44% del campione è convinto che si tratti di reali vincoli normativi all’uso dei videogiochi da parte dei minorenni. Il dato più preoccupante riguarda la permissività dei genitori: seppur “sempre” al corrente dell’uso di questi prodotti da parte degli adolescenti (in 7 casi su 10), essi non impongono divieti al 70% degli studenti di scuola superiore e al 35% di quelli di scuola media. Anche in questo caso la presenza di regole e la disapprovazione dei videogiochi 18+ all’interno del contesto familiare determinano una minore propensione del minore ad avvicinarsi a questi prodotti loro vietati.

“Unitamente al ruolo educativo dei genitori, la diffusione di questi comportamenti trasgressivi impone alla società civile, ai fornitori e alle istituzioni una maggiore responsabilità. Nei settori dove esiste una legge è necessaria la collaborazione di venditori e provider per impedire l’acquisto e la fruizione da parte dei minori di alcol, fumo, giochi con vincite in denaro e pornografia. Sul fronte dei videogiochi auspichiamo che le raccomandazioni contenute nei sistemi di classificazione internazionale siano recepite con una norma apposita, che tuteli i minori dall’accesso ai videogiochi 18+. Il messaggio forte che emerge dall’indagine è il crollo del paradigma del “Vietato vietare”. Questa idea educativa, per decenni in voga è smentita dai dati che evidenziano, come nelle famiglie fondate su regole chiare e decisi “no”, i figli siano meno portati a comportamenti a rischio. Noi genitori abbiamo bisogno del contributo di tutti e non possiamo essere lasciati soli in questa importante sfida educativa”, afferma Maria Rita Munizzi, presidente nazionale Moige – movimento genitori.

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