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Gap, sensibilizzazione obiettivo servizi pubblici

07 maggio 2015 - 09:29

Continua il viaggio di Gioconews.it che ha come tappe i Sert italiani, quei servizi sanitari pubblici che da tempo, spesso anche prima della legge Balduzzi, si occupavano di gioco, pur tra mille difficoltà e con esigui fondi a disposizione che la legge di Stabilità 2015 ha ora incrementato. A tracciare un bilancio dell’attività in proposito della Asl To2 nord Torino, distretti circoscrizionali 6 e 7, è il loro responsabile, Augusto Consoli.

Scritto da Anna Maria Rengo
Gap, sensibilizzazione obiettivo servizi pubblici

“L’interesse che gli operatori del Sert hanno indirizzato, da oltre 10 anni, in questo ambito di lavoro ha consentito di realizzare servizi in grado di sensibilizzare parte delle realtà istituzionali e dei cittadini e, inoltre, di assistere un buon numero di pazienti affetti dalla patologia da gioco d'azzardo.

Tuttavia se il percorso di formazione e specializzazione tecnico professionale ha richiesto alcuni anni di impegno non è stato possibile, se non in qualche realtà isolata, articolare i servizi in modo più completo e attivare delle strategie di penetrazione più efficaci a causa della ristrettezza delle risorse finanziarie e umane disponibili”.

Cos’è cambiato per il Sert da quando è stata introdotta la legge Balduzzi?

“I Sert sono stati coinvolti rapidamente e tumultuosamente nella produzione di documentazioni da affiggere nei luoghi del gioco. Il flusso di utenti derivati da questa operazione però, a seguito di questo, non è cambiato di molto. Il decreto Balduzzi ha però avuto il risultato di portare la discussione sul gioco d'azzardo patologico all'interno delle istituzioni e della programmazione sanitaria alla quale i servizi per le dipendenze partecipano”.

Vi occupavate anche prima di gioco e che cosa cambierà con le nuove normative?

“Come dicevo prima i servizi si occupano già da molti anni del gioco d'azzardo e il decreto non ha modificato di fatto ne le risorse messe a disposizione ne il flusso di utenti”.

In termini numerici, l’accesso ai servizi è aumentato e se sì perché?

“La quantità di pazienti che si sono rivolti ai servizi è aumentata gradualmente nell'arco degli ultimi 10 anni. Dall’anno 2013, con il decreto Balduzzi in vigore, l’incremento annuale di tutti i pazienti è stato maggiore in alcune regioni rispetto all’ultimo triennio ma in altre, come il Piemonte, questo ulteriore incremento non c’è stato e la progressione in crescita ha proseguito come per gli anni precedenti”.

Che cosa ne pensa delle disposizioni contenute nel Dlgs che darà attuazione all’articolo 14 della legge delega e che, come anticipato dal sottosegretario Baretta, prevedono ‘l’Istituzione di un fondo che si affianca alle risorse già stabilite con la legge di Stabilità di 50 milioni dedicati alla prevenzione della ludopatia. Proponiamo che questo nuovo fondo, che stimiamo possa arrivare a 200 milioni, sia gestito con gli enti locali per piani territoriali (non per singolo comune) le cui modalità vanno definite’?

“Ritengo che il decreto possa in effetti consentire un significativo potenziamento delle strategie messe in atto per la prevenzione e il trattamento del Gap e sono pienamente d'accordo sulla necessità di un piano coordinato a livello degli enti locali e non dei singoli servizi e associazioni, all'interno del quale i diversi attori e soggetti interessati possano dare dei contributi importanti collegati alle proprie competenze e mandati istituzionali. Fino ad ora infatti è mancato un reale tentativo di coordinamento tra le realtà coinvolte nella prevenzione del fenomeno”.

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha dichiarato a Gioco News: “La proposta di aggiornamento dei Lea prevede che il trattamento della dipendenza da gioco d’azzardo patologico venga eseguito nei servizi territoriali per le dipendenze (Sert) già presenti in tutto il territorio nazionale e già finanziati con le ordinarie risorse a destinazione indistinta. Pertanto, non sarà necessario istituire nuovi servizi ad hoc, ma sarà sufficiente potenziare i servizi esistenti e provvedere alla formazione specifica del personale. Lo stanziamento di 50 milioni di euro sarà prevalentemente destinato a questo scopo”. A suo modo di vedere servirebbero dei servizi ad hoc?

“I Sert si occupano, per loro mandato, di tutte le forme di dipendenze e hanno gli strumenti e la cultura professionale e organizzativa per farlo. Le diverse forme che i comportamenti di dipendenza assumono richiedono però strumenti, impianti metodologici e approcci relazionali specifici in grado di favorire il contatto con le persone interessate e di fornire un reale aiuto all'individuo e al contesto familiare di appartenenza. I Sert si sono già orientati a costruire al loro interno degli sportelli specializzati; la disponibilità delle nuove risorse economiche individuate a livello statale potrà consentire sia un loro potenziamento sia l'integrazione di quanto già si svolge con iniziative di prevenzione da un lato e con l'arricchimento di opportunità terapeutiche e riabilitative dall'altro. Sarebbe inoltre interessante integrare gli strumenti e le attività legate al monitoraggio del fenomeno, agli esiti degli interventi di prevenzione e dei trattamenti per avere un quadro più completo sia dell’andamento del fenomeno sia del grado di efficacia dei diversi tipi di intervento realizzati”.

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