skin

Videogiochi: l'intrattenimento mondiale chiede l'intervento del governo italiano

25 marzo 2015 - 10:11

Si torna a parlare di apparecchi senza vincita in denaro, dopo l’ultima Enada Rimini e il convegno sui videogiochi che ha visti seduti allo stesso tavolo operatori italiani ed esteri, tutti pronti a chiedere un intervento deciso del Governo per rilanciare il comparto.

Scritto da Sara Michelucci e Alessio Crisantemi
Videogiochi: l'intrattenimento mondiale chiede l'intervento del governo italiano

“Dal nostro punto di vista – sottolinea Mauro Zaccaria di Tecnoplay - il convegno sui comma 7 è stato estremamente positivo, per tante diverse ragioni. Innanzitutto ha avuto il merito di portare alla luce, finalmente, anche le problematiche del mondo dell’amusement, spesso trascurate in quanto considerate marginali rispetto alle altre problematiche dell’automatico. La presenza dei fornitori esteri ha dato ancora più caratura all’incontro e i due legali che vi hanno partecipato (Cino Benelli e Sandro Guerra) sono state due presenze eccellenti che hanno dato al messaggio uscito dal convegno un segno di ufficialità e serietà che non potrà essere ignorato. Inoltre, consideriamo quanto emerso estremamente interessante e chiarificatore per molti aspetti. Sicuramente meritevole di essere portato all’attenzione del Governo che dovrebbe forse rivedere le iniziative che prevedeva di inserire nella delega Fiscale (aumento della tassazione per i giochi senza vincita in denaro, ndr).

 

 

AUTONOMIA DI OPERATORI DEL DIVERTIMENTO - Secondo Roberto Marai di Farogames “Il convegno sui videogiochi, che si è tenuto a Enada è stato un modo per riunire gli operatori, anche stranieri (presenti Sega, Raw Thrills, Universal Space, Bandai Namco e Stern Pinball, ndr) e affrontare problematiche comuni. Dobbiamo, d’ora in poi, mettere in risalto la nostra autonomia di operatori del puro intrattenimento, del gioco per le famiglie, che non crea dipendenza patologica. Il settore ha bisogno di avere incentivazione dallo Stato, che ha portato via gran parte della sua redditività con l’introduzione del gambling. Lo Stato deve favorire la ripartenza di questo settore, regolarizzandolo e togliendo l’Isi, che è una tassa assurda”.

IL VIDEOGIOCO E L'ECCESSO DI DELEGA – Se gli operatori sono tornati a parlare, e a gran voce, del comparto dell'amusement, non è certo un caso. Anzi, tutt'altro. Sì, perché il decreto legislativo che andrà ad attuare la Legge delega e la tanto attesa riforma del gioco pubblico, promette anche un intervento su questo settore. Intervento, però, che proprio stando a quanto emerso dal convegno, sarebbe da ritenere “improprio”: come spiegato dal legale Benelli, in effetti, “La legge 23/2014 – cosiddetta "Delega fiscale" - non fa alcun cenno al gioco senza vincite in denaro e, già per questo motivo, sarebbe un errore inserire le disposizioni ad esso relative nel decreto delegato che il nostro esecutivo sta approntando perché lo stesso potrebbe ritenersi viziato da 'eccesso di delega' ed essere perciò dichiarato incostituzionale”. Che ha anche aggiunto: “in realtà, il gioco senza vincite in denaro costituisce un ambito che merita di essere inserito in un corpus normativo separato anche perché, diversamente dal cosiddetto 'azzardo lecito', è soggetto al regime di liberalizzazione previsto dalla Direttiva 2006/123/CE ('Direttiva Servizi' o 'Bolkenstein') e non può pertanto formare oggetto di monopolio”.

MA L'AMUSEMENT COMPARE NELLA RIFORMA - Una riflessione che, evidentemente, non è stata fatta – almeno finora – dall'esecutivo, visto che nell'ultimissima bozza del decreto legislativo - secondo le indiscrezioni pubblicate da questa testata - compare anche un chiaro riferimento all'amusement. In particolare, si prevede che con uno specifico regolamento verranno “individuate le tipologie di gioco pubblico senza vincita in denaro, nonché quelle di puro intrattenimento, riservate allo Stato e delle quali è consentita la pratica, per la cui partecipazione sia comunque richiesto il pagamento di una somma di denaro. Con lo stesso regolamento sono altresì individuate, fra tali tipologie di gioco, quelle per le quali non occorre il rispetto di alcuna regola tecnica”. Con tanto di articolo interamente dedicato a questa forma di gioco (l'articolo 76 del testo): "Gioco mediante apparecchi senza vincita in denaro, con ricompensa di modico valore o di puro intrattenimento", nel quale si identificano tali tipologie di giochi. Con la specifica, tuttavia, che tali apparecchi "non sono utilizzabili per le manifestazioni a premio". Se erogano premi, "gli stessi possono essere costituiti esclusivamente da oggetti di modico valore ovvero da tagliandi, le cui regole tecniche sono definite con il regolamento di cui al comma 3, utilizzabili esclusivamente, anche in forma cumulata, per il ritiro di premi non convertibili in alcun modo in denaro o per nuove partecipazioni al gioco all’interno del medesimo punto di offerta di gioco".

OBIETTIVI E SVILUPPI - Ecco quindi che risulta tanto più evidente che tale settore necessiti di un intervento, urgente, da parte del legislatore. E la buona notizia è che il governo sembra averlo capito. Rimane il fatto che la soluzione proposta, cioè quella di inserire l'intervento nella delega, non risulta legittima. Proprio per questo la presa di posizione degli operatori del settore è ancora più importante e destinata a proseguire nel tempo, per la salvaguardia dell'intero comparto.

 

Altri articoli su

Articoli correlati