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Gioco patologico, Lazio in rete sul fronte scientifico

09 maggio 2015 - 08:56

Come stanno facendo fronte i SerT italiani al fenomeno del gioco patologico e alla presa in cura dei pazienti, già prevista dalla legge Balduzzi? Il viaggio di Gioconews.it prosegue e, dopo quella di Torino, fa oggi tappa in Lazio.

Scritto da Anna Maria Rengo
Gioco patologico, Lazio in rete sul fronte scientifico

“Sul nostro territorio abbiamo assistito negli ultimi anni, dal 2007 al 2014, a un progressivo aumento del numero dei pazienti con problematiche legate al gioco che accedono ai nostri servizi (SerT)”. Silvia Gallozzi, direttore facente funzioni dell’Uoc Tossicologia Asl Rmh e Simonetta Della Scala, psicologo dirigente Asl Rmh del SerT Ciampino, evidenziano: “Il tipo di gioco d’azzardo prevalente emerso dall’utenza dei nostri Servizi riguarda le slot machine. Ciò cui abbiamo assistito è stato un cambiamento nel tipo di gioco; da giochi d’azzardo che richiedevano anche abilità come scommesse sportive, poker a vis a vis e giochi a carte in genere, a giochi di azzardo puro come il lotto, superenalotto, gratta e vinci, slot e giochi online. Di fronte all’emergere del problema gli operatori dei servizi si sono dovuti confrontare, in tempi brevi, con questa nuova dipendenza tenendo conto della complessità che coinvolgeva sia l’ambito sanitario sia psicologico e sociale. Hanno espresso il bisogno di potersi aggiornare e confrontare rispetto all’inquadramento diagnostico e alle modalità d’intervento di tipo psicoterapico, farmacologico e psicosociale. L’opportunità formativa fornita dall’Azienda è risultata di notevole supporto. È stata utilizzata come una risorsa non solo per implementare le conoscenze sul gambling ma anche per favorire il confronto tra operatori di servizi diversi rispetto alle modalità di lavoro e alle iniziative che ogni territorio attua rispetto a tale problematica in modo da garantire linee d’intervento diagnostico-terapeutico- assistenziale aziendali condivise e per facilitare interventi di trattamento multidisciplinari integrati. L’emergere del problema ha attivato gli operatori dei servizi a trovare risposte diversificate in base alle realtà territoriali. Oltre alla presa in carico dei pazienti con problematiche di gioco effettuata nei vari SerT, nella nostra Azienda è stato attivato un ambulatorio dedicato, e due gruppi di auto-aiuto. Essendo però aumentate le richieste ai servizi e il numero degli operatori progressivamente diminuito, le risorse non sempre sono state sufficienti e gli interventi, su questa tipologia di utenza, in alcuni territori, limitati. La carenza di organico ha infatti impedito d’implementare interventi mirati per il gioco in alcune sedi territoriali”.

 

LE CONSEGUENZE - E le conseguenze non sono mancate: “Gli interventi di prevenzione sulla popolazione scolastica rispetto al Gap sono stati ridotti e realizzati interventi specifici di prevenzione ‘ricerca-intervento’ in collaborazione con gli operatori del privato sociale con esperienza nel settore. Sono rimasti attivi gli interventi di formazione sui docenti con ricaduta sugli alunni attraverso lo sviluppo delle ‘life skills’. È da segnalare che diverse sono state le famiglie che hanno avuto accesso ai servizi per i figli adolescenti con una dipendenza da internet ai quali è stato difficile dare una risposta in termini di aggancio sul minore considerando i tempi e gli spazi dei servizi. Necessaria, inoltre, è stata l’attivazione di una rete sociale che ha incluso oltre ai servizi pubblici (Csm, SerT) anche sportelli antiusura, amministratori di sostegno, ed enti del privato sociale. In questo percorso gli operatori, riconoscendo al Gap lo status di dipendenza (DSM-5), hanno potuto, in parte, applicare al gambling patologico i propri strumenti utilizzati per le altre addiction integrandoli con altri trattamenti più specifici per i giocatori. In tale ambito riteniamo sia necessario proseguire la formazione e la supervisione”.

Per meglio comprendere questa dipendenza e mirare gli interventi “stiamo collaborando a un protocollo di ricerca clinico, condotto dall’Università ‘La Sapienza' e l’Azienda Ospedaliera ‘Sant’Andrea’, con altre Asl regionali, finalizzata ad esplorare la vulnerabilità dei pazienti per il rischio di Gap attraverso una valutazione neuro cognitiva - psicologica e analisi genetica”.

 

LA LEGGE BALDUZZI - Cos’è cambiato per voi da quando è stata introdotta la legge Balduzzi? “L’applicazione del decreto Balduzzi (D.L. n.158 2012), sembrerebbe aver contribuito a favorire visibilità e accessibilità al Servizio. L’analisi dei nostri dati segnala un incremento di accesso di utenza Gap nei SerT. Di fatto non sappiamo in che misura la Legge possa aver contribuito, data anche l’attiva sensibilizzazione realizzata nello stesso periodo dalla nostra Azienda tramite visibilità sul sito aziendale e la messa in rete tramite il Pua (Punto Unico di Accesso). Se da un lato, l'informazione sollecitata dai mezzi di comunicazione ha favorito la consapevolezza della problematicità del gioco sulla popolazione e quindi facilitato la richiesta di aiuto, dall’altra il SerT continua a essere connotato come luogo per la cura da dipendenza da sostanze. Molto bisogna fare ancora per “accreditarsi”. Pur riconoscendo, da una parte, il valore dell’informazione nei locali in cui si gioca, dall’altra, aumentare la disponibilità del numero delle slot sembrerebbe una forza che agisce in senso contrario. Infatti se nell’eziopatogenesi del Gap individuiamo tra i fattori di rischio ambientali l’accessibilità del gioco, la diffusione capillare delle slot non contribuisce di certo a prevenirne l’uso. Risulta pertanto importante l’applicazione della normativa”.

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