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Commissari: 'Casinò Campione, concordato preferibile a liquidazione'

30 luglio 2022 - 10:42

I commissari giudiziali Danovi e Minniti relazionano i creditori del Casinò Campione in vista del voto del piano concordatario.

"Il giudizio in merito al confronto tra le prospettive di soddisfacimento offerte dalla Proposta concordataria e quelle che potrebbero ipotizzarsi in caso di apertura di una procedura di liquidazione giudiziale non può che essere di netta preferibilità della soluzione concordataria.
Ed infatti, la prosecuzione della continuità aziendale nel solco di quanto sinora realizzato dall’attuale gestione appare ragionevolmente idonea a produrre utili e flussi di cassa positivi negli anni a venire".

Lo scrivono i commissari giudiziali del Casinò Campione d'Italia, Alessandro Danovi e Gianluca Minniti, nella relazione ex articolo 172 della legge fallimentare redatta in vista dell’adunanza dei creditori del 19 settembre 2022.

A ciò, sottolineano i due commissari, "si aggiunga che l’espressa previsione contenuta nel Piano di esercitare l’azione civile nell’ambito del procedimento penale nonché di avviare un’ulteriore azione di responsabilità – qualora ciò dovesse apparire utile per i creditori – fa venire sostanzialmente meno (se si escludono i potenziali ma certamente non significativi benefici derivanti dall’esperimento delle azioni revocatorie) l’unico concreto vantaggio che deriverebbe dall’apertura di una procedura liquidatoria".

Nella sostanza, "la Proposta consentirà ai creditori di essere soddisfatti non solo delle utilità (certamente significative come dimostra l’andamento fatto registrare nel primo semestre) derivanti dalla continuità aziendale, ma anche di non rinunciare a gran parte del potenziale attivo (quello derivante dalla costituzione di parte civile e dall’esperimento dell’azione di responsabilità) che potrebbero conseguire in ipotesi di liquidazione giudiziale".

I PROFILI DI INCERTEZZA - Danovi e Minniti sottolineano che "in questi mesi la Società ha raggiunto uno dei principali obiettivi del Piano, ovvero la riapertura della casa da gioco secondo una configurazione che, dai primi risultati, sembra essere in grado di generare utilità economica, finanziaria e sociale". Tuttavia, "occorre ricordare come i dati della gestione dei primi mesi del 2022 non siano del tutto indicativi – nel bene e nel male – dei risultati che il Casinò potrebbe raggiungere a regime".

In particolare, "appare imperativo al fine dell’esecuzione del Piano che il management della Società prosegua nella gestione secondo logiche economiche e non politiche, ovvero evitando che si ripropongano le medesime situazioni che in passato hanno concorso al dissesto della Società".

Nel contesto tipico dell’attività della casa da gioco, che prevede una struttura di costi particolarmente rigida, "la chiave del successo consiste nella capacità di attrarre giocatori e, conseguentemente, di creare le economie di scala necessarie alla generazione di utili; seppure il management sia riuscito nella non banale impresa di riavviare la casa da gioco non si può non evidenziare come talune iniziative previste dal Piano non siano state ad oggi implementate. Tuttavia, nonostante ciò sia potenzialmente indice di una carenza nell’esecuzione del Piano, i risultati positivi finora raggiunti in un regime di soft opening appaiono indicativi delle potenzialità future e conseguentemente lasciano ben sperare rispetto alla capacità della Casinò di produrre marginalità positive".

Secondo i due commissari "certamente ambizioso appare l’obiettivo di raddoppiare il fatturato del 2022 nel giro del triennio e di raggiungere alla fine del periodo di Piano un importo pari al 90 percento dei ricavi registrati del 2017. Si tratta di un traguardo sfidante e da cui dipenderanno in concreto il livello e la tempistica dell’effettiva soddisfazione del ceto creditorio. In base all’andamento registrato nel primo semestre non è certamente agevole fare una previsione in merito all’effettiva capacità di raggiungimento dei fatturati previsti dal Piano, fermo restando che gli stessi – tenuto conto del contesto attuale – non sembrano un obiettivo velleitario ma potrebbero essere concretamente raggiunti da una gestione efficiente ed efficace".

In considerazione del "particolare periodo storico" occorre comunque evidenziare come "il raggiungimento degli obiettivi previsti, per quanto complessivamente non irragionevoli, debba essere subordinato a che non si determinino circostanze particolarmente sfavorevoli all’attività della casa da gioco, quale potrebbe essere una
recrudescenza della pandemia da Covid-19 nel corso del prossimo inverno, ovvero un peggioramento della situazione politica mondiale che possa influire sulla circolazione delle persone, sulla loro capacità di spesa e/o sui principali costi di approvvigionamento".

Accanto agli eventi esogeni, "vanno ricordati anche i profili di incertezza endogeni che potrebbero incidere sulla capacità della Società di adempiere nei termini e nelle percentuali promesse ai creditori".
Il riferimento è, anzitutto, "alle incertezze ancora sussistenti in merito all’approvazione dei bilanci e all’esatta quantificazione dei costi non ricorrenti sostenuti (e ancora da sostenere) in vista della completa riattivazione della casa da gioco.
A ciò si aggiungano i ritardi (solo in parte recuperati) rispetto all’implementazione di una serie di attività previste dal Piano (poker competitivo, gioco online, galleria commerciale, nuova sala fumo), che potrebbero incidere sulle tempistiche di raggiungimento delle marginalità e dei volumi posti a fondamento della Proposta".

Inoltre, "vanno menzionate le vischiosità operative riscontrate dai commissari giudiziali nel corso della procedura, che curiosamente paiono essersi acuite dopo il superamento della fase emergenziale antecedente alla riapertura. Ne sono certamente un esempio le difficoltà legate ai rapporti con i fornitori incaricati della manutenzione delle slot machines e della ristorazione".

Ancora, "particolare attenzione deve e dovrà essere posta nella chiara definizione dei rapporti tra Comune e Società, non solo come saranno disciplinati dalla Convenzione in fase di formalizzazione, ma anche e soprattutto rispetto ad un trasparente ed efficace funzionamento dei meccanismi di governance che possa garantire il pieno rispetto dei diversi ruoli e responsabilità".
Solo così "sarà possibile mettere in moto un meccanismo virtuoso che consenta a entrambi i soggetti di prosperare in un rapporto di vicendevoli benefici, evitando di cadere nuovamente in quel circolo vizioso che ha visto l’uno affossare l’altro e viceversa".

POSSIBILITÀ DI RISOLUZIONE DEL CONCORDATO PREVENTIVO - Danovi e Minniti ricordano infine che "trattandosi di concordato in continuità aziendale, il pagamento delle percentuali offerte è vincolante per la Società e che in difetto, dopo l’omologazione del concordato, ai sensi dell’art. 186 l.f., ciascuno dei creditori (la legittimazione è loro riservata in forma esclusiva) potrebbe chiedere la risoluzione della procedura per inadempimento che non abbia scarsa importanza, da proporsi entro un anno dalla scadenza del termine fissato per l’ultimo adempimento previsto dal concordato".

 

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