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In Regno Unito la campagna per le sale giochi: 'Salva il nostro mare'

21 agosto 2020 - 10:50

Gli operatori britannici dell'Amusement lanciano la campagna a tutela delle sale giochi nelle località balneari, in forte difficoltà a causa della pandemia.

Scritto da Vincenzo Giacometti
In Regno Unito la campagna per le sale giochi: 'Salva il nostro mare'

 

L'associazione britannica Bacta, molto attiva in questi giorni nel promuovere e tutelare le imprese del comparto Amusement del Regno Unito, ha lanciato una campagna per evidenziare la difficile situazione delle sale giochi nelle località balneari, duramente colpite dalla pandemia.

Questi locali, come noto, hanno perso completamente i loro affari durante il periodo pasquale (tradizionalmente frenetico) a causa del lockdown, oltre a gran parte della stagione estiva, con la riapertura tardiva delle location di gioco che ha riguardato inizialmente la sola Inghilterra e successivamente il Galles e poi la Scozia, dove le sale giochi potranno addirittura riaprire i battenti soltanto lunedì 24 agosto.

Ciò significa, secondo Bacta, che l'industria delle sale giochi sul mare non ha avuto entrate significative dal settembre dello scorso anno "e anche l'inverno sembra ora cupo".

Il Ceo dell'organismo, John White spiega di chiedere agli operatori di “scrivere ai loro parlamentari di riferimento a livello locale per evidenziare la situazione e chiedere aiuto per mantenere in vita le loro attività. Molte comunità balneari fanno affidamento sulle attività dei nostri membri per l'occupazione locale e per fornire divertenti attrazioni ai visitatori. Se dovessero chiudere, il risultato per le economie locali sarebbe devastante".

Bacta ha preparato un documento informativo e ha scritto a un numero di parlamentari costieri che ha identificato come "campioni del mare" chiedendo una serie di misure per aiutare le sale giochi sul mare a sopravvivere. Tra cui una riduzione della tassa sui giochi e dell'Iva al 5 percento, sgravi fiscali per le imprese durante il blocco e maggiori fondi per il sostegno al turismo.

"Le spiagge sono una parte essenziale della cultura britannica ed è fondamentale che mettiamo in evidenza la difficile situazione delle città di mare di cui le sale giochi sono una parte così importante", aggiunge White.

LA RIPARTENZA IN SCOZIA - Tutto questo mentre l'associazione ha appena accolto con favore la notizia della ripartenza in Scozia. Un “sospiro si sollievo”, come l'ha definito l'organismo, che “arriva grazie il rigoroso rispetto dei protocolli di salute e sicurezza promosso dall'associazione”, confermando allo stesso tempo che potranno essere accese anche le macchine da gioco nei pub scozzesi, oltre a poter tornare ad offrire tavoli da biliardo e altri giochi. Mentre la situazione con i jukebox "è confusa". Con le autorità che avevano dichiarato all'inizio della settimana che la musica di sottofondo doveva essere disattivata e Bacta che spera di chiarire questo punto nei prossimi giorni dopo ulteriori consultazioni con i funzionari scozzesi.

LE CRITICITA' IN GALLES – Ma non è ancora tutto rose e fiori, in Regno Unito. Anzi, a dire il vero, il Ceo di Bacta ha assunto una posizione decisamente determinata nei confronti del governo del Galles, lamentandosi aspramente per quello che vede come un trattamento "discriminante" nei confronti del settore degli apparecchi da intrattenimento

Le aliquote concesse alle imprese come sgravi fiscali in Galles erano state in alcuni casi concesse - e successivamente ritirate – per agli addetti ai lavori del comparto, scatenendo l'ira di Bacta. Dopo molti tentativi di parlare con i funzionari del governo gallese sull'argomento, White si è lasciato andare a una serie di considerazioni sul modus operandi dell'amministrazione: “Il governo gallese si rifiuta semplicemente di impegnarsi con noi su questo tema. È francamente oltraggioso che un governo possa comportarsi in questo modo. Faremmo proteste formali se accadesse in un'altra parte del mondo, in quanto si tratterebbe di una situazione antidemocratica e ingiusta – qual è effettivamente. Per spargere ulteriormente il sale sulla ferita, peraltro, è stato chiesto a un altro membro della nostra associazione di rimborsare una sovvenzione precedentemente assegnata. Per questo riteniamo l'approccio del governo di tipo vendicativo nei confronti del settore", lasciando intendere che l'esecutivo locale stia facendo scontare alla categoria le proteste dei giorni scorsi sulla mancata riapertura.

E IN ITALIA? - Nel frattempo, in Italia, la situazione è forse ancora più ingarbugliata. Mentre le sale giochi hanno potuto riaprire i battenti già dallo scorso giugno (e comunque più tardi rispetto alle richieste di parte della filiera), quando si è giunti alla fine di agosto rimangono ancora chiusi molti dei locali di intrattenimento della Penisola. Da noi, forse un po' in controtendenza, sembrano essere ripartite le sale nelle località balneari e, in particolare, le più piccole. Mentre le location più importanti in molti casi sono ancora bloccate. Ciò a causa dei costi di gestione, come si può facilmente intuire. Se, in molti casi di località costiere, i locali di gioco sono a conduzione familiare e magari anche su locali di proprietà, facendo venir meno i costi di locazione, consentendo quindi di poter aprire anche tentando la fortuna, di fronte a un numero di turisti - e quindi di clienti - notevolmente ridotto rispetto alle abitudini, per i grandi centri di intrattenimento per famiglie, gestiti da catene, la ripartenza è una faccendo più complicata. Con i proprietari che, ritenendo di non poter raggiungere un determinato livello di reddito - a causa delle restrizioni di accesso e fruizione dei locali e per la carenza di pubblico - che consenta di coprire tutti i costi, come affitti e stipendi, preferiscono mantenere le saracinesche abbassate in questa fase, tenendo i costi di locazione sono sospesi, mentre i dipendenti ricevono una parte sostanziale della loro paga pagata dalla cassa integrazione straordinaria.
Per l'estate forse più difficile nella storia dell'intrattenimento, italiano e globale. 

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