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Goicoa (Namco): “L’Italia superi le ipocrisie e riscriva le regole del mercato”

16 gennaio 2015 - 08:29

Londra – “Se il settore deve fare i conti con la crisi economica, la situazione è assai peggiore in Italia, dove la situazione di instabilità generale ha fatto sì che il mercato crollasse nell’ultimo periodo. E se le cose non cambiano, sono tutt’altro che rosse le prospettive anche per il futuro”. A parlare è Julian Goicoa, manager di Bandai Namco, che dall’Eag di Londra lancia strali contro lo Stato italiano, reo di non aver creato le condizioni per rilanciare un mercato importante come quello dell’amusement.

Scritto da Alessio Crisantemi
Goicoa (Namco): “L’Italia superi le ipocrisie e riscriva le regole del mercato”

 

 

 

"Credo che in Italia si debbano superare le ipocrisie e lavorare per una regolamentazione migliore del settore – aggiunge – perché se fino a qualche tempo fa le cose non andavano bene perché mancava una normativa adeguata ai tempi, oggi la situazione è ulteriormente peggiorata. Intanto perché le norme non sono state ancora modificate, e in più perché, ancora peggio, è arrivato anche l’incredibile colpo della legge di stabilità che ha reso ancora più critiche le condizioni del comparto, perché anche se le nuove tasse sono per il settore del gambling, è evidente che i due settori sono inevitabilmente legati perché le aziende che vi operano sono attive su entrambi i lati”.

 

LO STATO CAMBI MENTALITA' - Il problema, secondo Goicoa, è nella mentalità dello Stato italiano che continua a mettere davanti a tutto le esigenze di cassa, senza curarsi di creare le condizioni per operare al meglio. “L’anno scorso abbiamo ricevuto i monopoli di Stato qui in fiera per spiegare nei dettagli il nostro settore. A distanza di dodici mesi non abbiamo più saputo nulla, né visto alcuna norma. Credo che siano tempi decisamente inaccettabili per qualunque industria, e specialmente per una cosi dinamica come quello del gioco”. Ora però non è più tempo di aspettare. E se l’Italia non sarà in grado di riscrivere le regole in tempi utili e in maniera efficace, il rischio è di essere tagliata fuori dal mercato. “Il mondo dell’amusement a livello globale si sta indirizzando verso una nuova dimensione che è quella delle sale giochi collegate in rete. Questa nuova modalità di gioco si è ormai diffusa in Asia, in America e ora anche in Regno Unito e presto si diffonderà ovunque. Questo significa che gli sviluppi si orienteranno tutti in quella direzione e prima o poi, se l’Italia non sarà pronta a recepire questo nuovo mondo, non avrà più giochi da poter importare. E quella sì che sarà la morte dell’intrattenimento”.

 

“NON SI PUO’ REGOLARE TUTTO IN VIA PREVENTIVA” - Ma qual è il modello di riferimento a cui si potrebbe ispirare il nostro paese in fatto di Amusement? “Sicuramente il Regno Unito. Qui c’è un sistema di regole efficace e snello che garantisce al meglio sia lo Stato che l’industria. Io non ho mai pensato di lasciare il mercato senza regole, ma servono norme snelle che permettano agli operatori di intervenire in tempi brevi e senza oneri opprimenti. Bisogna avere un perimetro ben definito entro il quale operare e se un operatore esce dal quel perimetro deve rispondere in prima persona e in maniera seria. Ma lo Stato non può pensare di risolvere tutto preventivamente con un sistema di regole e controlli che non fa altro che ingessare il sistema”.

 

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