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Amusement: finisce guerra sui dazi tra Usa e Ue, salve importazioni

24 giugno 2021 - 11:45

Il vertice tra Usa e Ue si è concluso con un accordo che mette fine alla guerra commerciale iniziata 17 anni fa. Notizia positiva per il settore Amusement.

Scritto da Vincenzo Giacometti
Amusement: finisce guerra sui dazi tra Usa e Ue, salve importazioni

In un momento particolarmente critico per l'industria dell'intrattenimento, le buone notizie arrivano da Stati Uniti e Unione Europea, che dopo il precedente rinvio, sembrano aver trovato una quadra sul delicatissimo tema dei daziche da ben 17 anni alimenta le tensioni commerciali tra la prima economia mondiale e i 26 stati Ue, oltre ad aver ulteriormente compromesso le importazioni, negli ultimi mesi, di vari settore “speciali”. Tra i quali rientra anche il comparto Amusement, tenendo conto che le principali attrazioni del ramo intrattenimento provengono dagli States, con particolare riguardo al flipper. Una situazione che aveva portato a un rincaro di ben il 25 percento in più su ogni prodotto, rendendo quasi insostenibile l'acquisto di una macchina da gioco in Europa.

Ma al di là delle degenerazioni dell'ultimo periodo, la guerra commerciale che ha visto contrapporsi Washington e Bruxelles era già iniziata durante la Presidenza Bush (2001-2009), sebbene le tensioni abbiano raggiunto l’apice durante il mandato di Donald Trump (2017-2021). L’attuale Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha però concluso un importante accordo con i vertici dell’Ue Ursula von der Leyen e Charles Michel, che dovrebbe risolvere tutte le criticità. E, in particolare, quelle di interesse per il comparto dell'intrattenimento.

ACCORDO E TREGUA DI 5 ANNI PER I DAZI - Tra i tanti temi di cui si è discusso nel corso del vertice di Bruxelles, quello relativo ai dazi era senza dubbio uno dei più scottanti, non solo perché vedeva contrapposte due realtà economiche storicamente alleate, ma anche perché buona parte dell’opinione pubblica si aspettava dal nuovo inquilino della Casa Bianca un radicale cambio di rotta sulle politiche messe in campo dal suo predecessore Donald Trump. Del resto, né l’Unione Europea né tanto meno gli Stati Uniti possono permettersi di proseguire uno scontro di questo tipo in epoca di pandemia, andando a minare le aspettative sulla ripresa mondiale. Anche in logica di creare un'alleanza solida per contrastare il crescente espansionismo cinese, tenendo conto che al momento è proprio la Cina il principale partner commerciale dei 26 stati membri dell’Unione Europea.
Da qui la scelta di optare per uno stop di 5 anni ai dazi sulle merci importate dall’altro capo dell’Atlantico avrà come primo effetto la risoluzione di un lungo contenzioso sorto nel 2004 attorno alle aziende Boeing e Airbus, mentre per vedere importanti passi avanti sul fronte dei dazi sull’acciaio e l’alluminio bisognerò attendere ancora un po’.

LA STORIA DELLA GUERRA SUI DAZI - Come accennato in precedenza, la diatriba tra Ue e Usa è legata alle vicende industriali della francese Airbus e della statunitense Boeing, risalenti alla Presidenza di George W. Bush. Nel 2004 fu proprio l’ex Presidente Usa a dichiarare che l’Unione Europea aveva finanziato illegalmente la società francese con circa 22 Miliardi di Dollari. La reazione di Bruxelles non si fece attendere, e gli europei replicarono che la stessa cifra era stata usata dal governo statunitense per favorire Boeing in maniera illecita. Anche nel corso della Presidenza Obama (2009-2017) non sono mancate schermaglie sul tema, seppure l’ex Presidente USA Obama avesse mantenuto un atteggiamento molto più cauto e cordiale rispetto al suo predecessore. Nel 2019 gli Usa tornarono su questa delicata questione imponendo dazi su oltre 7,5 Miliardi di Dollari di merci Ue, mentre dall’altro capo dell’Atlantico circa 4 Miliardi di Dollari di merci Usa veniva sottoposte ugualmente a dazi.

LE CONSEGUENZE NEL GIOCO - Ma ora arriva lo stop. E gli importatori di macchine da divertimento dagli Stati Uniti che si trovano in Italia o comunque all'interno della Commissione europea saranno sollevati dal fatto che i due governi hanno concordato una tregua.

 

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