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Variati (Anci): “Il gioco è legale, manifesto per la legalità non è la giusta via”

18 settembre 2013 - 10:07

Roma – Anche il sindaco di Vicenza ed esponente Anci, Achille Variati, prende parte al convegno di Business International. A introdurlo il direttore di Gioconews.it Alessio Crisantemi che evidenzia come questo sia un “momento particolare per il gioco dove la politica addirittura entra in crisi sulla moratoria. Serve un intervento politico che si rende sempre più necessario. I due grandi temi intrecciati sono la ludopatia e l'impatto sociale che ha il gioco pubblico a livello locale. È ormai all’ordine del giorno seguire interventi per regolare il gioco. Interventi netti ma anche discutibili. Non possiamo privare della libertà d'impresa aziende che operano per conto dello Stato. Di fatto questa è un'anomalia che andrebbe corretta. Non crediamo ai primi cittadini che vanno contro il gioco ma a chi si preoccupa seriamente dei propri cittadini. Cosa ne pensa l'Anci?”.

Scritto da Ca
Variati (Anci): “Il gioco è legale, manifesto per la legalità non è la giusta via”

 

“Questa – afferma Variati – è una grande occasione per fare chiarezza. Il Parlamento italiano è ingessato e non ingolfato. Tutti abbiamo bisogno di uno Stato centrale serio ed efficiente.

Siamo rispettosi per chi produce ricchezza e offre lavoro. Non ci sarebbe neanche la politica che dovrebbe trasformare la ricchezza in benessere. Non demonizziamo questo settore. Nessuno vuole portare avanti il proibizionismo e non c'è nessuna crociata da portare avanti. Dobbiamo cercare insieme di non far degenerare h fenomeno che può essere pericolosi a livello sociale.

Questo settore è cresciuto in maniera impressionante. Siamo il primo paese per Gratta&Vinci e con un settore potentissimo nel gioco online. Ma c'è un fenomeno di ricaduta sociale su fasce di popolazioni estremamente fragile”.

Cosa è mancato in questi anni per arrivare a questo punto?

“Quando le questioni si spostano in Tribunale evidentemente non funzionano. È mancato il dialogo tra enti locali e Stato e tra enti ed operatori. Non credo che il manifesto della legalità sia la giusta via perché già siamo in un ambito legale. Tuttavia quando una percentuale importante di giovani si sono avvicinati al settore dobbiamo riflettere con attenzione. Il gioco non deve essere speranza di risolvere i problemi economici per le fasce più deboli. Dobbiamo mettere un punto. Dobbiamo registrare le regole e non possono essere i sindaci a dettare le regole. Le leggi devono nascere sopra e poi il sindaco può regolamentare il settore. Se il settore produce ricadute sociali dobbiamo intervenire e regolare diversamente questa situazione”.

Cosa vi aspettate dalla delega fiscale e da questo Governo?

“La crescita di questo settore nel momento della crisi è un segnale preoccupante. Non è un caso che si sia cresciuti proprio in crisi. Cosa ci aspettiamo? Che le regole ora le scriviamo insieme altrimenti siamo al punto di partenza. La legge deve tutelare i soggetti più responsabili. Agli enti locali potrebbero essere delegate regole sulla pianificazioni. In questo caso sarebbe utile per collocare meglio le sale da gioco. Vanno potenziati anche poteri sanzionatori, creare sistemi di tracciabilità sul denaro, maggiore protezioni dei minori o regolare la pubblicità e le fasce orarie. I due terzi dei proventi vanno allo Stato che non può fare solo cassa. Una somma andrebbe destinata alle attività di contrasto e cura delle ludopatie. Aiutare gli esercenti anche nella formazione di base che manca tantissimo”.

Crisantemi precisa che sulla pubblicità il Decreto Balduzzi ha già fatto molto per questo tema, “e Confindustria sta spingendo sulla tassa di scopo per destinare risorse agli enti locali...”.

“Siamo disponibili a partecipare ad un tavolo di concertazione – afferma l’esponente Anci - anche perché i Tar ci stanno dando più torto che ragione. Noi però vogliamo confrontarci ed arrivare ad una definizione comune. Abbiamo tutto l'interesse che si faccia prevenzione e se arriva qualche somma ben venga per agire ancora meglio. I tempi? Dipende dal Parlamento ma potremo fare anche molto presto”.

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