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Year Book 2016, operatori chiedono maggiore impegno contro il Gap

29 novembre 2016 - 11:34

Presentazione anche a Roma dello Year Book Cnca 2016 sui rischi del gioco d'azzardo, realizzato nell'ambito del progetto Rischi da giocare: gli interventi dei relatori.

Scritto da Michela Carboni
Year Book 2016, operatori chiedono maggiore impegno contro il Gap

Roma - Si fa il punto sulla dipendenza da gioco in Italia e, soprattutto, si cerca di individuare mezzi e modi per affrontarla, nella presentazione capitolina dello Year Book Cnca 2016 realizzato nell'ambito del progetto 'Rischi da giocare' e illustrato nel corso del convegno 'Gioco d'azzardo tra prevenzione e cura'.

IL CNCA - Secondo don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità d'Accoglienza, “è indispensabile restituire un potere decisionale alle comunità locali" sui temi del gioco ed "è opportuno introdurre specifici divieti alla pubblicità del gioco" per arginare la dipendenza.
Riccardo De Facci, vicepresidente Cnca con delega alle dipendente, evidenzia invece come “il tema del gioco va affrontato a livello nazionale, ma va valutato soprattutto il suo impatto sul territorio", analizzando "il ruolo dei Comuni e dei piani locali di intervento. Già lo scorso anno era stato assegnato un fondo da 50 milioni per la prevenzione del gioco patologico alle Regioni, ma non tutte lo hanno utilizzato: è necessario un impegno concreto delle Regioni, anche considerando che da quest’anno il gioco patologico è nei Lea”.
Mattro Iori, delegato del Cnca nell'Osservatorio sul gioco patologico istituito presso il ministero della Salute, evidenzia che è possibile ipotizzare una diversa comunicazione del gioco, “che giustamente non ignori le notizie di vincite, ma che al tempo stesso non promuova suggestioni, non induca in pensieri erronei e illusori, non rinforzi l'idea del vincitore a scapito della riflessione su tutti coloro che nella stessa occasione hanno perso”. Iori ricorda inoltre la lettera con cui l'Osservatorio della salute lanciaal gruppo di lavoro dell'Adm che sta lavorando sulle Awp 3 delle proposte concrete, per quanto concerne le slot, per prevenire il gioco patologico, come “prevedere l'obbligo di introduzione della tessera sanitaria per poter accedere al gioco; permettere il gioco esclusivamente con l'utilizzo di monete e mai di banconote; mantenere la vincita massima a 100 euro per partita; riportare la giocata massima da 1 euro a 50 centesimi; riportare la durata della partita da 4 a 7 secondi”.

IL CNR – Presente al convegno anche Elisa Benedetti, dell’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr, che traccia un identikit del giocatore: “L’80 percento dei 17 milioni di giocatori in Italia ha un approccio di tipo ’sociale’. Il 5,4 percento - circa 200mila persone - presenta invece un rischio moderato e problematico: tra questi, la maggior parte preferisce giocare su internet o in bar e tabaccherie".
De Benedetti osserva inoltre che “anche se dopo anni di crescita si osserva una battuta d’arresto nella diffusione dell’abitudine al gioco, torna a crescere il gioco fra i giovanissimi" e che gli interventi di prevenzione nelle scuole e di educazione al gioco "sembrano aver sortito i loro effetti: notiamo che a fronte di maggiori investimenti, diminuisce il gioco problematico: questo è confermato anche dai dati europei".
FEDERSERD – Margherita Taddeo, responsabile del Gap Federserd, fornisce qualche dato sull'attività: “Nel 2015, oltre 13mila persone hanno fatto domanda di trattamento presso i Serd per gioco patologico. L’81 percento sono uomini, il 19 percento sono donne; il 34 percento sono nuovi utenti, mentre il 66 percento sono quelli già presi in carico negli anni precedenti”.
LA REGIONE PIEMONTE - "Esiste un’enorme necessità di acquisire e sviluppare conoscenze e modelli sui fenomeni clinici e sociali legati al gioco. Non dobbiamo mai smettere di pretendere, a livello nazionale, che un osservatorio sul fenomeno del gioco produca e pubblichi dati epidemiologici di elevata affidabilità scientifica". È il messaggio inviato da Gaetano Manna, del settore Programmazione sanitaria dell’assessorato alla Tutela della salute e sanità della Regione Piemonte. "Quanto prima sarà riavviata la collaborazione tra Regioni e province autonome e i soggetti che si occupano di dipendenze. Il contrasto al gioco patologico dovrà mettere in campo una forte sinergia tra tutti i soggetti", ha continuato. Infine, "i piani di contrasto al gioco patologico, da presentare a breve al ministero della Salute per accedere al fondo nazionale, rappresenteranno un banco di prova importante per convergere sugli obiettivi strategici di rilevante importanza".
FICT - “Auspichiamo un intervento legislativo che vieti la pubblicità del gioco d'azzardo e promuova campagne di prevenzione e informazione collegate a interventi nelle scuole", afferma Roberto Berselli della Fict; “siamo contenti dei passi fatti ma c’è un lungo percorso ancora da correre e  chiediamo l’impegno dei parlamentari”.

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