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Speranze 'british' per l'amusement italiano: il caso Inghilterra

03 novembre 2016 - 09:16

Tiziano Tredese della Elmac porta come esempio l'Inghilterra per la tutela del puro intrattenimento e dei consumatori.

Scritto da Sm
Speranze 'british' per l'amusement italiano: il caso Inghilterra

Il mondo dell'amusement italiano guarda all'estero e a regolamentazioni diverse per il settore, che siano in grado di rilanciarlo e tutelarlo. Come racconta a Gioconews.it Tiziano Tredese, patron della Elmac, azienda che da anni opera nel settore del puro intrattenimento.

“Ho avuto il piacere di ricevere da un amico inglese una 'bozza' di revisione della legge su tutti i loro giochi pubblici, elaborata dal Ministro dello Sport e del Patrimonio Turistico-Culturale, Tracey Crouch. Questa revisione si confronta con la precedente legge del 2005 ed è stata richiesta principalmente dall'associazione degli operatori inglesi Bacta, preoccupata della 'pericolosità' sempre più crescente, causata dalla diffusione dei Fobt (apparecchi equivalenti alle nostre Vlt) che stanno realmente creando dei 'dipendenti dal gioco' a causa della loro possibilità (molto strana) di poter scommettere fino a 100 sterline alla volta, per una vincita, però, di 'sole' 500 sterline!”.

La richiesta “è di limitare la loro diffusione, anche se ce ne possono essere massimo quattro nelle sole sale scommesse, ridurre la scommessa massimo a due sterline e far sì che vengano accettate banconote di taglio massimo di 50 sterline. Da qui c’è poi una restrizione nella pubblicità dei giochi tramite i vari media, per la protezione, in particolare, dei minori e una regolamentazione dei giochi nei pub, anche se (già ora) non si possono installare più di due 'semplici' Awp per locale”.

Secondo Tredese, quindi, in Italia “il gioco andrebbe trattato da un ministero che non può essere quello delle Finanze, tanto meno l’Agenzia Dogane e Monopoli! Deve andare sotto la responsabilità del Ministro dell’Industria, in collaborazione con quello del Turismo e Spettacolo.

Il gioco, almeno quello di puro divertimento, deve prima di tutto offrire 'divertimento' e deve essere fruibile, in egual misura, fra tutti gli abitanti di un’Europa Unita, senza che si siano regole che impediscano la sua libera circolazione, facendo entrare in Italia solo 'alcuni' giochi scelti da 'poche' persone”.

E aggiunge: “Come si può pensare di essere allo stesso livello della Gran Bretagna? Da loro, per i giochi di intrattenimento non ci sono mai stati e mai ci saranno omologhe, limitazioni di età e altro. Anzi. Con il solo limite del costo partita di 10 pence, sono permesse anche le ruspe con vincita in denaro nei Family Entertainment Center, Bowling e altri locali”.

Cosa dovrebbe assimilare l'Italia dalla Gran Bretagna?

“Un ministro inglese, prima di emanare una legge così importante come quella sul gioco che coinvolge industria, commercio, consumatori, istituzioni, ha avuto l’illuminazione di effettuare un sondaggio fra tutti gli operatori del settore per avere opinioni e suggerimenti vari su come, eventualmente, modificare e migliorare la sua proposta! Ci rendiamo conto della differenza di cultura democratica fra il comportamento dei politici italiani e quello degli inglesi?
Nello specifico, quando il decreto sul comma 7, appena rientrato da Bruxelles, entrerà in vigore, stravolgerà ulteriormente (e in peggio) l’attuale situazione, mettendo ancor di più in crisi il settore del puro intrattenimento e con un ulteriore allontanamento dell’Italia dal resto della Comunità Europea”, tuona Tredese.

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