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Marcotti (Federbingo): 'No a incremento canone concessione'

23 ottobre 2017 - 11:14

Il presidente di Federbingo, Italo Marcotti, interviene sul possibile aumento del canone mensile della concessione bingo.

Scritto da Sm
Marcotti (Federbingo): 'No a incremento canone concessione'

"Siamo contrari ad un incremento del canone mensile della concessione Bingo per più motivi".

Lo sottolinea a Gioconews.it il presidente di Federbingo, Italo Marcotti, commentando alcune delle possibili misure contenute nella prossima legge di Bilancio. Si ipotizza, infatti, una proroga al 31 dicembre 2018 delle concessioni per la tombola elettronica, con il versamento per la proroga onerosa che, da 5mila euro al mese, passa a 7.500 euro e da 2.500 euro a 3.500 per ogni frazione di mese inferiore ai 15 giorni. Inoltre, per quanto riguarda le scommesse, nella bozza di decreto si legge: "A decorrere dal 1 gennaio 2018, l’imposta unica sulle scommesse sportive a quota fissa, come disciplinata dall’articolo 1, comma 945, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, è stabilita nella misura del 19 percento, se la raccolta avviene su rete fisica, e del 23 per cento, se la raccolta avviene a distanza".

"Il primo - prosegue Marcotti - è l’assoluta incongruenza del valore richiesto a fronte della capacità di produrre reddito del diritto di cui i concessionari godono. Nel 2016 (dati Adm) le singole concessioni hanno raccolto in media circa 7.700.000 euro per un aggio (18 percento) pari ad 1.390.000 euro.

L’attuale canone concessorio oneroso è pari ad 60.000 euro (canone 5.000 euro al mese) ed incide per il 4,33 percento sulle entrate. Se sommiamo i costi per la collegata garanzia arriviamo 5,5 percento. Ipotizzare un canone a 7.500 euro equivarrebbe a portare tale incidenza al 6,5 percento ovvero al 7,5 percento con le garanzie. Va aggiunto che il combinato sovrapposto dell’attuale canone e dei continui incrementi Preu hanno quasi azzerato l’economicità delle sale.

Il secondo motivo è l’incongruenza di tale valore con i parametri economici previsti per il prossimo bando. La norma prevede infatti un bando con base d’asta a 350.000 euro, ovvero 39.000 euro annui. La nuova gabella andrebbe a valorizzare un canone annuo a 90.000 euro, quasi il triplo. Dove sta quindi l’errore? Torniamo all’aggio medio mensile ed immediatamente comprenderemo che già l’attuale canone è sproporzionato, i 90.000 euro sono davvero una cifra senza logica matematica e finanziaria.
Il nuovo codice degli appalti  prevede la congruità fra i canoni di concessione e la loro capacità di produrre reddito. Qui stiamo ipotizzando un incremento del 50 percento di un canone già particolarmente oneroso".
Cosa farete come associazione? "Chiederemo un incontro al direttore dei giochi di Adm, Roberto Fanelli, per ufficializzare la nostra posizione ed in seguito apriremo un canale di dialogo con il Governo". 

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