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Proroga e canoni bingo, Ascob al Tar: 'Limiti per tutelare comparto'

03 novembre 2021 - 16:30

Discussi oggi, 3 novembre, i ricorsi di Ascob al Tar Lazio su proroga tecnica e canoni delle concessioni per il bingo.

Scritto da Fm
Proroga e canoni bingo, Ascob al Tar: 'Limiti per tutelare comparto'

Dovrebbe arrivare entro un paio di mesi la sentenza del Tar Lazio in merito ai ricorsi presentati dall'Ascob - Associazione concessionari del bingo aventi ad oggetto i provvedimenti dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli in merito alla proroga tecnica e ai relativi canoni e discussi oggi, 3 novembre.

Nello specifico i ricorsi sono due. Uno riguarda l'innalzamento del canone da 4.800 a 7.500 mensili, e si traduce nell'impugnazione della nota con cui Adm ha dato esecuzione della norma primaria, l'articolo 1 comma 636 della legge 147 del 2013, poi modificata negli anni successivi.

Tale ricorso poi è stato rimesso alla Corte costituzionale, che si è pronunciata sulla manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale e poi ha rinviato nuovamente il tutto al Tar.

Nel frattempo poi l'Ascob ha prodotto un altro ricorso sul diniego di Adm alla sospensione o quantomeno la riduzione del canone mensile, con l'attuazione di misure di salvaguardia per garantire la tenuta del comparto a seguito dello squilibrio convenzionale post lockdown. I concessionari del bingo infatti hanno chiesto all'Agenzia di tenere conto degli effetti sul gioco fisico dell'emergenza Covid – che ne ha sancito la chiusura per ben 10 mesi fra il 2020 e il 2021 – ricevendo però un secco diniego.

Da qui il doppio ricorso. Fra i temi posti sotto la lente dai legali di Ascob ci sono la legittimità della proroga tecnica secondo i principi del Trattato europeo sulla libertà di stabilimento e un punto su tutti: la proroga tecnica doveva essere limitata e atta a consentire lo svolgimento dei bandi di gara per la riassegnazione delle concessioni, ma ha finito per estendersi per un tempo indefinito, di anno in anno, e mettendo in serie difficoltà gli operatori, che non possono rinunciare alla concessione, non hanno un orizzonte temporale chiaro in cui muoversi e devono sottostare ad un canone di per sé già sproporzionato in un contesto normale, e ancora meno adesso, con una raccolta dimezzata.

Si attende quindi il verdetto del Tar Lazio, che ha riservato la decisione.

 

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